Anna ha ricevuto in Svizzera, dove vive, le schede elettorali che deve inviare entro il 28 febbraio e si chiede un po’ angosciata cosa votare. Sarebbe bello poterle rispondere con semplicità e autorevolezza come quando ero la sua (peraltro unica) attenta mamma. Adesso invece è complesso, difficile, interlocutorio. Non credo le interessi sapere cosa voto io (lo sanno anche i sassi del cortile), ma in base a che cosa voto, quali pensieri mi guidano nella scelta.
Intanto la prima cosa è facile: non voto in base alla rabbia - e non perchè non sia arrabbiata, mi arrabbio ogni giorno ed essendo molto vicina a dove si creano le decisioni mi arrabbio in modo puntuale e documentato. Ma votare in base alla rabbia non serve, è perdente - vota in base alla rabbia (e vota principalmente Cinque Stelle) chi non vede la complessità delle cose, chi non vede che l’esercizio del potere non è solo una questione di onestà ma una complessa ricostruzione di sintesi di una realtà molto sfaccettata.
Anche la seconda è facile: non voto in base all’odio e alla paura, perchè non riescono ad intrappolarmi anche in questa semplificazione - non solo ho studiato la storia, ma so leggere i dati e vivo le nostre città e il mondo e vedo il dolore e la sofferenza - addirittura mi pregio di combatterli - ho paura dell’ignoranza, non dell’uomo nero.
La terza è più complessa e non va tanto di moda, ma è ovviamente connessa alla mia età e formazione ed esperienza: privilegio nel voto non solo le idee, ma chi sa- storicamente, qui ed ora - avvicinarsi alla loro realizzazione. Ogni giorno metto le mani della merda, propongo, contratto e scendo a compromessi, so perfettamente quanto sia faticoso arrivare a realizzare ogni anche piccola cosa, peraltro sempre diversa dall’idea originale. Faccio un esempio molto in voga “Ridurre le diseguaglianze” fa parte delle mie convinzioni e della mia parte. Il difficile è capire come farlo: il reddito di inclusione varato dal governo lavora in questa direzione? Sì, pur tra molte contraddizioni e poteva essere sicuramente fatto meglio, ma è stato fatto, prendendo accordi, trovando soldi, scendendo a compromessi, trovando strade spesse volte non congrue, con i Centri per l’ Impiego che non funzionano, con la necessità ancora irrisolta di coordinare i molti rivoli dei contributi alle famiglie e alle persone.... da anni non venivano fatte cose in questo paese. Dire ridurre le diseguaglianze o dire patrimoniale quando non c’è la minima possibilità di trovare accordi e consensi, nè ci sono i mezzi per realizzarle (non c’è il Catasto che funziona nei tre quarti d’Italia, il patrimonio immobiliare non ha rese certe, anzi, la finanza è un ambito mondiale e non nazionale....e tanto ci sarebbe da dire) è parlare di fuffa. Lo stesso che le pronuncia adesso ha fatto il terremoto sulle liberalizzazioni, riuscendo a realizzare solo quelle che in quel momento storico si riusciva, ma ha fatto bene a non aspettare di farle tutte, altrimenti tutto sarebbe stato immobile. In sintesi, privilegio nel voto chi mette le mani nella merda, nelle complesse contraddizioni del nostro mondo - e assume responsabilità.
La quarta per me è netta: voglio stare in Europa, in modo consapevole e anche critico se serve, ma nell’Europa di settanta anni di pace, nell’Europa in cui siamo sempre gli ultimi in ogni statistica (crescita, produttività, innovazione, ricerca, disoccupazione, occupazione femminile) però ci siamo. Gli antieuropeisti mi danno il voltastomaco.
Per finire (molto ci sarebbe da dire, ma non posso sfinire chi legge) vorrei parlare di passione. Questa è la peggiore campagna elettorale che ricordi. Non mi stupisce che una giovane donna sveglia e attenta come l’Anna abbia difficoltà a cogliere segnali di vicinanza e di passione con ciò che pensa e con quella che è. Non sento passioni, idee forti, messaggi al cuore. Grande energia spesa sulle candidature, promesse tra il folle e il piccolo cabottaggio, silenzi o urla più o meno strategiche (siamo certi che uno squilibrato che spara a casaccio o cinquanta persone al comizio di Forza Nuova significhino la necessità di una mobilitazione antifascista e di scontrarsi in piazza picchiando anche dei poliziotti?) . Idee e passioni deboli portano a semplificazioni dei campi: fascismo/antifascismo, sei di sinistra/sei di destra, sei nero/sei bianco. Idee e passioni forti chiamano speranza e futuro, ma non ne vedo in giro. Idee e passioni forti chiamano a cercare strade faticose, tortuose e complesse per portare avanti il paese. Invece vedo sentieri che non portano a nulla?
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