E oggi diamo l'arrivederci all'anno prossimo a Tutti Matti per Colorno. Noi ci siamo stati, come tutti gli anni, a farci scaldare il cuore e divertirci come bambini. Oggi con un po' di tristezza ritorniamo invece adulti, come clown che tolgono il trucco davanti allo specchio, ma grati e con la sensazione di essere stati abbracciati e coccolati.
lunedì 5 settembre 2016
venerdì 19 agosto 2016
venerdì 12 agosto 2016
TENERO E TERRIBILE
https://www.facebook.com/RobertoSavianoFanpage/videos/10153846713616864/
Tenero e terribile questo video cui ha dato parole Saviano. Che cosa trasforma la manina tenerissima di un bimbo sul viso della sua mamma in una mano adulta che picchia o uccide? Sembra impossibile.
Intanto c'è però il pianto liberatorio di questa donna che torna a mostrare il suo viso al mondo - speriamo che trovi anche la forza di tenere agganciata la tenerezza del suo bambino alla vita che lo aspetta.
Tenero e terribile questo video cui ha dato parole Saviano. Che cosa trasforma la manina tenerissima di un bimbo sul viso della sua mamma in una mano adulta che picchia o uccide? Sembra impossibile.
Intanto c'è però il pianto liberatorio di questa donna che torna a mostrare il suo viso al mondo - speriamo che trovi anche la forza di tenere agganciata la tenerezza del suo bambino alla vita che lo aspetta.
venerdì 5 agosto 2016
LA SCONFITTA DEL PENSIERO
Oltre all'orrore, una cosa che veramente non afferro della strategia del terrore è proprio la strategia. In azioni di guerra, come queste sono, la strategia serve a disegnare la trama, vera o illusoria, della vittoria. Quale vittoria pensano di conseguire questi ragazzi, giovanissimi, che si fanno saltare per aria insieme a molti altri innocenti? Mio marito pensa che si aspettino le vergini promesse in ricompensa. Sul filo delle riflessioni di Massimo Recalcati, io invece credo più al fatto che non ci sia strategia, non ci sia pensiero. In assenza di pensiero è l'atto - psicotico - che sostituisce il pensiero stesso. Questi ragazzi non riescono più - se mai ci sono riusciti, o se qualcuno ha mai tentato di metterli in grado - a pensare e a tessere fili di speranza, per i quali il pensiero è indispensabile.
Per questo è necessario continuare a coltivare il pensiero, in noi, ma soprattutto nei giovani e nei giovani che vivono contesti difficili e contraddittori.
domenica 31 luglio 2016
MALA TEMPORA CURRUNT
http://www.repubblica.it/esteri/2016/07/27/news/ben_jelloun_appello_a_musulmani-144881300/
Finalmente! Finalmente in questa sterile e insopportabile e stucchevole discussione rispetto a quanto
e se gli islamici "moderati" prendano o no le distanze dal terrorismo di matrice islamica, qualcuno che con pensiero limpido imposta il tema su un altro piano: riconoscere il terrorismo di quel tipo come parte impazzita di sè e della propria comunità sociale e culturale e combatterlo con tutte le forze - solo questa è la strada per vincerlo: sottrargli la linfa, il senso e il consenso. Allo stesso modo in cui la sinistra, all'inizio titubante, ha preso in mano il fenomeno brigatismo sfilandogli da sotto i piedi una comunità di riferimento di cui le Brigate Rosse erano il cancro, il lato oscuro e malato. Allo stesso modo in cui, non assumendoci come comunità il riconoscimento del fenomeno mafioso come parte di noi, non abbiamo speranze di sconfiggerlo. Altrimenti la discussione non ha senso, si basa su quale dolore e devastazione sono superiori, su chi ha la superiorità morale e culturale. Dobbiamo, io credo, schierarci, come ha recentemente detto Michelle Obama, con le persone che fanno "what it needs to be done" e lasciano per strada la paura, il potere, l'arroganza e riprendono a narrare perchè le storie sono fluide, continue, conoscono il dolore e il pianto ma non la traumatica cesura che non lascia speranza di futuro.
Finalmente! Finalmente in questa sterile e insopportabile e stucchevole discussione rispetto a quanto
e se gli islamici "moderati" prendano o no le distanze dal terrorismo di matrice islamica, qualcuno che con pensiero limpido imposta il tema su un altro piano: riconoscere il terrorismo di quel tipo come parte impazzita di sè e della propria comunità sociale e culturale e combatterlo con tutte le forze - solo questa è la strada per vincerlo: sottrargli la linfa, il senso e il consenso. Allo stesso modo in cui la sinistra, all'inizio titubante, ha preso in mano il fenomeno brigatismo sfilandogli da sotto i piedi una comunità di riferimento di cui le Brigate Rosse erano il cancro, il lato oscuro e malato. Allo stesso modo in cui, non assumendoci come comunità il riconoscimento del fenomeno mafioso come parte di noi, non abbiamo speranze di sconfiggerlo. Altrimenti la discussione non ha senso, si basa su quale dolore e devastazione sono superiori, su chi ha la superiorità morale e culturale. Dobbiamo, io credo, schierarci, come ha recentemente detto Michelle Obama, con le persone che fanno "what it needs to be done" e lasciano per strada la paura, il potere, l'arroganza e riprendono a narrare perchè le storie sono fluide, continue, conoscono il dolore e il pianto ma non la traumatica cesura che non lascia speranza di futuro.
MALA TEMPORA
Mala tempora ogni giorno, ogni mattina cattive notizie, un dilagare di frammenti che esplodono, che prendono vite e speranze, che ogni giorno aprono brecce, fratture, voragini nella nostra società e nella nostra cultura che, pur con le loro drammatiche imperfezioni, contraddizioni e incoerenze fanno sí che ogni mattina, raggiungendo in bicicletta il mio ufficio nella piazza centrale di Reggio Emilia, io passi in mezzo a persone che passeggiano, famiglie coi loro bimbi, molti vecchi che chiacchierano seduti alle panchine o ai bar, ragazzine con la pancia di fuori, ragazzini con i pantaloni sotto il sedere, un chiacchiericcio che si traforma in un rumore di fondo, diffuso, che sento con sollievo dalle mie finestre.
Poche persone oltre me e le mie colleghe, che ci occupiamo di Servizio Sociale, conoscono e vedono bene il dolore, la follia, lo spreco di vita che sta dentro la "pancia" di questa città, ma proprio per questo sappiamo che questa pace è preziosa, va preservata, va coltivata e fatta crescere.
Come preservarla? Chiudendola dentro ai propri privilegi di pace e benessere? Assurdo!
Tre piccoli esempi:
- i cugini di Roberto, da sempre imprenditori agricoli, gestiscono diversi ettari di meloni e angurie ( poi carote, insalata ecc). Hanno 18 dipendenti (tutti in regola e pagati secondo i contratti di lavoro di settore) tutti intensamente neri e tutti senegalesi - abbiamo chiesto loro come mai e loro ci hanno risposto che negli anni hanno provato prima con italiani ("ma non trovavamo nessuno che volesse questo lavoro") poi con altre etnie di extracomunitari ("ma nessuno riusciva a reggere") e alla fine hanno selezionato un gruppo fidato di operai. "Se dovessimo rimandare a casa questa gente noi chiuderemmo l'azienda"
-distributore della Esso alla rotonda di Paradigna: il loquace benzinaio albanese ci dice che nel grande distributore, con annesso Autogrill h24, tutti i dipendenti - tranne uno - sono extracomunitari. Ci chiediamo : ma sarà il risultato di una politica di discriminazione e razzismo al rovescio da parte dei proprietari?
- casa protetta nella Bassa Parmense - ci lavora la dinamica signora moldava, (con ovviamente alle spalle una storia tristissima, ma ora "vincente" da tutti i punti di vista), che fa qualche ora in casa mia di pulizie. Lei parla di colleghe nigeriane, infermiere ucraine, capoturno albanesi che puliscono la merda di anziani e anzianissimi italiani.
Queste sono solo narrazioni, non fanno politica - però bisogna a mio avviso ascoltare molte storie per sintetizzare una posizione politica e non solo le storie dei terroristi, bisogna leggere elaborare e far capire dati (per esempio che gli "italiani" non fanno più figli e che non solo ci deliziamo a guardare i bellissimi tre figli della signora moldava, ma che questi danno linfa all'Italia del futuro; per esempio che GIÀ ORA abbiamo bisogno del lavoro degli immigrati per pagare le pensioni che sono tutte di "italiani"; per esempio che il consumo da parte della popolazione extracomunitaria dei nostri servizi di welfare - nonostante deliranti post che leggo su Facebook - è infinitesimo) e bisogna pensare e narrare il futuro.
Solo cosí, credo, riuscirò, riusciremo, a continuare ad ascoltare e chiacchierare e il chiacchiericcio potrà rimanere sottofondo e musica delle nostre città - in pace.
Poche persone oltre me e le mie colleghe, che ci occupiamo di Servizio Sociale, conoscono e vedono bene il dolore, la follia, lo spreco di vita che sta dentro la "pancia" di questa città, ma proprio per questo sappiamo che questa pace è preziosa, va preservata, va coltivata e fatta crescere.
Come preservarla? Chiudendola dentro ai propri privilegi di pace e benessere? Assurdo!
Tre piccoli esempi:
- i cugini di Roberto, da sempre imprenditori agricoli, gestiscono diversi ettari di meloni e angurie ( poi carote, insalata ecc). Hanno 18 dipendenti (tutti in regola e pagati secondo i contratti di lavoro di settore) tutti intensamente neri e tutti senegalesi - abbiamo chiesto loro come mai e loro ci hanno risposto che negli anni hanno provato prima con italiani ("ma non trovavamo nessuno che volesse questo lavoro") poi con altre etnie di extracomunitari ("ma nessuno riusciva a reggere") e alla fine hanno selezionato un gruppo fidato di operai. "Se dovessimo rimandare a casa questa gente noi chiuderemmo l'azienda"
-distributore della Esso alla rotonda di Paradigna: il loquace benzinaio albanese ci dice che nel grande distributore, con annesso Autogrill h24, tutti i dipendenti - tranne uno - sono extracomunitari. Ci chiediamo : ma sarà il risultato di una politica di discriminazione e razzismo al rovescio da parte dei proprietari?
- casa protetta nella Bassa Parmense - ci lavora la dinamica signora moldava, (con ovviamente alle spalle una storia tristissima, ma ora "vincente" da tutti i punti di vista), che fa qualche ora in casa mia di pulizie. Lei parla di colleghe nigeriane, infermiere ucraine, capoturno albanesi che puliscono la merda di anziani e anzianissimi italiani.
Queste sono solo narrazioni, non fanno politica - però bisogna a mio avviso ascoltare molte storie per sintetizzare una posizione politica e non solo le storie dei terroristi, bisogna leggere elaborare e far capire dati (per esempio che gli "italiani" non fanno più figli e che non solo ci deliziamo a guardare i bellissimi tre figli della signora moldava, ma che questi danno linfa all'Italia del futuro; per esempio che GIÀ ORA abbiamo bisogno del lavoro degli immigrati per pagare le pensioni che sono tutte di "italiani"; per esempio che il consumo da parte della popolazione extracomunitaria dei nostri servizi di welfare - nonostante deliranti post che leggo su Facebook - è infinitesimo) e bisogna pensare e narrare il futuro.
Solo cosí, credo, riuscirò, riusciremo, a continuare ad ascoltare e chiacchierare e il chiacchiericcio potrà rimanere sottofondo e musica delle nostre città - in pace.
martedì 19 luglio 2016
VACANZE 25 giugno 5 luglio 2016
vacanze in giro per l'Inghilterra del Sud, la Cornovaglia, il Galles del Sud...
Winchester, Salisbury, Stonehenge, Exeter, Torquay, Greenway, Polperro, Plymouth, Salcombe, Truro, Eden Project, Land's End, Bedruthan Steps, Clovelly, Tintagel, Lynton e Lynmouth, Exmoor Park, Wells, Bath, Bristol, Tintern Valley, Ragan Caste, Blaenarvon, Cardiff, Port Eynon, Rhossili...
Cattedrali, castelli, giardini, tidal islands, promontori, scogliere, fantastiche enormi spiagge e potenti maree... Soprattutto verde, fiori ovunque, una bella aria respirabile e fresca, spruzzi di pioggia, un grande senso di libertà, vacanza!
Winchester, Salisbury, Stonehenge, Exeter, Torquay, Greenway, Polperro, Plymouth, Salcombe, Truro, Eden Project, Land's End, Bedruthan Steps, Clovelly, Tintagel, Lynton e Lynmouth, Exmoor Park, Wells, Bath, Bristol, Tintern Valley, Ragan Caste, Blaenarvon, Cardiff, Port Eynon, Rhossili...
Cattedrali, castelli, giardini, tidal islands, promontori, scogliere, fantastiche enormi spiagge e potenti maree... Soprattutto verde, fiori ovunque, una bella aria respirabile e fresca, spruzzi di pioggia, un grande senso di libertà, vacanza!
lunedì 18 luglio 2016
IL FIGLIOL PRODIGO
Il figliol prodigo è tornato, carico di cose, ma soprattutto di storie ed emozioni, di affetti e di ricordi.
E rivedere i miei due figli insieme, simili, sorridenti, spilungoni con la bici a mano per le strade di Parma è un fantastico, irripetibile momento.
venerdì 24 giugno 2016
GIORNO FUNEREO PER LA DEMOCRAZIA
Trovo questo un giorno particolarmente funesto e proprio direi funereo per la democrazia e non solo nel merito - l'uscita della Gran Bretagna mette in serio pericolo molte cose, tra le quali a mio avviso la più grave é sicuramente la tenuta dell'Europa e con essa il prosieguo di settanta anni di pace - ma soprattutto nel metodo. Ancora una volta la democrazia diretta, da molti celebrata come un valore in sè, ha mostrato i suoi limiti e pericoli. In un momento storico in cui il livello culturale - e intendo culturale in senso largo, come capacità di elaborare in senso critico, capacità di comprensione e discernimento, capacità di riconoscere i propri ed altrui limiti - è in caduta, in cui le questioni sono estremamente complesse e vengono vergognosamente consegnate alla democrazia diretta da una politica sempre più in difficoltà ad elaborare e trovare sintesi... In questo momento la democrazia come metodo è a mio parere alle corde ed in assenza di alternative non si discosta granchè dal pericolo autoritarismo nelle sue forme postmoderne di appello diretto e urlato agli stereotipi e alla pancia della gente. L'hanno detto in alcuni, ma non abbastanza - nel miglior modo l'ha detto Saviano.
In questo quadro, il referendum costituzionale mi fa tremare le vene - sarà un massacro di stupidaggini da una parte e dall'altra, ma sappiamo che qualsiasi chiamata alla ragione soccomberà alle chiamate alla pancia.
lunedì 20 giugno 2016
ABBASTANZA INCOMPRENSIBILE
Ci deve essere qualcosa di incomprensibile, sbagliato, favolistico in quanto percepiamo dai media, sentiamo dire, in ciò che forma le nostre convinzioni, in ciò che crea le nostre decisioni di voto. Dall'esterno, da lettrice non accanita ma un po' attenta dei giornali, avrei pensato che Torino fosse ben amministrata, città europea proiettata sulla modernità dopo una difficile transizione dal manifatturiero puro ad un mix tra manifattura e servizi. Sempre dall'esterno, percepivo invece nella bellissima e amatissima Bologna un'amministrazione grigia, incentrata sulla buona città di provincia ma senza appeal, senza "visioni" reali (ma nemmeno illusorie). Però Torino ha rinnegato l'immagine che ne avevo dicendo col voto che non voleva bene alla precedente amministrazione e Bologna invece ha rinnovato il rapporto tra la città e la sua amministrazione. Mi sbagliavo, evidentemente, perché è ridicolo pensare che si siano sbagliati i cittadini di Bologna e Torino. È sicuramente i giornali ed io vediamo solo un pezzo della realtà - ragionato ed articolato ma pure sempre borghese - mentre la realtà è fatta molto anche di pance, di emozioni, di aspettative ed illusioni, di piccole rivincite, di grandi disagi. Sarà bene imparare, in fretta.T
mercoledì 8 giugno 2016
DEI GUFI CHE VEDONO CON CHIAREZZA
Davvero consolante leggere ogni tanto, nel rumore di sottofondo dei gufi ed anti gufi, un intervento diretto ma non semplicistico, condivisibile anche da posizioni diverse, mi viene da dire limpido, anche se magari non è l'aggettivo giusto.
Post di oggi (Facebook) di Claudio Fava)
Tra dieci giorni si voterà per il sindaco di Roma. E io voterò Roberto Giachetti. Non mi sento equidistante dai due candidati al ballottaggio e non credo nel rimedio aristocratico della scheda bianca. Questa città pretende uno scatto di responsabilità: che in politica vuol dire anche metterci la faccia.
Lo dico da uomo di sinistra. Una sinistra in cui taluni preferiscono definirsi per sottrazione rispetto al PD, si ingegnano di applaudire la notte del voto il presunto sorpasso della Meloni su Giachetti, pensano di costruire la propria identità sulle sconfitte altrui. Io non ne sono capace. E punire Roma con un cattivo voto pur di dare un dispiacere a Renzi mi sembra una scelta adolescenziale.
Voterò Giachetti, non la Raggi. Non per pregiudizio contro il Movimento 5 Stelle: conosco e apprezzo il lavoro che molti di loro fanno alla Camera ma mi sento irrimediabilmente lontano dalla supponenza con cui continuano a interpretare la politica applicando solo due categorie: loro e gli altri. Mi preoccupa e mi annoia questo determinismo ariano: la virtù è solo qui, tra noi, gli unici, gli eletti; tutto il resto è miseria, menzogna, opacità… (tranne ai ballottaggi: allora risultano benvenuti anche i voti fascisti di Salvini).
Voterò Giachetti, non Renzi. Da cui mi divide molto e non credo nemmeno di doverlo qui spiegare. Due anni fa siamo usciti in quattordici da SEL. Tredici sono entrati nel PD: io no. Ho contribuito a creare alla Camera il gruppo della Sinistra Italiana, sono da sempre all’opposizione di questo governo ma non penso che la mia funzione parlamentare sia quella dell’antagonismo a prescindere. E sono convinto che tra le esperienze limpide e positive di questi anni ci sia la rielezione a Cagliari del mio amico Massimo Zedda: che da cinque anni governa in modo eccellente, assieme a Sinistra Italiana e al PD, una città che per vent’ anni era stata bottino di guerra della destra.
Voterò Giachetti perché sono certo che sarà un buon sindaco. Perché non è uno abituato a cantare messa, perché ho misurato il suo rigore morale in tre anni di vicepresidenza della Camera, perché mi garantisce la sua esperienza amministrativa, perché mi conforta la sua formazione radicale in una città in cui molte scelte di governo sono state sempre tacitamente delegate alla Curia e al Vaticano. Lo voto perché non lo considero il prodotto di mafia capitale, cioè di una stagione politica miserabile dove tutti (tutti!) hanno dato il loro contributo di complicità, distrazione o incapacità al saccheggio criminale di Roma. Le liste che lo sostenevano, Giachetti le ha portate all’esame della Commissione antimafia ben prima di presentarle: dopo le contumelie e gli isterismi che il suo partito aveva dedicato lo scorso anno al lavoro dell’Antimafia, l’iniziativa di Giachetti non è solo una scelta di trasparenza ma anche – se permettete - di stile.
Lo voto, e lo scrivo. Perché sono stufo di una politica in cui tutto è tattica, convenienza, opportunismo, sussurro, ritorsione, dispetto. E perché anche dentro una sinistra precipitata al 4% esiste ancora il dovere di pensieri, se non proprio lunghi, almeno dignitosi.
Post di oggi (Facebook) di Claudio Fava)
Tra dieci giorni si voterà per il sindaco di Roma. E io voterò Roberto Giachetti. Non mi sento equidistante dai due candidati al ballottaggio e non credo nel rimedio aristocratico della scheda bianca. Questa città pretende uno scatto di responsabilità: che in politica vuol dire anche metterci la faccia.
Lo dico da uomo di sinistra. Una sinistra in cui taluni preferiscono definirsi per sottrazione rispetto al PD, si ingegnano di applaudire la notte del voto il presunto sorpasso della Meloni su Giachetti, pensano di costruire la propria identità sulle sconfitte altrui. Io non ne sono capace. E punire Roma con un cattivo voto pur di dare un dispiacere a Renzi mi sembra una scelta adolescenziale.
Voterò Giachetti, non la Raggi. Non per pregiudizio contro il Movimento 5 Stelle: conosco e apprezzo il lavoro che molti di loro fanno alla Camera ma mi sento irrimediabilmente lontano dalla supponenza con cui continuano a interpretare la politica applicando solo due categorie: loro e gli altri. Mi preoccupa e mi annoia questo determinismo ariano: la virtù è solo qui, tra noi, gli unici, gli eletti; tutto il resto è miseria, menzogna, opacità… (tranne ai ballottaggi: allora risultano benvenuti anche i voti fascisti di Salvini).
Voterò Giachetti, non Renzi. Da cui mi divide molto e non credo nemmeno di doverlo qui spiegare. Due anni fa siamo usciti in quattordici da SEL. Tredici sono entrati nel PD: io no. Ho contribuito a creare alla Camera il gruppo della Sinistra Italiana, sono da sempre all’opposizione di questo governo ma non penso che la mia funzione parlamentare sia quella dell’antagonismo a prescindere. E sono convinto che tra le esperienze limpide e positive di questi anni ci sia la rielezione a Cagliari del mio amico Massimo Zedda: che da cinque anni governa in modo eccellente, assieme a Sinistra Italiana e al PD, una città che per vent’ anni era stata bottino di guerra della destra.
Voterò Giachetti perché sono certo che sarà un buon sindaco. Perché non è uno abituato a cantare messa, perché ho misurato il suo rigore morale in tre anni di vicepresidenza della Camera, perché mi garantisce la sua esperienza amministrativa, perché mi conforta la sua formazione radicale in una città in cui molte scelte di governo sono state sempre tacitamente delegate alla Curia e al Vaticano. Lo voto perché non lo considero il prodotto di mafia capitale, cioè di una stagione politica miserabile dove tutti (tutti!) hanno dato il loro contributo di complicità, distrazione o incapacità al saccheggio criminale di Roma. Le liste che lo sostenevano, Giachetti le ha portate all’esame della Commissione antimafia ben prima di presentarle: dopo le contumelie e gli isterismi che il suo partito aveva dedicato lo scorso anno al lavoro dell’Antimafia, l’iniziativa di Giachetti non è solo una scelta di trasparenza ma anche – se permettete - di stile.
Lo voto, e lo scrivo. Perché sono stufo di una politica in cui tutto è tattica, convenienza, opportunismo, sussurro, ritorsione, dispetto. E perché anche dentro una sinistra precipitata al 4% esiste ancora il dovere di pensieri, se non proprio lunghi, almeno dignitosi.
LA RAPPRESENTANZA
Trovo il risultato delle ammistrative del territorio di Parma una catastrofe - però vorrei spiegare perché, dato che non ho visto argomentare con questo punto di vista che vorrei dare. A Busseto, e anche a Traversetolo, si è ripetuto quello che è già successo lo scorso anno a Fontevivo (mio paese natale e quindi la cosa mi ha fatto veramente imbestialire): il paese ha votato il centrosinistra con percentuali oltre il 50% ma con liste di galletti locali tra loro combattenti (in genere ex assessori contro il sindaco) e si ritrova Busseto un sindaco di centro- destra e Fontevivo addirittura un sindaco LEGHISTA.
Ora, per me non è tanto la sconfitta elettorale che conta, non sono mai stata molto di partito in quanto poco aderente all'identificazione ottocentesca al partito di massa (in questo sono molto giovane perchè nessuno dei nostri giovani lo è) - sono per una identificazione certa di area e valori, ma con posizionamenti critici e variabili sulle scelte politiche.
Non vedo quindi come valore assoluto la vittoria del PD. Vedo chiaramente, però, che in queste situazioni descritte il PD ha mancato la funzione essenziale delegata ai partiti, la loro ragione di essere, cioè l'organizzazione della rappresentanza di un popolo di cui sono espressione. Un fallimento grave a cui si risponderà che il partito non ha strumenti e bla bla bla... A me sembra che manchino, più che gli strumenti, la consapevolezza di cosa si sta facendo e perchè - e l'assunzione di responsabilità (si è dimesso qualcuno degli organismi dirigenti di Parma?)
venerdì 27 maggio 2016
COMPLEANNO DI GIGI
Tra poche ore Luigi, il mio Gigi, compie 18 anni, un compleanno importante, il segno che un giovane uomo sta nascendo. Non ho mai sottovalutato la fatica di crescere - i bambini, nella loro apparente semplicità e gioia pura, scoppiano a piangere fragorosamente all' improvviso - il male che provoca il pianto cambia nei vari momenti della crescita (la fame, il mal di pancia, il ginocchio sbucciato, non essere capiti, non essere abbracciati, subire i milioni di offese di un mondo che a poco a poco fa breccia nella vita di un bambino). Gli adulti tendono a pensare che sono sciocchezze, poca cosa, ma per chi li vive sono importanti, drammatici.E poi c'è lo spinoso e ossuto adolescente che ha bisogno di farti male, al tempo stesso facendo male a se stesso, che non governa un corpo in cambiamento e mille e misteriose spinte dentro di sè che lo confondono, lo impauriscono, lo rendono euforico e depresso, aggressivo ed affettuoso. Ormai sei passato oltre anche a questo.
Credo che crescere sia faticoso, contraddittorio, un lavoro quotidiano che sai mai finito.
Ma so anche, Gigi, che vederti crescere è stato un privilegio, costellato da piccoli ricordi splendidi di momenti, di gesti, di luoghi, perfino di vestiti - è stato solo ed esclusivamente un piacere, per me, e non l'ho mai dimenticato nemmeno quando era naturale (e necessario) essere severi e arrabbiati e - specie nel mio caso - "caustici".
Oggi ovviamente mi chiedo cosa diventerai, ma questo compleanno è particolare perchè sarai molto lontano e ti canteranno las mañanitas come canzoncina di buon compleanno. Mi tocca addirittura chiedermi cosa e chi sei diventato in questi mesi lontano da noi e non vedo l'ora di capirlo quando ti rivedrò, tra meno di due mesi, il 18 luglio, e di scoprire aspetti nuovi nel mio (amatissimo) Gigi. E riavrò il privilegio di osservarti mentre cresci ed affiancare la tua crescita, riconoscendo in te gli echi di altri luoghi, di altre persone ed altri affetti. Ne sarò, come sempre, felice.
Un abbraccio ( mi manca molto abbracciarti).
Mamma
Credo che crescere sia faticoso, contraddittorio, un lavoro quotidiano che sai mai finito.
Ma so anche, Gigi, che vederti crescere è stato un privilegio, costellato da piccoli ricordi splendidi di momenti, di gesti, di luoghi, perfino di vestiti - è stato solo ed esclusivamente un piacere, per me, e non l'ho mai dimenticato nemmeno quando era naturale (e necessario) essere severi e arrabbiati e - specie nel mio caso - "caustici".
Oggi ovviamente mi chiedo cosa diventerai, ma questo compleanno è particolare perchè sarai molto lontano e ti canteranno las mañanitas come canzoncina di buon compleanno. Mi tocca addirittura chiedermi cosa e chi sei diventato in questi mesi lontano da noi e non vedo l'ora di capirlo quando ti rivedrò, tra meno di due mesi, il 18 luglio, e di scoprire aspetti nuovi nel mio (amatissimo) Gigi. E riavrò il privilegio di osservarti mentre cresci ed affiancare la tua crescita, riconoscendo in te gli echi di altri luoghi, di altre persone ed altri affetti. Ne sarò, come sempre, felice.
Un abbraccio ( mi manca molto abbracciarti).
Mamma
lunedì 23 maggio 2016
domenica 22 maggio 2016
SI FA PRESTO A DIRE MARGHERITE
Margherite? No, Erigeron. Però secondo me splendide in ogni caso. Comprate a Ventimiglia ed ora in splendida fioritura nel mio cortile.
LA MEDIOCRITÀ 2 - RISPOSTE SEMPLICI (STICHE) A PROBLEMI COMPLESSI
Mi è capitato recentemente di discutere via Facebook( via Facebook, non ci posso credere! Ho mollato quasi subito, non è possibile condurre una discussione seria via Facebook) con un amico cui la categoria "mediocrità" non si applica affatto, nemmeno lontanamente. Eppure, questo amico ha serenamente affermato che se fosse il prossimo sindaco di Parma la prima cosa che farebbe sarebbe dare gratis gli "asili" ai figli degli immigrati, perchè partono in prima elementare già col 6 perchè non sanno l'italiano. Questa affermazione (innocua, di per se stessa) mi ha colpito per la sua mediocrità e per il fatto che questo amico rappresenta una delle migliori teste pensanti che conosco.
Tralascio molti commenti, ma due li devo almeno sfiorare:
1. Asilo nido e scuola dell'infanzia sono due ordini di scuole molto diversi, non solo per i costi e le rispettive tariffe sostenute dalle famiglie (su cui sono ferratissima - è il mio mestiere), ma soprattutto per i bisogni familiari ed educativi a cui rispondono. L'asilo nido in Emilia-Romagna copre circa il 30% dei bimbi in età corrispondente, sia italiani che stranieri (e da almeno un paio d'anni non c'è lista d'attesa, nonostante mediocri e altisonanti titoli di gionale e convinzioni non eradicabili. La scuola dell'infanzia intorno al 95% dei bimbi di età, sia italiani che stranieri (cioè, in pratica, tutti). Non è veramente possibile a mio avviso farne un discorso unico. E qui mi fermo, perchè voglio fare il post su altro.
2. La compartecipazione delle famiglie (cioè quello che pagano ogni mese) è calcolata sull'ISEE cioè su un indicatore di capacità reddituale - alcune famiglie pagano pochissimo o anche niente in base alla loro situazione reddituale. Anche qui mi fermo, sottolineo solo che anche la retta massima copre solo circa un terzo dei costi del servizio.
Se capisco bene, la problematica rappresentata riguarda l'insuccesso scolastico dei figli della migrazione. Questo tema mi riguarda professionalmente solo lateralmente - occupandomi di servizi sociali ne vedo le conseguenze (ragazzini e ragazzi a disagio sociale), ma anche direttamente nella parte programmazione dei servizi di prevenzione (che è la cenerentola dei servizi - la prevenzione non dà sufficiente visibilità) Inoltre, da qualche anno ho ben presente una lezione magistrale di un professore della Bocconi che affermava che il maggiore svantaggio competitivo che la Regione Emilia-Romagna patirà nei prossimi vent'anni sarà questa massa di oggi ragazzi e domani lavoratori dequalificata e priva degli strumenti non solo di lavoro, ma anche di comprensione del mondo - saranno qui tra noi, cosa ce ne faremo?
Inoltre, ho avuto una figlia che è stata per i primi sei anni della sua vita una "seconda generazione" (ce ne sono di quattro tipi: stranieri nati in Italia, stranieri nati all'estero e giunti in Italia in età prescolare, stranieri nati all'estero e giunti in Italia tra i 7 e i 12 anni, stranieri nati all'estero e giunti in Italia tra i 13 e i 17 anni) e l'ho osservata imparare a parlare in spagnolo, passate all'italiano per tre mesi e poi parlare in inglese - sono molto sensibile e interessata alla problematica. E infine, ho fatto un master in Education negli Stati Uniti, dove la linguistica L2 è stato uno dei temi di studio.
Quello che abbiamo oggi in Italia è descritto da molti dati, ma ne prendo solo un paio: a 18 anni sono ancora sui banchi di scuola l'80% dei ragazzi italiani (SOLO l'80%!) e il 60% dei ragazzi di origine straniera - il 19% degli italiani di quell'età ha un ritardo scolastico di almeno un anno, il 36% degli stranieri (di cui il 40% di due anni o più). Inoltre, solo il 18% degli stranieri segue un percorso liceale, istituti tecnici (33%), gli altri istituti professionali o corsi di formazione professionale (e il 50% non terminerà il corso di studi).
Le cause?
- le stesse che per i ragazzi italiani - basso capitale umano (sociale, economico e culturale) della famiglia e ci sarebbe molto da dire ma non mi soffermo
- le famiglie migranti hanno spesso esigenze di inserimento precoce dei figli nel mondo del lavoro e quindi scelgono percorsi più culturalmente poveri e più rapidamente monetizzabili
- i ragazzi stranieri hanno un problema di identità e di apparteneza (altro tema enorme)
- la lingua non è la causa prevalente - la quasi totalità è capace di comunicare senza problemi, senza accento e senza incomprensioni. Non manca l'alfabetizzazione primaria, manca l'alfabetizzazione secondaria, quella della competenza linguistica scritta, quella "per studiare".
La cosa da sottolineare è che il fattore linguistico più importante, in verità, è la competenza linguistica nella lingua materna: il livello di competenza in L2 è una parziale funzione del tipo di competenza che si è sviluppato in L1 nel momento in cui inizia l'esposizione intensiva a L2 quindi bisognerebbe sostenere ed incentivare i genitori stranieri ad usare la lingua materna con i bambini e non "insegnare" precocemente l'italiano e valorizzare il più possibile la L1.
È quindi prioritario l'asilo nido per tutti? Molte cose si possono fare, sia come sindaco che come insegnanti che come sistema scolastico - forse è semplice dire "devono imparare l'italiano' ma forse un po' semplicistico? Forse bisogna problematizzare, approfondire, ascoltare chi studia e chi opera - non è molto di moda, ma non c'è speranza senza. Altrimenti siamo "altruisti irrazionali" (Giovanna Zincone, La Stampa 25 novembre 2013) o, più semplicemente, incorriamo in una mediocrità inaspettata e immeritata.
Tralascio molti commenti, ma due li devo almeno sfiorare:
1. Asilo nido e scuola dell'infanzia sono due ordini di scuole molto diversi, non solo per i costi e le rispettive tariffe sostenute dalle famiglie (su cui sono ferratissima - è il mio mestiere), ma soprattutto per i bisogni familiari ed educativi a cui rispondono. L'asilo nido in Emilia-Romagna copre circa il 30% dei bimbi in età corrispondente, sia italiani che stranieri (e da almeno un paio d'anni non c'è lista d'attesa, nonostante mediocri e altisonanti titoli di gionale e convinzioni non eradicabili. La scuola dell'infanzia intorno al 95% dei bimbi di età, sia italiani che stranieri (cioè, in pratica, tutti). Non è veramente possibile a mio avviso farne un discorso unico. E qui mi fermo, perchè voglio fare il post su altro.
2. La compartecipazione delle famiglie (cioè quello che pagano ogni mese) è calcolata sull'ISEE cioè su un indicatore di capacità reddituale - alcune famiglie pagano pochissimo o anche niente in base alla loro situazione reddituale. Anche qui mi fermo, sottolineo solo che anche la retta massima copre solo circa un terzo dei costi del servizio.
Se capisco bene, la problematica rappresentata riguarda l'insuccesso scolastico dei figli della migrazione. Questo tema mi riguarda professionalmente solo lateralmente - occupandomi di servizi sociali ne vedo le conseguenze (ragazzini e ragazzi a disagio sociale), ma anche direttamente nella parte programmazione dei servizi di prevenzione (che è la cenerentola dei servizi - la prevenzione non dà sufficiente visibilità) Inoltre, da qualche anno ho ben presente una lezione magistrale di un professore della Bocconi che affermava che il maggiore svantaggio competitivo che la Regione Emilia-Romagna patirà nei prossimi vent'anni sarà questa massa di oggi ragazzi e domani lavoratori dequalificata e priva degli strumenti non solo di lavoro, ma anche di comprensione del mondo - saranno qui tra noi, cosa ce ne faremo?
Inoltre, ho avuto una figlia che è stata per i primi sei anni della sua vita una "seconda generazione" (ce ne sono di quattro tipi: stranieri nati in Italia, stranieri nati all'estero e giunti in Italia in età prescolare, stranieri nati all'estero e giunti in Italia tra i 7 e i 12 anni, stranieri nati all'estero e giunti in Italia tra i 13 e i 17 anni) e l'ho osservata imparare a parlare in spagnolo, passate all'italiano per tre mesi e poi parlare in inglese - sono molto sensibile e interessata alla problematica. E infine, ho fatto un master in Education negli Stati Uniti, dove la linguistica L2 è stato uno dei temi di studio.
Quello che abbiamo oggi in Italia è descritto da molti dati, ma ne prendo solo un paio: a 18 anni sono ancora sui banchi di scuola l'80% dei ragazzi italiani (SOLO l'80%!) e il 60% dei ragazzi di origine straniera - il 19% degli italiani di quell'età ha un ritardo scolastico di almeno un anno, il 36% degli stranieri (di cui il 40% di due anni o più). Inoltre, solo il 18% degli stranieri segue un percorso liceale, istituti tecnici (33%), gli altri istituti professionali o corsi di formazione professionale (e il 50% non terminerà il corso di studi).
Le cause?
- le stesse che per i ragazzi italiani - basso capitale umano (sociale, economico e culturale) della famiglia e ci sarebbe molto da dire ma non mi soffermo
- le famiglie migranti hanno spesso esigenze di inserimento precoce dei figli nel mondo del lavoro e quindi scelgono percorsi più culturalmente poveri e più rapidamente monetizzabili
- i ragazzi stranieri hanno un problema di identità e di apparteneza (altro tema enorme)
- la lingua non è la causa prevalente - la quasi totalità è capace di comunicare senza problemi, senza accento e senza incomprensioni. Non manca l'alfabetizzazione primaria, manca l'alfabetizzazione secondaria, quella della competenza linguistica scritta, quella "per studiare".
La cosa da sottolineare è che il fattore linguistico più importante, in verità, è la competenza linguistica nella lingua materna: il livello di competenza in L2 è una parziale funzione del tipo di competenza che si è sviluppato in L1 nel momento in cui inizia l'esposizione intensiva a L2 quindi bisognerebbe sostenere ed incentivare i genitori stranieri ad usare la lingua materna con i bambini e non "insegnare" precocemente l'italiano e valorizzare il più possibile la L1.
È quindi prioritario l'asilo nido per tutti? Molte cose si possono fare, sia come sindaco che come insegnanti che come sistema scolastico - forse è semplice dire "devono imparare l'italiano' ma forse un po' semplicistico? Forse bisogna problematizzare, approfondire, ascoltare chi studia e chi opera - non è molto di moda, ma non c'è speranza senza. Altrimenti siamo "altruisti irrazionali" (Giovanna Zincone, La Stampa 25 novembre 2013) o, più semplicemente, incorriamo in una mediocrità inaspettata e immeritata.
giovedì 19 maggio 2016
LA MEDIOCRITÀ
Quello che davvero mi preoccupa i questo paese pieno di problemi è questo prepotente non ritorno (c'è sempre stata) ma prepotente riaffiorare della mediocrità. Tanta gente si pasce della propria mediocrità - non servono gli esperti, non servono i dati, le prove, guai a proporre approfondimenti, guai a seguire ed accompagnare i processi - la gggente sa già tutto, sa che tentano di fregarti con le vaccinazioni ai bambini, che tutti i politici sono dei ladri, sa che suo figlio è allergico al glutine e che i soldi della sanità vengono spesi per gli immigrati... (Al tempo stesso vincenti e continuamente mazziati da chi invece li manovra). Il loro epigono è Salvini, il loro strumento l'ignoranza assurta a modello, la loro modalità è la fede in regole ed algoritmi autoprodotti.
I mediocri fanno carriera (non rompono mai i coglioni), ingrossano i sindacati (che proteggono i mediocri, nella finta accezione di una certa sinistra che l'uguaglianza significa che siamo tutti intercambiabili e non uguaglianza di opportunità), formano l'ossatura della classe politica, specie locale, sono collegati ad una delle basi della nostra quotidiana pedagogia scolastica (che premia chi sta nella media, perchè in fondo è sia poco cristiano essere troppo bravi, sia faticoso stimolare e valorizzare l'apporto "fuori media") e ormai, fanno opinione pubblica non discutibile. Per fortuna c'è qualche eccezione, ma non credo basti...
venerdì 13 maggio 2016
MICHELA MARZANO ESCE DAL PD
Sui temi dei diritti e dell'etica ho sempre detto e difeso gli stessi valori e gli stessi principi. E non me la sento, oggi, di non essere coerente con me stessa e con le mie battaglie per opportunità' politica. Lo so che, sulla unioni civili, non si poteva forse fare diversamente e considero che sia importante per l'Italia avere finalmente una norma che garantisca e protegga le persone omosessuali. Aver però eliminato ogni riferimento a 'famiglia' e 'familiare', parlando delle unioni civili come una semplice 'specifica formazione sociale', e aver stralciato la 'stepchild adoption' rappresentano un vulnus per me difficile non solo da accettare, ma anche da giustificare pubblicamente".
(Lettera di dimissioni di Michela Marzano dal gruppo PD - ma rimane in Parlamento)
Lo ammetto, mi ha un po' irritato, forse più di quel che meriti.
Coerenza o rigidità? Coerenza o centratura su se stessi? Coerenza o tanto peggio tanto meglio? Se si applicasse la "legge" della coerenza per tutti e su tutti ci sarebbe l'immobilismo. Se si applicasse davvero la coerenza non si scalderebbero più le case (il riscaldamento inquina e il pd ha nel suo programma la lotta all'inquinamento) si dividerebbe il proprio lauto stipendio da parlamentare con gli ultimi della terra (non abbiamo tutti gli stessi diritti? Così dicono gli ideali della sinistra), si concepirebbero dai due ai tre figli ( non dobbiamo preservare la specie?)... E se tutti noi fossimo virtuosamente coerenti a noi stessi non riusciremmo a contrattare alcuna regola di convivenza. O la Marzano ha vissuto finora su un altro pianeta o sa sicuramente che andava a trattare posizioni possibili nel momento storico determinato - e, per coerenza, se non riesce a farlo, perchè non se ne va a fare altro?
(Lettera di dimissioni di Michela Marzano dal gruppo PD - ma rimane in Parlamento)
Lo ammetto, mi ha un po' irritato, forse più di quel che meriti.
Coerenza o rigidità? Coerenza o centratura su se stessi? Coerenza o tanto peggio tanto meglio? Se si applicasse la "legge" della coerenza per tutti e su tutti ci sarebbe l'immobilismo. Se si applicasse davvero la coerenza non si scalderebbero più le case (il riscaldamento inquina e il pd ha nel suo programma la lotta all'inquinamento) si dividerebbe il proprio lauto stipendio da parlamentare con gli ultimi della terra (non abbiamo tutti gli stessi diritti? Così dicono gli ideali della sinistra), si concepirebbero dai due ai tre figli ( non dobbiamo preservare la specie?)... E se tutti noi fossimo virtuosamente coerenti a noi stessi non riusciremmo a contrattare alcuna regola di convivenza. O la Marzano ha vissuto finora su un altro pianeta o sa sicuramente che andava a trattare posizioni possibili nel momento storico determinato - e, per coerenza, se non riesce a farlo, perchè non se ne va a fare altro?
mercoledì 11 maggio 2016
MARCHINI E' UN COGLIONE MA NON È SOLO
Marchini ha dichiarato che non celebrerà matrimoni tra copie omosessuali -anche se sono legge dello stato (si chiamano unioni civili, evidentemente ostiche per chi la civiltà la misura in potere). Grandi discussioni e scandalo del politically correct, bla bla bla televisivo...
Io avrei una domanda: come mai tutti si scandalizzano per l'affermazione di Marchini (e di Salvini che come sempre quando c'è da sostenere un'autentica cazzata è in prima linea) e nessuno, dico NESSUNO, si chiede come mai un medico, dipendente pubblico, può fare obiezione di coscienza e non applicare una legge delo stato sull'interruzione di gravidanza? Non vedo la differenza.
Io avrei una domanda: come mai tutti si scandalizzano per l'affermazione di Marchini (e di Salvini che come sempre quando c'è da sostenere un'autentica cazzata è in prima linea) e nessuno, dico NESSUNO, si chiede come mai un medico, dipendente pubblico, può fare obiezione di coscienza e non applicare una legge delo stato sull'interruzione di gravidanza? Non vedo la differenza.
domenica 8 maggio 2016
MAH...
Stasera siamo andati al cinema a Viadana, ridente (ridente?) paese del mantovano - siamo andati a vedere The dressmaker , film piacevole e interessante, dove eravamo ben 7 spettatori - e all'uscita, sedute su alcune panchine c'erano alcune signore e un paio di signori piuttosto avanti negli anni e vestite in modo piuttosto direi "di paese" (botteghe piccole e con abbigliamento solido di altri tempi) che chiacchieravano vociando prevalentemente in dialetto.
Forse perchè reduce la sera prima da un'articolata discussione con un amico professore universitario rispetto alla riforma costituzionale, mi sono chiesta "ma questi come faranno a decidere come votare al referendum di ottobre?" - ma senza disprezzo o senso di superiorità, solo pensando alla enorme complessità che ci viene chiesto di gestire con una scheda elettorale. Mah....
Forse perchè reduce la sera prima da un'articolata discussione con un amico professore universitario rispetto alla riforma costituzionale, mi sono chiesta "ma questi come faranno a decidere come votare al referendum di ottobre?" - ma senza disprezzo o senso di superiorità, solo pensando alla enorme complessità che ci viene chiesto di gestire con una scheda elettorale. Mah....
martedì 3 maggio 2016
HO LETTO UN LIBRO CHE MI HA TOCCATO.
Ho letto un libro che non mi è solo piaciuto, ma mi ha toccato. Moltissimi libri mi sono piaciuti e alcuni mi hanno toccato - alcuni addirittura sono rimasti con me - così senza pensarci mi viene in mente Orgoglio e pregiudizio, Il giro del mondo in 80 giorni, i Fratelli Karamazov, tutto Pavese (ma in particolare Il mestiere di vivere), la Leggerezza delle Lezioni americane, i racconti di Buzzati, tutto Böll ( ma in particolare Opinioni di un clown e Foto di gruppo con signora), Cent'anni di solitudine e tutto Gabo e tanti altri (recentemente Rosa candida).
Non so se questo libro rimarrà con me, solo il tempo lo può confermare, al momento mi ha toccato.
Si chiama Academy Street ed è l'opera quasi prima di una giovane scrittrice irlandese, Mary Costello. Narra in modo severo, asciutto, implacabilmente descrittivo la storia di una donna che diventa concreta, visibile agli occhi. L'ho letto in inglese, per fortuna, così ho potuto pienamente apprezzare l'enorme ricchezza e precisione del linguaggio - ricco, ma non barocco. Mi ha fortemente impressionato la capacità di farti immergere ed aderire nella storia di una donna che è posso dire l'opposto probabilmente di quella che è stata la mia storia e la mia percezione ed esperienza del mondo, ma in cui in alcuni momenti mi sono ritrovata ed identificata.
Mi piace fare questa citazione - la protagonista, ormai vecchia e sola, pensa alla vecchiaia che la attende
"There was no Eden, there would be no Eden, no radiant streaming, no transformation. Just time, and tasks made lighter by the memory of love, and days like all others when she would put one foot in front of the other and walk on, obedient to fate."
Non so se questo libro rimarrà con me, solo il tempo lo può confermare, al momento mi ha toccato.
Si chiama Academy Street ed è l'opera quasi prima di una giovane scrittrice irlandese, Mary Costello. Narra in modo severo, asciutto, implacabilmente descrittivo la storia di una donna che diventa concreta, visibile agli occhi. L'ho letto in inglese, per fortuna, così ho potuto pienamente apprezzare l'enorme ricchezza e precisione del linguaggio - ricco, ma non barocco. Mi ha fortemente impressionato la capacità di farti immergere ed aderire nella storia di una donna che è posso dire l'opposto probabilmente di quella che è stata la mia storia e la mia percezione ed esperienza del mondo, ma in cui in alcuni momenti mi sono ritrovata ed identificata.
Mi piace fare questa citazione - la protagonista, ormai vecchia e sola, pensa alla vecchiaia che la attende
"There was no Eden, there would be no Eden, no radiant streaming, no transformation. Just time, and tasks made lighter by the memory of love, and days like all others when she would put one foot in front of the other and walk on, obedient to fate."
LA MIA STORIA CON L'OPERA DA TRE SOLDI
Ebbene sì, ho una storia con l'Opera da tre soldi di Brecht.
Nell'ormai lontanissimo anno della maturità mi trovavo a preparare un argomento per ogni materia, nel caso mi avessero chiesto un argomento a scelta - e siccome una delle mie materie era il tedesco avevo scelto Brecht. Di Brecht avevamo letto (in tedesco) solo alcuni brani, così avevo letto (in italiano) l'Opera da tre soldi. Non ricordo se mi era piaciuta, ricordo però bene che mi aveva turbato, soprattutto per la negazione totale dei sentimenti: nell'Opera non c'è amore, non c'è amicizia, non c'è nemmeno povertà e la verità è squallida, si sbriciola tra le dita.
Vent'anni dopo (vent'anni fa) quando ancora avevo la forza e la voglia di possedere ogni anno un abbonamento a teatro, l'ho vista per la prima volta messa in scena e l'avevo amata molto, avevo amato la sua forza politica, l'idealismo, il forte senso etico, la rabbia. Avevo pensato al cinico idealista che aveva scritto "Per voi che siete sazi e ben pasciuti/godendo in pace delle pene altrui/dei miserabili la voce griderà/se un uomo ha fame si ribellerà". Per me era un approccio nuovo, così diretto, ma non semplicistico, potente.
Sabato scorso siamo andati al Piccolo di Milano con Anna e una sua splendida amica a vedere l'Opera da tre soldi in un a mio parere azzeccatissimo allestimento con bravissimi attori e stavolta più di tutto ne ho colto l'attualità (scritta quasi novanta anni fa! Nel 1928) "la legge l'hanno inventata per organizzare lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o che non possono permettersi di rispettarla", ma al contempo, per la prima volta, ho percepito più la disperazione e il sarcasmo che non la lotta e l'ironia.
CHI VINCE FA LA STORIA/ E CHI PERDE TACERÀ. Non c'è speranza di progresso e redenzione? Usando la ragione probabilmente no - ma anche se Brecht lo nega siamo fatti anche di sentimenti e percezioni - e la speranza è uno dei più potenti.
(Anna ci ha raccontato di avere fatto fatica a connettersi con quello che avveniva in scena - l'Opera ha iniziato la sua storia con lei...).
Nell'ormai lontanissimo anno della maturità mi trovavo a preparare un argomento per ogni materia, nel caso mi avessero chiesto un argomento a scelta - e siccome una delle mie materie era il tedesco avevo scelto Brecht. Di Brecht avevamo letto (in tedesco) solo alcuni brani, così avevo letto (in italiano) l'Opera da tre soldi. Non ricordo se mi era piaciuta, ricordo però bene che mi aveva turbato, soprattutto per la negazione totale dei sentimenti: nell'Opera non c'è amore, non c'è amicizia, non c'è nemmeno povertà e la verità è squallida, si sbriciola tra le dita.
Vent'anni dopo (vent'anni fa) quando ancora avevo la forza e la voglia di possedere ogni anno un abbonamento a teatro, l'ho vista per la prima volta messa in scena e l'avevo amata molto, avevo amato la sua forza politica, l'idealismo, il forte senso etico, la rabbia. Avevo pensato al cinico idealista che aveva scritto "Per voi che siete sazi e ben pasciuti/godendo in pace delle pene altrui/dei miserabili la voce griderà/se un uomo ha fame si ribellerà". Per me era un approccio nuovo, così diretto, ma non semplicistico, potente.
Sabato scorso siamo andati al Piccolo di Milano con Anna e una sua splendida amica a vedere l'Opera da tre soldi in un a mio parere azzeccatissimo allestimento con bravissimi attori e stavolta più di tutto ne ho colto l'attualità (scritta quasi novanta anni fa! Nel 1928) "la legge l'hanno inventata per organizzare lo sfruttamento di coloro che non la capiscono, o che non possono permettersi di rispettarla", ma al contempo, per la prima volta, ho percepito più la disperazione e il sarcasmo che non la lotta e l'ironia.
CHI VINCE FA LA STORIA/ E CHI PERDE TACERÀ. Non c'è speranza di progresso e redenzione? Usando la ragione probabilmente no - ma anche se Brecht lo nega siamo fatti anche di sentimenti e percezioni - e la speranza è uno dei più potenti.
(Anna ci ha raccontato di avere fatto fatica a connettersi con quello che avveniva in scena - l'Opera ha iniziato la sua storia con lei...).
domenica 24 aprile 2016
BICENTENARIO DELLA NASCITA DI CHARLOTTE BRONTE
"Non sono stata calpestata. Non sono stata avvilita e paralizzata. Non sono stata seppellita insieme a menti inferiori, esclusa anche dal più piccolo bagliore di comunione con l'intelligenza, l'energia, la nobiltà. Ho discusso, da pari a pari, con una realtà che mi ispira profondo rispetto; la cui presenza è una gioia per me : con una mente originale, vigorosa, vasta. Ho conosciuto voi, signor Rochester; e mi sento vincere dal terrore e dall'angoscia al pensiero che devo venire strappata per sempre dalla vostra presenza."
(Jane Eyre)
A noi romantiche ragazzine Jane Eyre piaceva molto perchè è un'eroina romantica, piena di fremiti trattenuti e di vicissitudini tragiche, preda delle convenzioni del tempo (quanto ho sperato di poterle dire di tenerselo, il signor Rochester, sposato o no!), ma anche consapevolmente erotica, con la schiena dritta, dignitosa, con una sua vita, una sua cultura, un senso compiuto di sé - una femminista ante litteram? (Perfino una feroce sputtanatrice di una Chiesa gretta ed algida...).
E adesso che non sono più una ragazzina Jane Eyre mi piace ancora e ancora mi emoziono quando il Signor Rochester compare improvvisamente nella nebbia....
martedì 12 aprile 2016
DOMENICA NON ANDRÓ A VOTARE
Chissà se riesco a spiegare con chiarezza perchè domenica non andrò a votare per il referendum c.d. "Trivelle" - non è facile, ipotizzo soprattutto per una mancata condivisione dei significati emotivi delle parole. Ci provo.
Sgombro subito il campo: di quello che ha detto Renzi o chi per lui, come sempre, non me ne frega niente.
Non vado a votare, anche se ho letto un po' e voterei no, per diretta e incazzata protesta di essere chiamata a votare su temi complessi, multisfaccettati e multifattoriali che non possono essere oggetto di referendum, se non a costo di essere mistificati, ridotti a slogan, falsati.
La metto giù brutale: siamo chiamati a fermare una produzione italiana (piccola) di metano che alle attuali condizioni tecnologiche e di mercato verrà sostituito da importazione di metano prodotto altrove. Veniamo quindi chiamati a votare di spostare (abbastanza ipotetici) rischi ambientali dal nostro backyard ad un "altrove"? E allora come mai tutto questo viene collegato alle energie rinnovabili, alla protezione dell'ambiente, al consumo delle risorse?
E, chiedo scusa, che strumenti ho io che pure ho due lauree, ma mi occupo di anziani e disabili e poveri per capire se i rischi ambientali sono maggiori nel trivellare o nello spostare metano in grandi metanodotti o in navi metaniere in cisterne d'acciaio in cui viaggia liquefatto a -161 gradi?
Non dovrebbe essere la politica, la mediazione e la discussione politica a farne oggetto di consapevolezza collettiva e consenso?
I referendum sono giusti per confermare o disconfermare concetti grandi, semplici, non semplificati: aborto sì o aborto no, divorzio sì, divorzio no.
Sono ancora pentita di essere andata a votare per il referendum sull'acqua pubblica, anche lì un tema assai complesso che non riguardava in realtà come ci era stato detto solo il principio dell'acqua pubblica, ma riguardava anche e riguarda tuttora la capacità e anche la possibilità di gestire in modo equo, trasparente ed efficiente da parte del pubblico (e io che lo conosco bene avrei dovuto saperlo).
Così, non vado a votare e non voterò mai più su problematiche distorte e mistificate, pronta ad un impegno di costruzione collettiva di consapevolezza, conoscenza e consenso sui temi sollevati. Smettetela di cercare di usarmi!
(Ps non addosso ai promotori ma esprimo la mia indignazione per la campagna Trivella tua sorella - dimostrazione plastica che, sia a destra che a sinistra, la madre dei cretini è sempre incinta)
Sgombro subito il campo: di quello che ha detto Renzi o chi per lui, come sempre, non me ne frega niente.
Non vado a votare, anche se ho letto un po' e voterei no, per diretta e incazzata protesta di essere chiamata a votare su temi complessi, multisfaccettati e multifattoriali che non possono essere oggetto di referendum, se non a costo di essere mistificati, ridotti a slogan, falsati.
La metto giù brutale: siamo chiamati a fermare una produzione italiana (piccola) di metano che alle attuali condizioni tecnologiche e di mercato verrà sostituito da importazione di metano prodotto altrove. Veniamo quindi chiamati a votare di spostare (abbastanza ipotetici) rischi ambientali dal nostro backyard ad un "altrove"? E allora come mai tutto questo viene collegato alle energie rinnovabili, alla protezione dell'ambiente, al consumo delle risorse?
E, chiedo scusa, che strumenti ho io che pure ho due lauree, ma mi occupo di anziani e disabili e poveri per capire se i rischi ambientali sono maggiori nel trivellare o nello spostare metano in grandi metanodotti o in navi metaniere in cisterne d'acciaio in cui viaggia liquefatto a -161 gradi?
Non dovrebbe essere la politica, la mediazione e la discussione politica a farne oggetto di consapevolezza collettiva e consenso?
I referendum sono giusti per confermare o disconfermare concetti grandi, semplici, non semplificati: aborto sì o aborto no, divorzio sì, divorzio no.
Sono ancora pentita di essere andata a votare per il referendum sull'acqua pubblica, anche lì un tema assai complesso che non riguardava in realtà come ci era stato detto solo il principio dell'acqua pubblica, ma riguardava anche e riguarda tuttora la capacità e anche la possibilità di gestire in modo equo, trasparente ed efficiente da parte del pubblico (e io che lo conosco bene avrei dovuto saperlo).
Così, non vado a votare e non voterò mai più su problematiche distorte e mistificate, pronta ad un impegno di costruzione collettiva di consapevolezza, conoscenza e consenso sui temi sollevati. Smettetela di cercare di usarmi!
(Ps non addosso ai promotori ma esprimo la mia indignazione per la campagna Trivella tua sorella - dimostrazione plastica che, sia a destra che a sinistra, la madre dei cretini è sempre incinta)
sabato 9 aprile 2016
E BOLOGNA COI SUOI ORCHESTRALI?
sabato a Bologna. Complice un convegno di cui Roberto era relatore, organizzato dall'Accademia Italiana della Cucina (titolo: "Un gusto ripieno di storia e ripieno di salute - la pasta ripiena in Emilia-Romagna") che offriva al mattino due ore di una "visita guidata alla Bologna nascosta" abbiamo girovagato per il centro di Bologna partendo proprio da sotto le Due Torri (quella degli Asinelli - sotto la quale ogni volta ci stupiamo di non essere mai saliti, forse ancora prigionieri di quel vincolo originario per il quale non si poteva salire prima della laurea - pena non laurearsi più - e la pendente Garisenda /Anteo della Divina Commedia).
Da lì siamo andati verso strada Maggiore alla chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano dove un prete dagli occhi color del cielo ci ha fatto parte del suo grande amore per la Chiesa stessa con la sua storia molto particolare e soprattutto del suo amore immenso e devoto per la Madonna del Suffragio di Guido Reni ("un parrocchiano della nostra Chiesa").
In effetti è bellissima e dolcissima, in questa chiesa piena di cupole. In tanti anni di Università non solo non ci ero mai entrata, ma nemmeno ero stata consapevole della sua esistenza (su cosa ero concentrata? Non so, non ricordo... Forse su conoscere, conoscere, capire, come una giovane spugna che non vede vicino perchè si sforza troppo di vedere - di andare - lontano).
E poi Corte Isolani, che io ricordavo in rovina e ora è elegantemente ristrutturata. Qui c'è lo store di Roche Bobois, su diversi piani, e diversi metri sotto terra, preservato, si può ammirare un pezzo lastricato della via Emilia con i segni incisi nella pietra dei carri che vi passavano. La strada Maggiore su cui tante volte siamo passati nasconde in profondità la via Emilia romana!
E poi le sette chiese col sepolcro di San Petronio, una delle iconografie più conosciute di Bologna In un contesto altamente elegante e spirituale.
Appena fuori, ma anche tutto intorno, un sacco di gente sorridente e rilassata, giovani, vecchi, bambini, passeggiava per tutto il centro - una scena di pace che mi ha aperto il cuore alla speranza - questa pace la dobbiamo a tutti i costi difendere, dobbiamo rendere questo periodo storico di pace la normalità e non l'eccezione, consentendo ad un numero sempre maggiore di persone di passeggiare nel sole primaverile di una bella città.
E poi la libreria Zanichelli con lo studiolo di Carducci, tappa da Tamburini per finire il giro davanti a un San Petronio bianco brillante nel sole e imponente, protettivo, accogliente - come Bologna.
E per finire spuma di mortadella, tortellini in brodo, carrello dei bolliti e degli arrosti con mostarda e salsa verde e gelato alla crema con salsa di cioccolato - al ristorante Diana di via Indipendenza, il tempio della tradizione culinaria bolognese - all Bologna day.
Inondazione di ricordi che alcuni che leggono condividono con me in parte e in parte ognuno di noi ne ha altri, ma oggi i ricordi sono stati dolci, profumati, abbiamo avuto la nostra vita, e ancora tanta ne rimane - siamo fortunati ad avere avuto Bologna a vent'anni e ancora Bologna sa parlare, basta ascoltarla.
Da lì siamo andati verso strada Maggiore alla chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano dove un prete dagli occhi color del cielo ci ha fatto parte del suo grande amore per la Chiesa stessa con la sua storia molto particolare e soprattutto del suo amore immenso e devoto per la Madonna del Suffragio di Guido Reni ("un parrocchiano della nostra Chiesa").
In effetti è bellissima e dolcissima, in questa chiesa piena di cupole. In tanti anni di Università non solo non ci ero mai entrata, ma nemmeno ero stata consapevole della sua esistenza (su cosa ero concentrata? Non so, non ricordo... Forse su conoscere, conoscere, capire, come una giovane spugna che non vede vicino perchè si sforza troppo di vedere - di andare - lontano).
E poi Corte Isolani, che io ricordavo in rovina e ora è elegantemente ristrutturata. Qui c'è lo store di Roche Bobois, su diversi piani, e diversi metri sotto terra, preservato, si può ammirare un pezzo lastricato della via Emilia con i segni incisi nella pietra dei carri che vi passavano. La strada Maggiore su cui tante volte siamo passati nasconde in profondità la via Emilia romana!
E poi le sette chiese col sepolcro di San Petronio, una delle iconografie più conosciute di Bologna In un contesto altamente elegante e spirituale.
Appena fuori, ma anche tutto intorno, un sacco di gente sorridente e rilassata, giovani, vecchi, bambini, passeggiava per tutto il centro - una scena di pace che mi ha aperto il cuore alla speranza - questa pace la dobbiamo a tutti i costi difendere, dobbiamo rendere questo periodo storico di pace la normalità e non l'eccezione, consentendo ad un numero sempre maggiore di persone di passeggiare nel sole primaverile di una bella città.
E poi la libreria Zanichelli con lo studiolo di Carducci, tappa da Tamburini per finire il giro davanti a un San Petronio bianco brillante nel sole e imponente, protettivo, accogliente - come Bologna.
E per finire spuma di mortadella, tortellini in brodo, carrello dei bolliti e degli arrosti con mostarda e salsa verde e gelato alla crema con salsa di cioccolato - al ristorante Diana di via Indipendenza, il tempio della tradizione culinaria bolognese - all Bologna day.
Inondazione di ricordi che alcuni che leggono condividono con me in parte e in parte ognuno di noi ne ha altri, ma oggi i ricordi sono stati dolci, profumati, abbiamo avuto la nostra vita, e ancora tanta ne rimane - siamo fortunati ad avere avuto Bologna a vent'anni e ancora Bologna sa parlare, basta ascoltarla.
venerdì 8 aprile 2016
OGNI TANTO UNA BUONA NOTIZIA
http://www.gadlerner.it/2016/04/08/regione-lombardia-condannata-a-risarcire-englaro-per-aver-negato-il-diritto-a-morire-con-dignita-a-eluana
Ogni tanto una buona notizia - probabilmente troppo tardi per Eluana e soprattutto per il suo impavido papá, ma, come ha commentato il mio quasi diciottenne figlio, "almeno possiamo sperar bene per il futuro" - e lui di futuro dovrebbe intendersene.
Ogni tanto una buona notizia - probabilmente troppo tardi per Eluana e soprattutto per il suo impavido papá, ma, come ha commentato il mio quasi diciottenne figlio, "almeno possiamo sperar bene per il futuro" - e lui di futuro dovrebbe intendersene.
lunedì 4 aprile 2016
MANI CAPACI
Stasera stavo cucinando il risotto con gli asparagi ed ero anche un po' in ritardo - é difficile scappare via dal lavoro quando centomila complicazioni e casini si accumulano sulla scrivania, pur se ordinatamente impilati in sottili cartelline o archiviati in ancor piú impalpabili file e folder del computer.
Stavo cucinando, dopo aver raccolto gli asparagi dall'orto, spignattavo, affettavo, grattugiavo, apparecchiavo, caricavo una lavatrice e rispondevo ad un what's up - come quasi sempre, da sola, o con la sola compagnia di un telefilm che occhieggiavo ogni tanto e il cui solo merito é di essere popolato da bellissimi esemplari umani che si danno molto da fare sparando e uccidendo a destra e a manca.
In automatico, esplicavo tutta la mia efficienza. Ad un certo punto mi sono guardata le mani, di cui rammarico l'invecchiamento, le vene evidenti, le nocche spesse - e ho pensato a come siano mani capaci di fare cose e di quanto hanno lavorato in questi anni. Quante cene e (un po' meno) pranzi avró cucinato nella mia vita, ogni volta pianificando, scegliendo ricette e materie prime e i ripetitivi gesti di base per assemblare qualche piatto che la mia famiglia avrebbe consumato e che sarebbe stato il fulcro della cena? Ho cercato di stimarlo, ma non ne ho proprio idea.
Poi è tornato Roberto e il risottino con i primi asparagi dell'orto era davvero buono. Ed è terminata anche questa giornata di primavera.
Stavo cucinando, dopo aver raccolto gli asparagi dall'orto, spignattavo, affettavo, grattugiavo, apparecchiavo, caricavo una lavatrice e rispondevo ad un what's up - come quasi sempre, da sola, o con la sola compagnia di un telefilm che occhieggiavo ogni tanto e il cui solo merito é di essere popolato da bellissimi esemplari umani che si danno molto da fare sparando e uccidendo a destra e a manca.
In automatico, esplicavo tutta la mia efficienza. Ad un certo punto mi sono guardata le mani, di cui rammarico l'invecchiamento, le vene evidenti, le nocche spesse - e ho pensato a come siano mani capaci di fare cose e di quanto hanno lavorato in questi anni. Quante cene e (un po' meno) pranzi avró cucinato nella mia vita, ogni volta pianificando, scegliendo ricette e materie prime e i ripetitivi gesti di base per assemblare qualche piatto che la mia famiglia avrebbe consumato e che sarebbe stato il fulcro della cena? Ho cercato di stimarlo, ma non ne ho proprio idea.
Poi è tornato Roberto e il risottino con i primi asparagi dell'orto era davvero buono. Ed è terminata anche questa giornata di primavera.
venerdì 1 aprile 2016
IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI
Film toccante, che parla direttamente al cuore e che parla del cuore della gente, della solitudine, dell'indifferenza, del degrado, ma anche della resilienza, dell'accoglienza e dell'incontro. Da vedere, per respirare aria buona nell'aria densa e cupa che ci circonda.
mercoledì 23 marzo 2016
ALLARME PAZZI SCATENATI
pubblicato il 23/mar/2016 07:29
Allarme terrorismo, Usa: americani non viaggiate in Europa
Il dipartimento di Stato non esclude altri attacchi
New York, 23 mar. (askanews) - Il dipartimento di Stato ha messo in allerta i cittadini americani per i "potenziali rischi nel viaggiare verso e attraverso l'Europa". Il preallarme diffuso ieri nella serata americana, alla fine di un giorno segnato dai tragici attacchi terroristici rivendicati dall'Isis a Bruxelles (Belgio), il dipartimento guidato da John Kerry ha avvertito: "Gruppi terroristi continuano a pianificare nel breve termine attacchi in Europa, prendendo di mira eventi sportivi, luoghi turistici, ristoranti e trasporti". Per questo, l'amministrazione Obama consiglia ai suoi cittadini di essere vigili quando si trovano in spazi pubblici e usano mezzi di trasporto di massa. "Evitate luoghi affollati. Siate particolarmente cauti durante feste religiose e a festival o eventi di larga scala". Il dipartimento di Stato ha poi spiegato che "i governi europei continuano a monitorare gli attacchi terroristici e a condurre raid per sventare piani. Lavoriamo in stretto contatto con i nostri alleati e continueremo a condividere informazioni con i nostri partner europei che aiuteranno a identificare e contrastare le minacce terroristiche". L'avvertimento diffuso ieri in Usa è un cosiddetto "alert" e non un "warning". Il primo tipo viene diffuso in situazioni in evoluzione che sollevano preoccupazioni temporanee; e infatti la scadenza dell'alert è prevista per il prossimo 20 giugno. Il secondo tipo fa riferimento invece a problemi più radicati. In entrambi i casi, il dipartimento di Stato invita gli americani a rivalutare i loro piani di viaggio. A24/Spa/Coa/Int9
ALLARME PAZZI SCATENATI
Europei, non andate negli USA: chiunque incontriate puó essere armato, compresi bambini, tossicodipendenti e squilibrati. In ogni angolo e in ogni luogo potreste stare in mezzo a una sparatoria per i motivi piú futili e inimmaginabili. É un alert senza scadenza, forse piú un warning.
ALLARME PAZZI SCATENATI
Europei, non andate negli USA: chiunque incontriate puó essere armato, compresi bambini, tossicodipendenti e squilibrati. In ogni angolo e in ogni luogo potreste stare in mezzo a una sparatoria per i motivi piú futili e inimmaginabili. É un alert senza scadenza, forse piú un warning.
martedì 22 marzo 2016
TRADITORI
L'Amaca di Michele Serra del 22 marzo 2016
È cosí semplice, consolatorio immaginare che esista veramente la malvagità assoluta e che si possano addossare alla malvagità e alla bontà le dinamiche umane. A me non convince, invece. Le dinamiche umane sono complesse, contraddittorie, relative e mai assolute - come arriva un bimbo che giocava nei parchi di un paese pacifico a fare quello che ha fatto, che fanno, che faranno? É necessario comprenderlo, ahimè, sennò non abbiamo speranze di futuro di pace...
sabato 12 marzo 2016
EVENTO - QUASI EPOCALE E FA QUASI RIDERE
D'Alema che dà dell'arrogante e del traditore a qualcun altro... Una notizia epocale - farebbe ridere, se non fosse che avere la faccia come il culo è purtroppo un indelebile segno italiota - e non ne posso più di vedere ancora D'Alema fare il maestro - il maestrino.
FEMMINICIDIO ANCHE DOPO LA MORTE - E UNA RAGAZZA CORAGGIOSA CHE NON RINUNCIA A COMATTERE
Post su Facebook di Guadalupe Acosta, una ragazza paraguayana che ha trascorso il suo anno con AFS a Parma. Parla di due ragazze argentine
(Da La Repubblica) "Ayer me mataron", ieri mi hanno uccisa. Poche parole che pesano come pietre, la prima riga di un post su Facebook scritto tutto in soggettiva, che ha fatto rapidamente il giro del mondo e dato il via ad una campagna, a colpi di tweet, per difendere il diritto delle donne a viaggiare da sole. Sì, perché nel post, scritto da una studentessa paraguaiana, Guadalupe Acosta, è come se a parlare fossero Maria Coni e Marina Menegazzo, due turiste argentine uccise a fine febbraio mentre viaggiavano insieme in Ecuador, zaino in spalla. Ammazzate da due uomini che si erano offerti di ospitarle. L'ennesimo atto di violenza insensata contro due donne, eppure online c'è stato subito chi ha trovato da ridire sul fatto che le ragazze viaggiassero "sole" - anche se erano in due - e che magari, in qualche modo, se l'erano cercate.
Guadalupe Acosta non è rimasta in silenzio e ha risposto su Facebook, dando alle ragazze, che l'avevano perduta per sempre, la possibilità di difendersi dalle accuse. E il suo post è stato condiviso oltre 700mila volte, dando il via a un dibattito e innescando una valanga di tweet con l'hashtag #Viajosola, diventato rapidamente trending topic
Lo riporto qui
Ayer me mataron.
Me negué a que me tocaran y con un palo me reventaron el cráneo. Me metieron una cuchillada y dejaron que muera desangrada.
Cual desperdicio me metieron a una bolsa de polietileno negro, enrollada con cinta de embalar y fui arrojada a una playa, donde horas más tarde me encontraron.
Pero peor que la muerte, fue la humillación que vino después.
Desde el momento que tuvieron mi cuerpo inerte nadie se preguntó donde estaba el hijo de puta que acabo con mis sueños, mis esperanzas, mi vida.
No, más bien empezaron a hacerme preguntas inútiles. A mi, ¿Se imaginan? una muerta, que no puede hablar, que no puede defenderse.
¿Qué ropa tenías?
¿Por qué andabas sola?
¿Cómo una mujer va a viajar sin compañía?
Te metiste en un barrio peligroso, ¿Qué esperabas?
Cuestionaron a mis padres, por darme alas, por dejar que sea independiente, como cualquier ser humano. Les dijeron que seguro andabamos drogadas y lo buscamos, que algo hicimos, que ellos deberían habernos tenido vigiladas.
Y solo muerta entendí que no, que para el mundo yo no soy igual a un hombre. Que morir fue mi culpa, que siempre va a ser. Mientras que si el titular rezaba fueron muertos dos jóvenes viajeros la gente estaría comentando sus condolencias y con su falso e hipócrita discurso de doble moral pedirían pena mayor para los asesinos.
Pero al ser mujer, se minimiza. Se vuelve menos grave, porque claro, yo me lo busqué. Haciendo lo que yo quería encontré mi merecido por no ser sumisa, por no querer quedarme en mi casa, por invertir mi propio dinero en mis sueños. Por eso y mucho más, me condenaron.
Y me apené, porque yo ya no estoy acá. Pero vos si estas. Y sos mujer. Y tenes que bancarte que te sigan restregando el mismo discurso de "hacerte respetar", de que es tu culpa que te griten que te quieran tocar/lamer/ chupar alguno de tus genitales en la calle por llevar un short con 40 grados de calor, de que vos si viajas sola sos una "loca" y muy seguramente si te paso algo, si pisotearon tus derechos, vos te lo buscaste.
Te pido que por mí y por todas las mujeres a quienes nos callaron, nos silenciaron, nos cagaron la vida y los sueños, levantes la voz. Vamos a pelear, yo a tu lado, en espíritu, y te prometo que un día vamos a ser tantas, que no existirán la cantidad de bolsas suficientes para callarnos a todas.
(Da La Repubblica) "Ayer me mataron", ieri mi hanno uccisa. Poche parole che pesano come pietre, la prima riga di un post su Facebook scritto tutto in soggettiva, che ha fatto rapidamente il giro del mondo e dato il via ad una campagna, a colpi di tweet, per difendere il diritto delle donne a viaggiare da sole. Sì, perché nel post, scritto da una studentessa paraguaiana, Guadalupe Acosta, è come se a parlare fossero Maria Coni e Marina Menegazzo, due turiste argentine uccise a fine febbraio mentre viaggiavano insieme in Ecuador, zaino in spalla. Ammazzate da due uomini che si erano offerti di ospitarle. L'ennesimo atto di violenza insensata contro due donne, eppure online c'è stato subito chi ha trovato da ridire sul fatto che le ragazze viaggiassero "sole" - anche se erano in due - e che magari, in qualche modo, se l'erano cercate.
Guadalupe Acosta non è rimasta in silenzio e ha risposto su Facebook, dando alle ragazze, che l'avevano perduta per sempre, la possibilità di difendersi dalle accuse. E il suo post è stato condiviso oltre 700mila volte, dando il via a un dibattito e innescando una valanga di tweet con l'hashtag #Viajosola, diventato rapidamente trending topic
Lo riporto qui
Ayer me mataron.
Me negué a que me tocaran y con un palo me reventaron el cráneo. Me metieron una cuchillada y dejaron que muera desangrada.
Cual desperdicio me metieron a una bolsa de polietileno negro, enrollada con cinta de embalar y fui arrojada a una playa, donde horas más tarde me encontraron.
Pero peor que la muerte, fue la humillación que vino después.
Desde el momento que tuvieron mi cuerpo inerte nadie se preguntó donde estaba el hijo de puta que acabo con mis sueños, mis esperanzas, mi vida.
No, más bien empezaron a hacerme preguntas inútiles. A mi, ¿Se imaginan? una muerta, que no puede hablar, que no puede defenderse.
¿Qué ropa tenías?
¿Por qué andabas sola?
¿Cómo una mujer va a viajar sin compañía?
Te metiste en un barrio peligroso, ¿Qué esperabas?
Cuestionaron a mis padres, por darme alas, por dejar que sea independiente, como cualquier ser humano. Les dijeron que seguro andabamos drogadas y lo buscamos, que algo hicimos, que ellos deberían habernos tenido vigiladas.
Y solo muerta entendí que no, que para el mundo yo no soy igual a un hombre. Que morir fue mi culpa, que siempre va a ser. Mientras que si el titular rezaba fueron muertos dos jóvenes viajeros la gente estaría comentando sus condolencias y con su falso e hipócrita discurso de doble moral pedirían pena mayor para los asesinos.
Pero al ser mujer, se minimiza. Se vuelve menos grave, porque claro, yo me lo busqué. Haciendo lo que yo quería encontré mi merecido por no ser sumisa, por no querer quedarme en mi casa, por invertir mi propio dinero en mis sueños. Por eso y mucho más, me condenaron.
Y me apené, porque yo ya no estoy acá. Pero vos si estas. Y sos mujer. Y tenes que bancarte que te sigan restregando el mismo discurso de "hacerte respetar", de que es tu culpa que te griten que te quieran tocar/lamer/ chupar alguno de tus genitales en la calle por llevar un short con 40 grados de calor, de que vos si viajas sola sos una "loca" y muy seguramente si te paso algo, si pisotearon tus derechos, vos te lo buscaste.
Te pido que por mí y por todas las mujeres a quienes nos callaron, nos silenciaron, nos cagaron la vida y los sueños, levantes la voz. Vamos a pelear, yo a tu lado, en espíritu, y te prometo que un día vamos a ser tantas, que no existirán la cantidad de bolsas suficientes para callarnos a todas.
mercoledì 9 marzo 2016
8 MARZO - É COMPLICATO
É complicato, divisa tra un 8 marzo di militanza (e anche rabbia)
E un otto marzo di incanto, di bellezza, di celebrazione
È complicato. Come me
E un otto marzo di incanto, di bellezza, di celebrazione
È complicato. Come me
lunedì 7 marzo 2016
ANDATE A VEDERE FUOCOAMMARE
Siamo andati a vedere "Il caso Spotlight" ed é un film bellissimo con grande ritmo e impatto e passione civie e indignazione.
Ma poi siamo andati a vedere Fuocoammare ed é stato come leggere un bel libro di poesie, quando l'amaro e il meraviglioso non hanno confini e tutto si scioglie in vita umana. E in quel mare d'argento che culla l'immane tragedia vorresti solo immergerti e perderti..
PUNTI DI VISTA SULL'INVECCHIAMENTO
ieri ho mandato via What's up ad alcuni amici un piccolo scherzo
Cos'è la S.A.D.A.E.? Siamo noi..........................vicino o sopra i 50...........
La S.A.D.A.E. è la Sindrome da Attenzione Deficitaria Attivata dall'Età.
Si manifesta così: poniamo il caso che tu decida di lavare la macchina.Mentre ti avvii al garage vedi che c'è della posta sul mobiletto dell'entrata.
Decidi quindi di controllare prima la posta. Lasci le chiavi della macchina sul mobiletto per buttare le buste vuote e la pubblicità nella spazzatura e ti rendi conto che il secchio è strapieno. Tra la posta hai trovato una fattura e decidi di approfittare del fatto che esci a buttare la spazzatura per andare fino in banca, visto che sta dietro l'angolo, per pagare la fattura. Cerchi in tasca il portafoglio, ma non c'è. Sali in camera a prenderlo e sul comodino trovi una lattina di birra che stavi bevendo poco prima e che avevi dimenticato lì.La sposti per cercare il portafoglio e senti che è calda. Allora decidi di portarla in frigo. Mentre esci dalla camera vedi sul comò i fiori che ti ha regalato tua figlia e ti ricordi che li devi mettere in acqua. Posi la birra sul comò, e lì trovi gli occhiali da vista che è tutta la mattina che cerchi. Decidi di portarli nello studio e poi metterai ifiori nell'acqua. Mentre vai in cucina a cercare un vaso e portare gli occhiali sulla scrivania, con la coda dell'occhio improvvisamente vedi un telecomando. Qualcuno deve averlo dimenticato lì. Ti ricordi che ieri sera siete diventati pazzi cercandolo e decidi di portarlo in sala, al suo posto !! Appoggi gli occhiali sul frigo, non trovi nulla per i fiori, prendi un bicchiere alto e lo riempi di acqua...intanto li metti qui dentro. Torni in camera con il bicchiere in mano, posi il telecomando sul comò e metti i fiori nel recipiente, che non è adatto e naturalmente..... ti cade un bel po´ di acqua..... mannaggia!!! Riprendi il telecomando in mano e vai in cucina a prendere uno straccio. Lasci il telecomando sul tavolo della cucina ed esci .............cerchi di ricordarti che dovevi fare con lo straccio che hai in mano......
Conclusione: - sono trascorse due ore; - non hai lavato la macchina;
- non hai pagato la fattura;
- il secchio della spazzatura è ancora pieno;
- c'è una lattina di birra calda sul comò;
- non hai messo i fiori in un vaso decente;
- non sai dove hai messo il portafoglio;
- non trovi più il telecomando della televisione;
- non trovi più nemmeno i tuoi occhiali;
- c'è una macchiaccia sul parquet in camera da letto e .......non hai idea di dove siano le chiavi della macchina!!
Ti fermi a pensare: come può essere? "Non ho fatto nulla tutta la mattina, ma non ho avuto un momento di respiro......mah!!
" Fammi un favore rimanda questo messaggio a chi conosci perché io non mi ricordo più a chi l'ho mandato.
E non ridere, perché se ancora non ti è successo...ti succederà!!!😂😂
La S.A.D.A.E. è la Sindrome da Attenzione Deficitaria Attivata dall'Età.
Si manifesta così: poniamo il caso che tu decida di lavare la macchina.Mentre ti avvii al garage vedi che c'è della posta sul mobiletto dell'entrata.
Decidi quindi di controllare prima la posta. Lasci le chiavi della macchina sul mobiletto per buttare le buste vuote e la pubblicità nella spazzatura e ti rendi conto che il secchio è strapieno. Tra la posta hai trovato una fattura e decidi di approfittare del fatto che esci a buttare la spazzatura per andare fino in banca, visto che sta dietro l'angolo, per pagare la fattura. Cerchi in tasca il portafoglio, ma non c'è. Sali in camera a prenderlo e sul comodino trovi una lattina di birra che stavi bevendo poco prima e che avevi dimenticato lì.La sposti per cercare il portafoglio e senti che è calda. Allora decidi di portarla in frigo. Mentre esci dalla camera vedi sul comò i fiori che ti ha regalato tua figlia e ti ricordi che li devi mettere in acqua. Posi la birra sul comò, e lì trovi gli occhiali da vista che è tutta la mattina che cerchi. Decidi di portarli nello studio e poi metterai ifiori nell'acqua. Mentre vai in cucina a cercare un vaso e portare gli occhiali sulla scrivania, con la coda dell'occhio improvvisamente vedi un telecomando. Qualcuno deve averlo dimenticato lì. Ti ricordi che ieri sera siete diventati pazzi cercandolo e decidi di portarlo in sala, al suo posto !! Appoggi gli occhiali sul frigo, non trovi nulla per i fiori, prendi un bicchiere alto e lo riempi di acqua...intanto li metti qui dentro. Torni in camera con il bicchiere in mano, posi il telecomando sul comò e metti i fiori nel recipiente, che non è adatto e naturalmente..... ti cade un bel po´ di acqua..... mannaggia!!! Riprendi il telecomando in mano e vai in cucina a prendere uno straccio. Lasci il telecomando sul tavolo della cucina ed esci .............cerchi di ricordarti che dovevi fare con lo straccio che hai in mano......
Conclusione: - sono trascorse due ore; - non hai lavato la macchina;
- non hai pagato la fattura;
- il secchio della spazzatura è ancora pieno;
- c'è una lattina di birra calda sul comò;
- non hai messo i fiori in un vaso decente;
- non sai dove hai messo il portafoglio;
- non trovi più il telecomando della televisione;
- non trovi più nemmeno i tuoi occhiali;
- c'è una macchiaccia sul parquet in camera da letto e .......non hai idea di dove siano le chiavi della macchina!!
Ti fermi a pensare: come può essere? "Non ho fatto nulla tutta la mattina, ma non ho avuto un momento di respiro......mah!!
" Fammi un favore rimanda questo messaggio a chi conosci perché io non mi ricordo più a chi l'ho mandato.
E non ridere, perché se ancora non ti è successo...ti succederà!!!😂😂
Un'amica ha risposto Ah,ah, ah, certo siamo tutti noi ma...e forse qui non ci troviamo...tutto questo ci sta anche con un cambiamento di stato, di prospettiva, di consapevolezza. Forse questa inefficienza sull'esterno ci porta più ad una ricerca interiore, di armonia con la nostra essenza. Io sento questa cosa e la vedo come un bene, come una risorsa...altra, nella folle e spesso inutile corsa quotidiana....e poi è anche divertente non essere poi così efficiente...se lavoro ecc ce lo permettono...😜
Io ho replicato Davvero la pensi così, M.? Beata te. Io invece penso che gli spazi aperti a una maggiore riflessività (ammettendo che ci siano, vista la divertente storiella raccontata) abbiano un senso solo se coniugati a una maggiore creatività che invece vedo (in me, ovviamente, ma non si parla sempre di se stessi?) in forte calo - per vari motivi, in me principalmente collegati a un calato entusiasmo verso cose di cui vedo sempre più la complessità. Curiamo molto noi stessi e poco il mondo che ci circonda - questo è vecchiaia - e a me non piace affatto, nè in me nè osservandola in chi mi circonda. E mi sembra comunque che tutti noi manteniamo livelli molto alti di efficienza - si compensa la sindrome descritta con l'esperienza.
E lei Si, sono d'accordo che vecchiaia è curare più noi stessi, è un po' quello che anche un po' auspico ma non lo vedo negativo o in antitesi a occuparci e migliorare il mondo. È diverso, è portare più consapevolezza a noi, alle nostre emozioni, ai nostri modi di reagire ed interagire, per interagire diversamente con il mondo. Io rispetto ai miei 30 anni sto infinitamente meglio con me stessa, con mia madre, con gli uomini, con i miei pazienti, e forse anche grazie a un po' di rintronamento che crea un po' di spazio tra me e l'esterno e mi permette di rispondere in modo meno rapido ed efficiente ma forse più comprensivo, completo, accogliente.Comunque si, corriamo ancora troppo e ci sforziamo troppo!
Punti di vista - io peró non sono proprio d'accordo - ricordo che a trent'anni potevo "saltare i fossi di traverso" per costruire ogni giorno la mia vita - adesso mi sembra di riparare e fronteggiare, con crescente impazienza (NB oggi é lunedí ed é iniziato stamattina alle 8 con una seduta dal dentista....)
martedì 1 marzo 2016
domenica 28 febbraio 2016
IL FIGLIO DI VENDOLA
Oggi è uscita la notizia che Vendola e il suo compagno hanno avuto un figlio negli Stati Uniti. Molte polemiche, alcune delle quali sentite in televisione tutte incentrate sul fatto se la genitorialità è qualcosa di biologicamente prescritto (con varie sfumature sostenute dai vari commentatori) o di culturalmente costruito (anche qui in varie sfumature di pensiero). Io al proposito ho una opinione che propende per la costruzione della genitorialità, più che per la sua presunta naturalità.
Ma sul caso di Vendola, infuriata, osservo che nessuno pensa a quell'utero di donna che ha partorito quel bambino. Era una sorella, un'amica, lo ha fatto per amore, per dono? Ne dubito - era più probabilmente una donna che è stata retribuita - un utero in affitto. E questi purissimi uomini di sinistra sono andati a comperarsi un utero che una donna ha venduto per soldi - hanno compiuto lo stesso atto che fanno i clienti delle prostitute, comperando un corpo di donna per i loro bisogni.
Vergogna! Come sempre il corpo delle donne diventa oggetto. E lavatevi meno in bocca, voi piccoli e patetici omini che vi autoatteggiate di sinistra (quelli di destra non fanno nemmeno finta), gay o non gay, siete da millenni sempre gli stessi.
Ma sul caso di Vendola, infuriata, osservo che nessuno pensa a quell'utero di donna che ha partorito quel bambino. Era una sorella, un'amica, lo ha fatto per amore, per dono? Ne dubito - era più probabilmente una donna che è stata retribuita - un utero in affitto. E questi purissimi uomini di sinistra sono andati a comperarsi un utero che una donna ha venduto per soldi - hanno compiuto lo stesso atto che fanno i clienti delle prostitute, comperando un corpo di donna per i loro bisogni.
Vergogna! Come sempre il corpo delle donne diventa oggetto. E lavatevi meno in bocca, voi piccoli e patetici omini che vi autoatteggiate di sinistra (quelli di destra non fanno nemmeno finta), gay o non gay, siete da millenni sempre gli stessi.
mercoledì 24 febbraio 2016
SIAMO FATTI DI CARTA VELINA
Domenica scorsa chiacchierando con un'amica, lei affermava che ciò che non le piace dei social (in cui lei sta e non sta, snobba, ma "snasupla") è che le persone mostrano solo i loro lati positivi e mai la realtà.
Un po', lo ammetto, ci ho rimuginato, ma mi rimane solo la risposta che dentro di me si è immediatamente articolata in modo subito istintivo e poco chiaro "Siamo tutti fatti di cartavelina".
(Con lo sguardo probabilmente pesantemente condizionato da un vizio professionale) osservo la fragilità di cui siamo tutti permeati, in precari e temporanei equilibri. Persino la persona più solida e tranquilla vive in una trama di fragilità, insicurezze, punti deboli, nodi irrisolti - così siamo. Ci distingue la quantità e qualità dell'assottigliarsi della carta velina e anche (forse soprattutto?) la nostra capacità di capire, gestire, rammendare le nostre fragilità. Non nascondiamo i nostri lati negativi (e - per inciso - non solo sui social, ma nella vita di ogni giorno), ma proteggiamo le nostre fragilità, cerchiamo di non farci colpire, cerchiamo consolazione nelle nostre foto amate, nel piatto orgogliosamente cucinato, nella citazione che ci ha aperto il cuore, nel ricordo a noi caro, nelle chiacchiere, nelle nostre piccole passioni. E se c'è una cosa che il tempo tiranno mi ha insegnato è una grande impazienza per la stupidità e l'ignoranza, ma anche la compassione e il rispetto per le mie e altrui fragilità.
Io tenderei ad accettare invece il mondo social come parte di interazioni che ci sono necessarie e congeniali - non è la realtà, ma un mondo di chiacchiere con altri mezzi dove c'è molta futilità e a volte stupidità, ma anche pensieri e cose interessanti. Anche la realtà, peraltro, non è vera, ma molto messa in scena.
Un po', lo ammetto, ci ho rimuginato, ma mi rimane solo la risposta che dentro di me si è immediatamente articolata in modo subito istintivo e poco chiaro "Siamo tutti fatti di cartavelina".
(Con lo sguardo probabilmente pesantemente condizionato da un vizio professionale) osservo la fragilità di cui siamo tutti permeati, in precari e temporanei equilibri. Persino la persona più solida e tranquilla vive in una trama di fragilità, insicurezze, punti deboli, nodi irrisolti - così siamo. Ci distingue la quantità e qualità dell'assottigliarsi della carta velina e anche (forse soprattutto?) la nostra capacità di capire, gestire, rammendare le nostre fragilità. Non nascondiamo i nostri lati negativi (e - per inciso - non solo sui social, ma nella vita di ogni giorno), ma proteggiamo le nostre fragilità, cerchiamo di non farci colpire, cerchiamo consolazione nelle nostre foto amate, nel piatto orgogliosamente cucinato, nella citazione che ci ha aperto il cuore, nel ricordo a noi caro, nelle chiacchiere, nelle nostre piccole passioni. E se c'è una cosa che il tempo tiranno mi ha insegnato è una grande impazienza per la stupidità e l'ignoranza, ma anche la compassione e il rispetto per le mie e altrui fragilità.
Io tenderei ad accettare invece il mondo social come parte di interazioni che ci sono necessarie e congeniali - non è la realtà, ma un mondo di chiacchiere con altri mezzi dove c'è molta futilità e a volte stupidità, ma anche pensieri e cose interessanti. Anche la realtà, peraltro, non è vera, ma molto messa in scena.
martedì 23 febbraio 2016
venerdì 19 febbraio 2016
OGGI: UNA BATTUTA CHE FA RIDERE E UNA BELLA STORIA
Stamattina a Lateral su Radio Capital una battuta di Bottura che mi ha fatto molto ridere: "Donald Trump è la dimostrazione che Dio non esiste: se si afferma che siamo fatti a sua immagine e somiglianza non potrebbe mai permettere di essere simile a uno con un pappagallo al posto dei capelli"
E poi oggi una bella storia letta sulla Gazzetta di Parma - la stavo leggendo mentre per tv dalla Gruber blateravano Fratoianni (l'ambizione e le parole vuote) e il direttore dell'Unità (De Angelis? Non ricordo nemmeno... Un servo) - e ho pensato che mi interessava immensamente di più questa storia
Highlights di un qualinque giorno di febbraio - e c'era anche il sole (ed è anche venerdì).
E poi oggi una bella storia letta sulla Gazzetta di Parma - la stavo leggendo mentre per tv dalla Gruber blateravano Fratoianni (l'ambizione e le parole vuote) e il direttore dell'Unità (De Angelis? Non ricordo nemmeno... Un servo) - e ho pensato che mi interessava immensamente di più questa storia
Highlights di un qualinque giorno di febbraio - e c'era anche il sole (ed è anche venerdì).
mercoledì 17 febbraio 2016
RITI DI PASSAGGIO
L'altra sera sono andata con Roberto al rosario del fratello di un amico, una persona che conoscevo solo di vista e per i racconti che me ne venivano fatti. Con sorpresa abbiamo saputo che sarebbe stato celebrato il rosario e il funerale religioso il giorno dopo.
Nell'ascoltare il rosario condotto in modo nuovo, non come la meccanica recitazione giaculatoria cui siamo abituati, ma in modo intenso, riflessivo, quasi retorico, senza sorpresa ho registrato la mia totale estraneità ai temi proposti dalla religione - non mi convincono, non mi toccano, mi annoiano. Ma soprattutto ho pensato al rito di passaggio. Poco più di un anno fa, con la morte di mio padre, ho anch'io passato i riti che chiudono la vita e anche allora, come oggi, mi sono chiesta se servono. Mi è sembrato personalmente che siano un'ordalia, perchè ti legano e concentrano sul dolore e sul distacco - tutto è lì a ricordarti che c'è uno scatto, una cesura. Gli unici momenti che ho personalmente trovato consolatori erano le persone (molte delle quali non vedi quasi mai, ma che non sono estranee) che si avvicinavano, ti abbracciavano e ti parlavano, e quelli che ricordavi bambini diventati giovani (come per esempio l'altra sera gli splendidi gemelli dell'Antonella e Luciano) - insomma, la vita, il flusso, esattamente l'opposto del taglio, della cesura.
Bisognerebbe cambiare i nostri riti di passaggio, io credo - ma forse è solo perchè non capisco niente di religiosità - my fault.
Nell'ascoltare il rosario condotto in modo nuovo, non come la meccanica recitazione giaculatoria cui siamo abituati, ma in modo intenso, riflessivo, quasi retorico, senza sorpresa ho registrato la mia totale estraneità ai temi proposti dalla religione - non mi convincono, non mi toccano, mi annoiano. Ma soprattutto ho pensato al rito di passaggio. Poco più di un anno fa, con la morte di mio padre, ho anch'io passato i riti che chiudono la vita e anche allora, come oggi, mi sono chiesta se servono. Mi è sembrato personalmente che siano un'ordalia, perchè ti legano e concentrano sul dolore e sul distacco - tutto è lì a ricordarti che c'è uno scatto, una cesura. Gli unici momenti che ho personalmente trovato consolatori erano le persone (molte delle quali non vedi quasi mai, ma che non sono estranee) che si avvicinavano, ti abbracciavano e ti parlavano, e quelli che ricordavi bambini diventati giovani (come per esempio l'altra sera gli splendidi gemelli dell'Antonella e Luciano) - insomma, la vita, il flusso, esattamente l'opposto del taglio, della cesura.
Bisognerebbe cambiare i nostri riti di passaggio, io credo - ma forse è solo perchè non capisco niente di religiosità - my fault.
domenica 14 febbraio 2016
S. VALENTINO (e a volte il mondo è meno peggio di quello che pensiamo)
Stamattina, giorno di S. Valentino, in fila alla cassa della Coop per una rapida spesa che nella mia faticosissima settimana non ero riuscita ad infilare, ho notato dietro di me in fila un signore che dal colore della pelle definirei somalo, piccolo, con una cuffia di lana e una giacca da poco prezzo ed in mano una sola cosa da pagare. Gli ho detto di passare avanti intanto che sistemavo la mia spesa sul nastro. Il signore mi ha sorriso, è passato davanti a pagare ed ha posato sul banco una minuscola scatola di Baci Perugina che ha pagato con qualche moneta. La cassiera ed io, senza dire nulla, ci siamo scambiate uno sguardo intenerito. Il modo è pieno di brava gente, a volte non lo ricordiamo abbastanza.
sabato 13 febbraio 2016
LA MIA FAMIGLIA, IL MESSICO E IL PAPA - e qualche nuvola?
Seguo la visita di Papa Bergoglio in Messico, perchè in Messico c'è mio figlio Luigi e anche per un altro motivo che voglio raccontare. Nel 1990-1991 eravamo Anna, Roberto ed io a vivere in Messico, a Texcoco. Venne in visita in Messico papa Giovanni Paolo II e la sua visita mi procurò una enorme incazzatura che ancora vividamente ricordo. Vedevo ogni giorno ai bordi delle strade a mendicare o in giro giovani donne gravate da molti figli piccoli aggrappati a loro e perennemente incinta. Venne il Papa e quale fu l'argomento del suo discorso? Parlò contro la contraccezione, in diretta polemica con un governo che timidamente cominciava a sostenere un po' politiche di contenimento delle nascite. Ricordo benissimo un'amica (australiana e cattolica) che si stupì di vedermi così arrabbiata "ovvio che il papa parla contro la contraccezione, è la posizione della Chiesa Cattolica". Credo di essere riuscita a spiegarle che in Messico non si vedeva il Papa tutte le sere al telegiornale come in Italia e che c'erano molti altri argomenti evangelici che avrebbe potuto trattare e che di fatto molte volte trattava in altri luoghi, per esempio la lotta alla povertà.
Oggi
Oggi
Il pontefice ammonisce il presidente delle Repubblica Enrique Pena Nieto e i rappresentanti della società civile: "Privilegi per pochi aprono la strada a corruzione, narcotraffico, violenza". E ai vescovi dice: "Non lasciatevi corrompere dai faraoni attuali"
Per fortuna molto è cambiato in 25 anni e in questo caso non in peggio - nubi bianche e pulite e non temporalesche nel cielo messicano, nell'intreccio curioso tra la vita della mia famiglia, il Messico e la visita del Papa.
martedì 2 febbraio 2016
domenica 31 gennaio 2016
FAMILY DAY
L'adunata romana in difesa della famiglia naturale provoca in me un sentimento di tristezza e di oppressione. Non c'è nulla di naturale in una famiglia. L'amore non è una legge della biologia.
(Massimo Recalcati).
Non avrei potuto dirlo meglio.
Aggiungo due cose.
Innanzitutto e prima di tutto appare uno sforzo davvero necessario ancorchè per alcune persone appaia improbo e impossibile, distinguere tra le proprie fedi e convinzioni personali e le regolamentazioni e tutele che uno stato deve garantire a tutte le fedi e convinzioni personali. Profonda compassione mi davano tutti quegli intervistati al Family Day che sostenevano con tanta foga (in maggior parte onesta) le loro convinzioni perchè non riuscivano a distinguerle dall'oggetto della giornata che era quello di combattere una legge dello stato che aggiunge diritti a tutte le fedi e convinzioni (aggiunta maligna: ma se tra i dodici, magnifici, sbandierati figli ne venisse fuori anche solo uno gay, come si comporterebbero e cosa penserebbero se il loro nipote non fosse loro nipote per la legge?)
Collegato a questo, mi danno tristezza tutti i sussulti di una cultura arcaica che non vede il presente se non attraverso i propri filtri, che gioca il proprio potere e la sua sopravvivenza stessa sul corpo e sul sesso - delle donne e dei gay e degli uomini tutti ("il sesso non è piacere, ma procreazione").
Erano in tanti o in pochi? Non so. Sicuramente - poveretti - in troppi.
(Massimo Recalcati).
Non avrei potuto dirlo meglio.
Aggiungo due cose.
Innanzitutto e prima di tutto appare uno sforzo davvero necessario ancorchè per alcune persone appaia improbo e impossibile, distinguere tra le proprie fedi e convinzioni personali e le regolamentazioni e tutele che uno stato deve garantire a tutte le fedi e convinzioni personali. Profonda compassione mi davano tutti quegli intervistati al Family Day che sostenevano con tanta foga (in maggior parte onesta) le loro convinzioni perchè non riuscivano a distinguerle dall'oggetto della giornata che era quello di combattere una legge dello stato che aggiunge diritti a tutte le fedi e convinzioni (aggiunta maligna: ma se tra i dodici, magnifici, sbandierati figli ne venisse fuori anche solo uno gay, come si comporterebbero e cosa penserebbero se il loro nipote non fosse loro nipote per la legge?)
Collegato a questo, mi danno tristezza tutti i sussulti di una cultura arcaica che non vede il presente se non attraverso i propri filtri, che gioca il proprio potere e la sua sopravvivenza stessa sul corpo e sul sesso - delle donne e dei gay e degli uomini tutti ("il sesso non è piacere, ma procreazione").
Erano in tanti o in pochi? Non so. Sicuramente - poveretti - in troppi.
sabato 30 gennaio 2016
lunedì 25 gennaio 2016
sabato 23 gennaio 2016
FIGLIO PIZZAIOLO E HALFWAY
Ho un figlio pizzaiolo che si è fatto molto onore con i suoi amici in terra messicana
Ormai è halfway, metà del suo anno - che grande esperienza!
Buona metà strada, sarà la parte migliore.
Ormai è halfway, metà del suo anno - che grande esperienza!
Buona metà strada, sarà la parte migliore.
mercoledì 13 gennaio 2016
MA A ME IL FILM DI CHECCO ZALONE NON È PIACIUTO
Fuori dal coro, con il rischio di sembrare radical-chic per quello stupido presunto dibattito su cos'è la destra e cos'è la sinistra, devo dire che il film di Zalone non mi è proprio piaciuto. Non mi ha fatto ridere, non mi ha suscitato simpatia per il fannullone dipendente pubblico, nè antipatia per la megera dirigente, nè per l'amore che tutto conquista. Una bella confezione furbetta che ricicla l'autocompiacimento dell'Italietta. Non mi è piaciuto e sono in disaccordo con il maestro Serra
Prendere per i fondelli il popolo lo trovo molto radical chic e molto poco di sinistra e certamente non popolare. E non mi fanno ridere le bombe sganciate sulla testa di gente innocente così come non mi fa idere l'impiegato pubblico inutile, nullafacente e corrotto ( o prepotente) - le trovo entrambe cose tristi e tragedie.
Insomma, sono forse l'unica a cui Quo Vado non è piaciuto. Pazienza - unici si nasce e anche si muore.
Prendere per i fondelli il popolo lo trovo molto radical chic e molto poco di sinistra e certamente non popolare. E non mi fanno ridere le bombe sganciate sulla testa di gente innocente così come non mi fa idere l'impiegato pubblico inutile, nullafacente e corrotto ( o prepotente) - le trovo entrambe cose tristi e tragedie.
Insomma, sono forse l'unica a cui Quo Vado non è piaciuto. Pazienza - unici si nasce e anche si muore.
SVEGLIARSI IN UN GIORNO DI GENNAIO - oggi
Ma indove erano andate a finire quelle prime matinate nelle quali, appena arrisbigliato, si sintiva attraversato da una speci di correnti di filicità pura, senza motivo?
Non si trattava del fatto che la jornata s’appresentava priva di nuvole e vento e tutta tirata a lucito dal sole, no, era un’altra sensazione che non dipinniva dalla sò natura di meteoropatico, a volersela spiegare era come un sintirisi in armonia con l’universo criato, perfettamente sincronizzato a un grande ralogio stillare ed esattamente allocato nello spazio, al punto preciso che gli era stato destinato fino dalla nascita.
Minchiate? Fantasie? Possibile.
Ma il fatto indiscutibile era che quella sensazione una volta la provava bastevolmente di frequente, mentre invece, da qualichi anno a questa parte, ti saluto e sono. Scomparsa. Scancellata. Anzi, ora le prime matinate gli provocavano spisso e vulantieri ‘na sorta di rigetto, di rifiuto istintivo di quello che l’aspittava una volta dovuto accettare il jorno novo, macari se non c’era nenti di camurrioso che l’aspittava nel corso della jornata.
(Andrea Camilleri, Le ali della sfinge, 2006)
martedì 5 gennaio 2016
domenica 3 gennaio 2016
L'ISLAM COME LA MAFIA?
In questo rumore di sottofondo di parole vuote, ho trovato questa intervista lucida, dura, sul pezzo. Personalmente ho pochissima fiducia nell"insegnare" i valori - i valori esistono o no e sono pieni di contraddizioni - si insegnano praticandoli, per esempio in una scuola meno vecchia e rigida, e in pratiche di accoglienza. Per il resto, sono d'accordo e anche con Serra - al fondo c'é uno scontro tra una civiltà arcaica, patriarcale e monovaloriale e una globalizzazione di valori laici, democratici, tolleranti - nella loro accezione negativa relativi, deboli, contraddittori. Non a caso il tema delle donne è uno dei fulcri dello scontro. Non a caso il tema delle donne é il tema che svela maggiormente le contraddizioni del nostro mondo "libero".
Comunque, posto questo articolo perchè lo trovo davvero interessante.
Da La Repubblica del 2 gennaio 2016
Comunque, posto questo articolo perchè lo trovo davvero interessante.
Da La Repubblica del 2 gennaio 2016
RIPARTE IL FUTURO
https://www.facebook.com/senza.corruzione.riparte.il.futuro/videos/1043610602357550/
Il video è veramente carino, ma soprattutto interessanti e con buon profumo di civiltà il sito e i suoi contenuti.
Un altro modo per fare, per farci, gli auguri.
Il video è veramente carino, ma soprattutto interessanti e con buon profumo di civiltà il sito e i suoi contenuti.
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