mercoledì 22 gennaio 2025

ASCOLTANDO “THE GHOST OF TOM JOAD”

 Questa canzone di Springsteen mi piaceva tanti anni fa, ma l’avevo dimenticata. L’ha riportata all’attenzione l’attore Luca Marinelli che l’ha cantata davvero bene (c’è il video su Youtube). E anche il libro, letto secoli fa, l’avevo dimenticato. Tom Joad è il protagonista del romanzo più  importante di John Steinbeck, probabilmente il più esistenzialista e sensibile scrittore americano del 900, certamente il più libertario. Il romanzo, del 1939, si intitola “Furore”.

La storia di "Furore" è l´epopea drammatica della trasmigrazione della famiglia Joad, assieme ad altre centinaia di poveracci, dall'Oklahoma attraverso il Texas, il New Mexico e l'Arizona, lungo la famosa Route 66 fino alla California, in cerca di un modo di vivere meno misero.  Ci troveranno solo il modo terribile di sopravvivere: paghe da fame, caporalato, lavori da schiavi. Sono gli anni della Grande Depressione. Smagriti da un regime di lavoro che non bastava neanche lontanamente a nutrirli, picchiati, senza una casa, vivevano in baracche di fortuna (spaventosa la somiglianza con le città dormitorio dei migranti in Puglia oggi). 

Ed è questa la storia che Springsteen, 55 anni dopo, nel 1995 vuole raccontare. E che non ha mai cessato di essere attuale. E il testo è un pugno allo stomaco:


Uomini che camminano lungo i binari della ferrovia
Diretti da qualche parte, non c’è ritorno
Gli elicotteri della Stradale spuntano dalla cima della collina
Minestra calda sul fornello da campeggio sotto il ponte
La fila per il ricovero fa il giro oltre l’angolo della strada
Benvenuti al nuovo ordine mondiale!
Le famiglie dormono in macchina nel Sudovest
Non c’è casa né lavoro, non c’è pace né riposo

L’autostrada è viva stanotte

Non ci si inganna su dove vada a finire
Io sto qui seduto alla luce del falò
Cercando il fantasma di Tom Joad.

Lui tira fuori un libro di preghiere dal sacco a pelo
Il predicatore accende un mozzicone e si fa un tiro
Aspettando il giorno in cui gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi
In uno scatolone di cartone nel sottopasso
Io ho un biglietto di sola andata per la terra promessa
Tu hai un buco nella pancia e una pistola in mano
Dormi su un cuscino di roccia dura
Fai il bagno nell’acquedotto comunale

L’autostrada è viva notte
Dove va a finire lo sanno tutti
Io sto qui seduto alla luce del falò
Aspettando il fantasma di Tom Joad.

Tom diceva: “Mamma, ovunque un poliziotto stia picchiando un ragazzo

Ovunque un bambino appena nato pianga per la fame, Ovunque ci sia una battaglia contro il sangue e l’odio nell’aria

Cercami, mamma, io sarò là.
Ovunque ci sia gente che combatte per un posto dove stare
Per un lavoro decente, per una mano amica
Ovunque ci siano persone che lottano per essere libere
Guardali negli occhi e vedrai me”

L’autostrada è viva stanotte
Non ci si inganna su dove vada a finire
Io sto qui seduto alla luce del falò
assieme al fantasma del vecchio Tom Joad

I Tom Joad di oggi, descritti da Springsteen, sono messicani, africani, palestinesi ed ebrei, afghani, iraniani, sono le nuove vittime di un Nuovo Ordine Mondiale ancora affollato di poliziotti che picchiano, bambini che piangono per la fame, gente senza lavoro e senza libertà - e guerra.

Ascolto un po’ triste la canzone di Tom Joad quasi cent’anni dopo la storia raccontata da Steinbeck. Non ricordiamo di essere stati noi, non ricordiamo e non impariamo.

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