Cena vegana ieri sera - buoni sapori, buone sensazioni. Eccellente la zuppa di zucca mela e zenzero e i centrifugati e l'insalata di sedano rapa e mela e noci.
Due sole obiezioni: trovo sproporzionato dovere investire tante energie e tempo nel nutrirsi, ragionando soprattutto con la testa su una cosa come il cibo che é invece molto collegata alle sensazioni primordiali, all'infanzia, alla cura, al contesto sociale e culturale. Non credo si mangi con la testa, ma molto con le sensazioni, i ricordi. Non voglio vivere per sempre, vorrei vivere il più felice (serena? Appagata?) possibile.
L'altra obiezione riguarda invece la sottrazione - a me piace praticamente tutto, mi piace la varietá, l'addizione e non la sottrazione - il questo no, questo no e questo no ("fa male") non mi piace - apprezzo invece del veganesimo l'utilizzo di materie prime poco usate e poco valorizzate.
In realtá ho un'ultima obiezione che riguarda un altro aspetto su cui si fa confusione - il veganesimo non è necessariamente collegato ad un'attenzione per l'ambiente. Ieri sera con dispiacere ho notato un notevole uso di contenitori monodose di plastica ( ognuno con pochissimo cibo dentro) - e mi ha dato fastidio - oh sí, tanto... La salute collettiva non é meno importante di quella individuale.
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