venerdì 7 gennaio 2022

CRONACA DI UNA CATASTROFE NATALIZIA

 24 dicembre, ore 24:45

Oggi doveva essere l’inizio delle celebrazioni di Natale, cioè il concretizzarsi di preparativi iniziati già da tempo. Il programma quest’anno:

Il 9 e 10, 11 e 12 di ritorno dalla Svizzera decorazione accurata della casa con lucine, soprammobili, piccola collezione di presepi. Impacchettamento di tanti regali e pulizia a specchio della casa. Nel frattempo terza dose, febbre e stanchezza da terza dose e poi una noiosa tosse, abbassamento di voce e infreddatura passati da Olivia al nonno e dal nonno a me.

18 sera tardi arrivo di Luigi da Parigi. Tutto il giorno praticamente ho cucinato per fare stracotto, pane e formaggio grattugiato, pasta fresca che è stata trasformata il 19 da Luigi e dalla Nina in 400 cappelletti, poi religiosamente surgelati. 

Il 22 è arrivato Hishashi, un amico giapponese di Luigi, da Parigi. Il 22 ho cucinato tutto il giorno perchè venivano  in visita due amici quarantenni dalla Danimarca, due ragazzi che ci sono sempre piaciuti molto. Bella cena e buona compagnia. Hishashi si è rivelato subito un amore di ragazzo, cordiale, cortese e molto ben sintonizzato con noi. Luigi l’ha portato un po’ in giro per Parma e Colorno e hanno visto gli amici di Gigi.

Il 23 Gigi comincia a non stare bene, tosse, infreddatura ecc. sempre peggio. Stamattina per scrupolo, visto che nel pomeriggio Anna, Andre e Olivia dovevano partire dalla Svizzera e il 25 dovevamo andare da mia madre molto anziana e da mio fratello con il brodo, i cappelletti, il lesso, le salse e i dolci di Natale, abbiamo chiesto a Roberto, andato a Colorno a comperare i circa 130 euro di carne per il lesso che avevo prenotato dieci giorni prima, di comperare anche qualche tampone rapido casalingo da fare in casa. 

Così, abbiamo testato Gigi che per due volte è risultato positivo. Abbiamo testato anche noi, tutti negativi.

Da questo momento è iniziata la catastrofe: abbiamo isolato Gigi e anche separatamente Hishashi, abbiamo chiesto ad Hishashi di trovare un volo di ritorno dalla Francia il prima possibile (ripartirá domani alle 14), fermato l’Anna e famiglia appena prima che partissero, congelato carne e salse che avevo fatto ieri, sevito i pasti ai ragazzi nelle rispettive camere e vissuto isolati, straniti e tristi.

Per fortuna stasera ho avuto la forza di proporre e organizzare di aprire i regali assieme molto ben distanziati nella nostra grande sala, mangiando spongata e panettone e bevendo spumante. Il momento è stato comunque carino, nonostante i pesi che avevamo sul cuore. Adesso sono tutti a letto e io sono qui, rannicchiata nella poltrona accanto alla stufa, e piango liberamente sul nostro Natale rovinato e sullo stress che ci attanaglia. Non pubblicherò questo/ questi post: ho deciso che lo pubblicherò solo a risoluzione, al termine di questa vicenda.


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