(NB scrivo questo post sollecitata alla par condicio da chi vede esposte le proprie svagatezze in questo blog. Siccome questa volta è toccato a me non posso esimermi).
Ora di cena. Metto a cuocere a vapore una montagna di cavolini di Bruxelles che Roberto ha raccolto nell’orto. Sono tanti e quindi ne cuocio metà e l’altra metà la cuocerò dopo cena, non ci stanno tutti nella mia vaporiera. Intanto preparo tutti i piatti e piattini della cena di Luigi che lui trova completa e servita (pane, condimento, salse, piatto principale e verdura, stoviglie, acqua e vino versato) nel tavolo dove siederà a mangiare nella stanza adiacente alla nostra. Ci sediamo e mangiamo, con la porta aperta ci vediamo e riusciamo a parlare anche un po’. IO: “Buoni questi cavolini, vero?”, ROBERTO “Sì, dolcissimi”, IO “Ti piacciono, Gigi?” GIGI “È un sacco che non ne mangio, ma devono essere proprio così ?”. “Beh, sì”.
Gigi è più lento di noi a mangiare, ma stasera non finisce davvero più - Roberto va di là per offrirgli del vino ancora e … “Ma cosa stai mangiando Gigi?” (Gigi è a tre quarti del piatto di cavolini) “ma questi cavolini sono crudi!”
Il povero Gigi aveva mangiato i cavolini crudi perché un’improvvida madre, preparando il suo piatto, aveva pescato nel mucchietto dei cavolini ancora da cuocere invece che quelli già cotti. “Ma mi sembrava che non dovessero essere così, ve l’ho anche chiesto, infatti facevo molta fatica a mangiarli”. E niente, Gigi ha un buon carattere e mi ha perdonato.
Sipario.
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