Stamattina verso le 8, scesa dalle scale appena uscita dal letto con il mio pigiamino azzurro e grigio e come sempre parecchio rintronata, entro in cucina per versarmi il provvidenziale caffè mattutino. La cucina è già abitata da ore dall’insonne marito, il caffè è nella moka e come ogni mattina la televisione è accesa su Rainews24. Appena metto piede in cucina, la notizia “I paesi della NATO sono preoccupati per gli arsenali ormai in carenza di munizioni da inviare in Ucraina e molti hanno preso provvedimenti per intensificare la produzione di munizioni”. Repentinamente, con la mia tazzina in mano, ho pensato (e ho anche avuto la sensazione fisica) che siamo prigionieri della follia, non importa se collettiva o di pochi a questo livello di ragionamento, siamo topi in trappola a reiterare comportamenti che sappiamo folli, ma sembra senza alternative. Chissà se quegli uomini e quelle donne “alacremente” impegnati a costruire munizioni pensano mai che a quelle munizioni corrispondono case, strade, persone (sogni) improvvisamente distrutte; chissà se hanno mai come me la sensazione di essere topi in trappola, costretti a girare sempre a vuoto. Impreco sottovoce e, rivolgendomi a Roberto, la metto così “Com’è che il caffè stamattina non ha il solito buon sapore?”. In realtà parlavo della vita, non del caffè…
PS Ho scritto questo post solo tre giorni fa, ma ieri Hamas ha deciso di aggredire Israele scatenando di fatto una pericolosissima guerra senza senso. E i topi continuano a girare a vuoto, ma sempre più freneticamente. Mi tappo le orecchie per non sentire il rumore assordante che generano.
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