“ESSERE SPENSIERATI
Che bello essere spensierati! Che grazia essere privi di pensieri oppressivi, senza per questo essere privi di idee! Bisognerebbe riuscire a esercitare il pensiero senza che tale esercizio si trasformi in una cappa di preoccupazioni gravose, bisognerebbe essere seri e laboriosi senza diventare pesanti e seriosi, bisognerebbe rimanere sempre connessi con le correnti dell’esistenza senza farsi trascinare nei gorghi della tristezza e della rabbia. È mai possibile? Sì lo è, e chi ha dei dubbi pensi a Socrate, a Tommaso Moro, a Spinoza, a Etty Hillesum, a Thich Nhat Hanh, per citare i primi nomi che mi vengono in mente. Platone scriveva di «quanto sia dolce e rasserenante il possesso della filosofia»; Epicuro si poneva come primo obiettivo quello di eliminare la paura degli dèi e della morte; Raimondo Lullo, filosofo e teologo medievale catalano, diceva «philosophus semper laetus», frase la cui conoscenza io devo a un altro filosofo e teologo catalano, Raimon Panikkar, hindu da parte di padre, il quale amava ripeterla e la viveva con un permanente sorriso. Insomma sì, è possibile unire pensiero e spensieratezza, è possibile pensare senza nascondersi la gravità delle situazioni e tuttavia infondere ottimismo, è possibile pensare in letizia. Ha scritto Spinoza, nella cui Etica a partire dalla terza parte il termine laetitia ricorre assai spesso: «Quanto maggiore è la letizia da cui siamo affetti, tanto maggiore è la perfezione a cui passiamo, cioè, tanto più è necessario che partecipiamo della natura divina». #VitoMancuso”
Sembra facile....
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