giovedì 16 luglio 2020

GIORNATE SÌ E GIORNATE NO


Non so se capita a tutti, ma a volte mi arrivano tra capo e collo giornate no. Quasi mai queste giornate atterrano su questo blog, secondo Roberto perché si cerca sempre di fare bella figura. Forse, ma in realtà credo di più per un’inquietitudine che è a volte davvero difficile da spiegare. Oggi, giornata no, ho letto questo bel pezzo di Mancuso e credo abbia ragione
“Nel caso degli esseri umani, oltre alla nutrizione e alla riproduzione, esiste il desiderio che attrae la massa indistinta dell’energia libera detta psiche. Per questo noi siamo spesso in tensione, perché veniamo attratti da oggetti, persone, circostanze, timori, che plasmano la nostra energia psichica e attraggono le nostre acque interiori, proprio come fa la luna con le acque del mare creando le alte e le basse maree. Gli sbalzi di umore, l’incostanza, gli improvvisi scatti d’ira, le subitanee risatine stridule: tutto questo è determinato dall’instabilità delle acque interiori. Questa a sua volta è dovuta al non avere la meta del proprio desiderio dentro di sé, bensì fuori, dipendente dagli apprezzamenti degli altri, dalle mode, dal riconoscimento sociale.”
#VitoMancuso #IlCoraggioelaPaura #Garzanti

Penso sia vero, gli input negativi vengono ovviamente sempre dall’esterno, ma è come io li interpreto e ne tengo conto e valore che fa virare la giornata in positivo o negativo. Mi fa sentire meglio? No, ma dà la certezza che passerà. 

DEDICATO A PALERMO

DEDICATO A PALERMO, OGGI DEVASTATA DAL NUBIFRAGIO 

Chi ha visto una volta il cielo di Palermo…

Chi ha visto una volta il cielo di Palermo non potrà mai più dimenticarlo…
Com’essa ci abbia accolti, non ho parole bastanti a dirlo: con fresche verzure di gelsi, oleandri sempre verdi, spalliere di limoni ecc. In un giardino pubblico c’erano grandi aiuole di ranuncoli e di anemoni. L’aria era mite, tiepida, profumata, il vento molle. Dietro un promontorio si vedeva sorgere la luna che si specchiava nel mare; dolcissima sensazione, dopo essere stati sballottati per quattro giorni e quattro notti dalle onde!
Non saprei descrivere con parole la luminosità vaporosa che fluttuava intorno alle coste quando arrivammo a Palermo in un pomeriggio stupendo. La purezza dei contorni, la soavità dell’insieme, il degradare dei toni, l’armonia del cielo, del mare, della terra… chi li ha visti una volta non li dimentica per tutta la vita.

(Viaggio in Italia, Johann Wolfgang von Goethe, 1786)

martedì 14 luglio 2020

ESSERE SPENSIERATI

“ESSERE SPENSIERATI
Che bello essere spensierati! Che grazia essere privi di pensieri oppressivi, senza per questo essere privi di idee! Bisognerebbe riuscire a esercitare il pensiero senza che tale esercizio si trasformi in una cappa di preoccupazioni gravose, bisognerebbe essere seri e laboriosi senza diventare pesanti e seriosi, bisognerebbe rimanere sempre connessi con le correnti dell’esistenza senza farsi trascinare nei gorghi della tristezza e della rabbia. È mai possibile? Sì lo è, e chi ha dei dubbi pensi a Socrate, a Tommaso Moro, a Spinoza, a Etty Hillesum, a Thich Nhat Hanh, per citare i primi nomi che mi vengono in mente. Platone scriveva di «quanto sia dolce e rasserenante il possesso della filosofia»; Epicuro si poneva come primo obiettivo quello di eliminare la paura degli dèi e della morte; Raimondo Lullo, filosofo e teologo medievale catalano, diceva «philosophus semper laetus», frase la cui conoscenza io devo a un altro filosofo e teologo catalano, Raimon Panikkar, hindu da parte di padre, il quale amava ripeterla e la viveva con un permanente sorriso. Insomma sì, è possibile unire pensiero e spensieratezza, è possibile pensare senza nascondersi la gravità delle situazioni e tuttavia infondere ottimismo, è possibile pensare in letizia. Ha scritto Spinoza, nella cui Etica a partire dalla terza parte il termine laetitia ricorre assai spesso: «Quanto maggiore è la letizia da cui siamo affetti, tanto maggiore è la perfezione a cui passiamo, cioè, tanto più è necessario che partecipiamo della natura divina». #VitoMancuso”

Sembra facile....

sabato 11 luglio 2020

ESSERE UOMO - ESSERE DONNA

“In breve (perché farla lunga non serve)
Mi sono ubriacato diverse volte ma non ho mai corso il rischio di essere violentato. Sono uomo. In vita mia non ho mai sentito di un uomo ubriaco violentato. Allora il problema non è essere ubriachi. Il problema è essere donne.

Ho camminato a petto nudo. In pantaloncini. In canotta. Con il costume a mutanda. Ma nessuna mi ha mai violentato. E neppure lanciato apprezzamenti. E allora il problema non è come mi vesto. Non sono i vestiti. Io sono uomo. Io posso. La donna e la ragazza invece se la sono cercata.

Mi sono appartato a pomiciare, a fare petting. Ma se non mi andava di fare sesso nessuna donna mi ha mai costretto, magari puntandomi un coltello alla gola. Perché io sono maschio. Io posso dire di no. Posso dire basta. Allora il problema non è la donna che se l'è cercata, appartandosi. Il problema è sempre l'uomo e la sua violenza.

Sono uscito con gruppi di due o tre amiche e io unico maschio. Ma non mi sono mai sentito minacciato o a disagio. Non ho mai subito violenza di gruppo. Perché io sono maschio, e non corro questi rischi. Perché non esiste l'idea che l'uomo sia un oggetto di piacere. Che sotto sotto gli piace, anche se forzato. A nessuno piace essere soggetto a violenza. E no, una donna che esce con due o tre uomini non si è cercata nulla. Di certo non una violenza di gruppo.

Ho avuto superiori donne. Insegnanti donne. Professoresse di università donne. E non sono mai stato molestato. Mai. Neanche una pacca sul culo. Neanche una palpatina. Perché sono un uomo. Non sono considerato accondiscendente. Perché essere in una posizione subalterna non vuol dire dover accettare anche le molestie.

Alla fine non sono stato tanto breve.

Quand'è che una donna e un uomo potranno vivere allo stesso modo?”

Post FB di Ugo Giansiracusa di oggi
#sardinecreative

mercoledì 8 luglio 2020

PAURE


L’immagine è quella solita, desco familiare, qualche giorno fa, TG 7 in sottofondo.
Appare la terribile notizia di quel papà che ha strangolato a mani nude i due figli gemelli dodicenni mandando un messaggio alla moglie , da cui pare si stesse separando, “Non li rivedrai mai più” e poi si è suicidato.
La premessa è che ogni volta che compaiono notizie su violenze a donne e bambini, mi scappano i cavalli e inveisco, attingendo a piene mani da un portfolio di espressioni e parolacce da camionista che nemmeno so di avere in altre circostanze. Questo contro ogni mia convinzione e conoscenza professionale: so bene che gli uomini maltrattanti e violenti sono dei poveracci, masticati via dalla vita, spesso a loro volta cresciuti con l’alfabeto della violenza, dei deboli sfigati. Qui non si tratta nemmeno della banalitá del male, ma del male straccione, sfigato, degradante. Ma inveisco comunque e la parte maschile della famiglia mi lascia gentilmente sfogare.
Tornando all’altra sera, ho (coloritamente) maledetto quell’uomo che ha ucciso i suoi figli e che ha poi vigliaccamente ucciso se stesso per non affrontare le conseguenze di quello che aveva fatto - lasciando dietro di sè una scia di incolmabile disperazione e di morte. L’altra sera ho però notato che anche il mio amabile figlio e il mio concreto marito si sono uniti ai miei insulti e per qualche momento abbiamo costituito un coro scoordinato di odio verso quest’uomo e questo gesto.  
Mi è sembrato appena strano e ci ho riflettuto in seguito. Io sicuramente inveivo sull’onda della paura ancestrale sempre presente in chi è madre non solo di perdere i propri figli, ma anche di non esserci quando hanno bisogno, di non far loro scudo nei confronti del male del mondo. Forse questa vicenda ha smosso qualche paura anche nel figlio e anche nel padre, ma non voglio nè chiedere nè ipotizzare, ognuno con i propri inconsci e fantasmi - e ruoli in cui identificarsi o da rifiutare - da riconoscere e gestire.

IO PRODUCO, E VOI?

 
Zucchine con le cipolle, produzione di oggi.
Io produco, what about you?

lunedì 6 luglio 2020

AMERICANI CHE VALE LA PENA LEGGERE

Kurt Vonnegut, commencement speech tenuto presso la State University of New York, 1972

Beh, sostituendo l’indifferenza per le barzellette e per il sesso sfrenato con la fobia per la storia, la cultura e la verità forse, dopo quasi cinquant’anni, è ancora una analisi utile...





domenica 5 luglio 2020

IL MIRACOLO DEI GIRASOLI

Non si può razionalmente stupirsi e ammirarsi davanti a un vaso di girasoli quando se ne possiedono alcuni ettari. Questi vengono dal nostro campo, ma a me sembrano sempre un miracolo di bellezza, intensità e possanza. Un raggio di sole.


STORIE DI ARZILLE SIGNORE CHE STANNO INVECCHIANDO

Ieri scambio Whatsapp con il marito di una delle mie più vecchie amiche (vecchie nel senso di durata dell’amicizia, siamo coetanee), signora energica, con proprio studio professionale e due figli ormai adulti e fuori casa. Chiameremo lui Alberto e lei Luciana.
ALBERTO: “Stamattina  la Luciana in centro invece si legare la sua bici alla rastrelliera con la catena ha legato quella di un’altra che era accanto ... quando siamo tornati la padrona della bici a momenti la lincia, aveva chiamato la polizia perché pensava che avessero messo la catena per fregargli la bici e stava arrivando il marito con il flessibile per rompere la catena 🤣🤣🤣
Se ne è accorta proprio quando siamo andati a riprendere la bici, non riusciva a capire perché non trovava la catena da aprire ... piuttosto ha rischiato che gli fregassero la bici”
IO “Davvero! Che arterio...Ahimè, sarà sempre peggio...”
ALBERTO: “Bisogna metterla sul ridere ...”
IO: “Lo faremo!!! 😂😂😂”


Ovviamente quasi immediatamente scrivo a Luciana
IO: “Oh, Arteriox, Alberto mi ha detto cosa hai combinato stamattina!”
LUCIANA: “Già. Non ero stanca, ero sola e non distratta da niente e nessuno. Faccio cose strane a volte... per non metterla solo sul ridere. La giovinezza”
IO: “Beh, ridere fa comunque bene a prescindere. Fammi pensare...🤫🤫 il caldo? Anzi, meglio, il riscaldamento globale 😂😂
Oppure è colpa del governo, un’affermazione che va sempre bene”
LUCIANA: “Io e Alberto stavamo ridendo molto e pure facendo la foto...quando è arrivata la signora fuori di testa😱”
IO:”Beh, sarei stata molto arrabbiata anch’io, al suo posto...😎😎”
LUCIANA : “Si meglio colpa del governo. La tizia ha 'allertato la polizia' perché chi lega una bicicletta non sua con un lucchetto ' cosi serio'  parole sue, è  solo per rubarla. Dopo! Io son suonata ma lei un po' fuori di melone. Arrabbiata si ma quando capisci che una si è  sbagliata, lasciando la sua bicicletta aperta!, ti chiede scusa...molla.  Siccome non mollava, agitatissima le ho proposto di pagarle i danni. Allora se ne è uscita con un 'ci mancherebbe '
Colpa del governo che non crea sicurezza tra i cittadini”
IO: “Esatto!  Ridiamoci su, è meglio”


Riflettendoci, in seguito, ho pensato che invece sarebbe stato per me più probabile combinare questa scenetta divertente quando ero giovane e veleggiavo inconsapevole sulla vita pensando sempre ad altro, più in lá, di più.. adesso invece sono molto controllata, verifico, sto attenta. Quindi Luciana ha forse sintomi di una tarda adolescenza?

AVERE UN RIFUGIO

AVERE UN RIFUGIO
«Io penso che ognuno, a qualunque religione o non-religione appartenga, debba chiedere a se stesso: io, dove prendo rifugio? Avere un rifugio, individuarlo, sapere che c’è e dov’è, sapere come ritornarvi in caso di necessità, è essenziale per avere coraggio. È un po’ come quando si va in montagna: si sale, ci si inoltra sui sentieri, però si sa che c’è un rifugio e che quando arriva la notte si ha dove dormire e non si rimane in balìa degli elementi naturali diventati ostili. Lo stesso vale per la nostra vita economica, a proposito della quale pure si parla di beni rifugio. Le banche centrali degli stati hanno le riserve d’oro, le famiglie hanno o sperano di poter avere a loro volta beni rifugio, quei piccoli patrimoni che non si pensa minimamente di toccare ma la cui sola esistenza garantisce sicurezza e protegge dalla paura di «rimanere in mezzo a una strada», come ripeteva mio padre che conosceva bene quel tipo di paura». #VitoMancuso #IlCoraggioelaPaura #Garzanti

Soprattutto grazie all’impegno incessante di mio marito (e al fatto che i nostri vecchi hanno sempre avuto come obiettivo di “lasciare qualcosa ai figli”) abbiamo al momento beni rifugio. Mi chiedo quale sia però il mio rifugio. Sí, è ovvio, la casa, l’amore per i miei cari, i miei libri... ma forse, in ultima analisi, soprattutto le cose che so fare, capire e sentire. Quelle ci sono sicuramente, sempre lí per me, auspicabilmente insieme alla mia casa, a mio marito, ai miei figli, a mio fratello, agli amici e a quelli che verranno ancora, ai miei libri e ai ricordi, e ai giorni che ancora ho davanti...
Oggi ho fatto, fino a questo momento, nell’ordine: roast beef che sta raffreddando in cucina, cheesecake salato con pesto e pomodori a raffreddare in frigo, muffin al limone a raffreddare in cucina, raccolta roba da lavare per le mie settimanali lavatrici, lettura Gazzetta di Parma. Altro seguirà (non vi dico quanti zucchini mi aspettano, ben allineati di là in cantina.....)

sabato 4 luglio 2020

CHIEDO SCUSA

KURT VONNEGUT, Commencement Speech, Syracuse University, NY, 1994, Quando siete felici fateci caso, Minimum fax, 2017

giovedì 2 luglio 2020

CORPO A CORPO

Come ogni anno, di questi tempi, combatto la mia personale durissima battaglia, un vero corpo a corpo, contro l’eccessiva produzione di zucchine merito e colpa del mio consorte che ne pianta sempre troppe, contando sul fatto che non tollero sprechi di magnifiche materie prime in nessun caso (ho già confessato in un precedente post il dubbio che mi anima rispetto al fatto che in fondo in fondo possa odiarmi).
Da circa dieci giorni quindi:
- zucchine fritte
- pasta con zucchine e mandorle
- pasta mortadella e zucchine
- zucchine in scapece
- polpette di zucchine
- crema fredda di zucchine
.....
E oggi
Menta e zucchine (anche di menta ho grande abbondanza).
Anche quest’anno dichiaro ufficialmente aperta la guerra corpo a corpo con le zucchine.

Ps. L’inizio dell’eccessiva produzione di zucchine ha coinciso per fortuna con la fine dell’eccessiva produzione di fagiolini di cui ci siamo abbuffati per un po’ (una mini- battaglia, comunque, niente di paragonabile all’epica annuale battaglia con le zucchine).