mercoledì 12 febbraio 2020
LA FINE DELLA FINE DELLA TERRA, Jonathan Franzen
Posto solo un piccolissimo estratto di un libro che mi ha davvero colpito molto, da lungo tempo non leggevo cose così interessanti, spiegate bene e scritte magnificamente (d’altra parte Franzen è uno dei miei autori preferiti). In particolare, ho amato “Scrivere saggi in tempi bui” (“Ciascuno di noi si trova oggi nella posizione degli indigeni americani quando arrivarono gli europei con fucili e vaiolo:il nostro mondo è sul punto di cambiare in modo colossale e imprevedibile, e più che altro in peggio. Non spero affatto che possiamo fermare questo cambiamento. La mia unica speranza è che riusciamo ad accettare la realtà in tempo per prepararci in modo umano, e la mia unica convinzione è che affrontarla a viso aperto, per quanto sia doloroso, è meglio che negarla”) e “Perché gli uccelli sono importanti” ( “La radicale alterità degli uccelli è una componente essenziale della loro bellezza e del loro valore. Sono sempre fra noi ma non ci appartengono. Sono gli unici altri animali dominatori del mondo che l’evoluzione abbia mai prodotto, e la loro indifferenza nei nostri confronti dovrebbe servire a ricordarci che non siamo la misura di tutte le cose. Le storie che raccontiamo sul passato e immaginiamo per il futuro sono costrutti mentali di cui gli uccelli possono fare a meno. Loro vivono solo nel presente. E nel presente, anche se i nostri gatti, le nostre finestre e i nostri pesticidi ne uccidono miliardi ogni anno, e anche se alcune specie, soprattutto nelle isole oceaniche, sono andate perdute per sempre, il loro mondo è ancora ben vivo. In ogni angolo del globo, dentro nidi piccoli come noci o grandi come pagliai, i pulcini rompono il guscio e si affacciano alla luce”).
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