sabato 9 aprile 2016

E BOLOGNA COI SUOI ORCHESTRALI?

sabato a Bologna. Complice un convegno di cui Roberto era relatore, organizzato dall'Accademia Italiana della Cucina (titolo: "Un gusto ripieno di storia e ripieno di salute - la pasta ripiena in Emilia-Romagna") che offriva al mattino due ore di una "visita guidata alla Bologna nascosta" abbiamo girovagato per il centro di Bologna partendo proprio da sotto le Due Torri (quella degli Asinelli - sotto la quale ogni volta ci stupiamo di non essere mai saliti, forse ancora prigionieri di quel vincolo originario per il quale non si poteva salire prima della laurea - pena non laurearsi più - e la pendente Garisenda /Anteo della Divina Commedia).
Da lì siamo andati verso strada Maggiore alla chiesa dei Santi Bartolomeo e Gaetano dove un prete dagli occhi color del cielo ci ha fatto parte del suo grande amore per la Chiesa stessa con la sua storia molto particolare e soprattutto del suo amore immenso e devoto per la Madonna del Suffragio di Guido Reni ("un parrocchiano della nostra Chiesa").
In effetti è bellissima e dolcissima, in questa chiesa piena di cupole. In tanti anni di Università non solo non ci ero mai entrata, ma nemmeno ero stata consapevole della sua esistenza (su cosa ero concentrata? Non so, non ricordo... Forse su conoscere, conoscere, capire, come una giovane spugna che non vede vicino perchè si sforza troppo di vedere - di andare - lontano).
E poi Corte Isolani, che io ricordavo in rovina e ora è elegantemente ristrutturata. Qui c'è lo store di Roche Bobois, su diversi piani, e diversi metri sotto terra, preservato, si può ammirare un pezzo lastricato della via Emilia con i segni incisi nella pietra dei carri che vi passavano. La strada Maggiore su cui tante volte siamo passati  nasconde in profondità la via Emilia romana!
E poi le sette chiese col sepolcro di San Petronio, una delle iconografie più conosciute di Bologna In un contesto altamente elegante e spirituale.
Appena fuori, ma anche tutto intorno, un sacco di gente sorridente e rilassata, giovani, vecchi, bambini, passeggiava per tutto il centro - una scena di pace che mi ha aperto il cuore alla speranza - questa pace la dobbiamo a tutti i costi difendere, dobbiamo rendere questo periodo storico di pace la normalità e non l'eccezione, consentendo ad un numero sempre maggiore di persone di passeggiare nel sole primaverile di una bella città.
E poi la libreria Zanichelli con lo studiolo di Carducci, tappa da Tamburini per finire il giro davanti a un San Petronio bianco brillante nel sole e imponente, protettivo, accogliente - come Bologna.
E per finire spuma di mortadella, tortellini in brodo, carrello dei bolliti e degli arrosti con mostarda e salsa verde e gelato alla crema con salsa di cioccolato - al ristorante Diana di via Indipendenza, il tempio della tradizione culinaria bolognese - all Bologna day.
Inondazione di ricordi che alcuni che leggono condividono con me in parte e in parte ognuno di noi ne ha altri, ma oggi i ricordi sono stati dolci, profumati, abbiamo avuto la nostra vita, e ancora tanta ne rimane - siamo fortunati ad avere avuto Bologna a vent'anni e ancora Bologna sa parlare, basta ascoltarla.

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