AVERE UN RIFUGIO
«Io penso che ognuno, a qualunque religione o non-religione appartenga, debba chiedere a se stesso: io, dove prendo rifugio? Avere un rifugio, individuarlo, sapere che c’è e dov’è, sapere come ritornarvi in caso di necessità, è essenziale per avere coraggio. È un po’ come quando si va in montagna: si sale, ci si inoltra sui sentieri, però si sa che c’è un rifugio e che quando arriva la notte si ha dove dormire e non si rimane in balìa degli elementi naturali diventati ostili. Lo stesso vale per la nostra vita economica, a proposito della quale pure si parla di beni rifugio. Le banche centrali degli stati hanno le riserve d’oro, le famiglie hanno o sperano di poter avere a loro volta beni rifugio, quei piccoli patrimoni che non si pensa minimamente di toccare ma la cui sola esistenza garantisce sicurezza e protegge dalla paura di «rimanere in mezzo a una strada», come ripeteva mio padre che conosceva bene quel tipo di paura». #VitoMancuso #IlCoraggioelaPaura #Garzanti
Soprattutto grazie all’impegno incessante di mio marito (e al fatto che i nostri vecchi hanno sempre avuto come obiettivo di “lasciare qualcosa ai figli”) abbiamo al momento beni rifugio. Mi chiedo quale sia però il mio rifugio. Sí, è ovvio, la casa, l’amore per i miei cari, i miei libri... ma forse, in ultima analisi, soprattutto le cose che so fare, capire e sentire. Quelle ci sono sicuramente, sempre lí per me, auspicabilmente insieme alla mia casa, a mio marito, ai miei figli, a mio fratello, agli amici e a quelli che verranno ancora, ai miei libri e ai ricordi, e ai giorni che ancora ho davanti...
Oggi ho fatto, fino a questo momento, nell’ordine: roast beef che sta raffreddando in cucina, cheesecake salato con pesto e pomodori a raffreddare in frigo, muffin al limone a raffreddare in cucina, raccolta roba da lavare per le mie settimanali lavatrici, lettura Gazzetta di Parma. Altro seguirà (non vi dico quanti zucchini mi aspettano, ben allineati di là in cantina.....)
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