Pomeriggio, casa mia. C’è con me la piccola vicina (8 anni) dai meravigliosi occhi verdi spalancati sul mondo, di nome Virginia. Sono la sua “aiutante di inglese”, ruolo che mi é stato regalato durante il periodo del lockdown con l’abbandono di questi bambini da parte della scuola e che mantengo, con grande allegria e leggerezza, ancora adesso. Quindi, Virginia viene per fare i compiti di inglese e capita nel mezzo del profumo di biscotti appena sfornati. Gigi ed io abbiamo fatto i biscotti (tipo abbracci) insieme e siccome lui ha le mattine impegnate con le lezioni universitarie on line, li abbiamo fatti il pomeriggio prima dell’arrivo di Virginia.
A Virgi brillano gli occhi alla vista delle teglie di biscotti caldi o tiepidi e, fornita di biscotto che ha potuto scegliere a suo piacimento, mi dice “Ah, Silvia, non posso abbracciarti, lo so, ma ti abbraccerei tanto volentieri...”. Un po’ commossa, ho pensato che questa è la semplice essenza degli abbracci e solo un bambino può insegnarcela.
Un abbraccio.
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