sabato 24 febbraio 2018

LE VIE DEL VOTO

Scena: interno di una bella casa borghese con splendida vista sul centro di Parma.
Contesto: venerdì sera con una pioggia gelida fuori
Protagonisti: 10 compagni di classe (9 e un marito infiltrato, per l’esattezza), tutti sessantenni, stanno tutti bene, buon livello sociale ed economico, intelligenti, brava gente, si conoscono da quarantacinque anni e si vogliono bene.
Si chiacchiera, mangiando bene. Tante cose su cui parlare. Ovvio che, dato anche il contesto, esce anche madama la politica ed è molto interessante vederli discutere, anche accalorarsi. Tra le altre cose, ho ripensato oggi alle vie del voto, al perchè ognuno di loro va a votare un certo partito. Alcuni voti PD, cioè solido riformismo e la capacitá di trasformare un essere di sinistra nel contesto della globalizzazione, tutti informati e molto affaticati da questa campagna elettorale. Poi un voto LeU, di chi è sempre stato a sinistra e vuole continuare a stare in quella sinistra che conosce, che era un aroma di famiglia cui è molto attaccato. Poi voti alla Bonino, un voto di opinione che sta nell’area però marca la distanza, un voto elegante e colto. Poi un voto cinque stelle di chi dichiara il disincanto, il sono tutti uguali e non cambia mai niente, di chi dietro l’ironia cela rabbia e distanza.
Ma il più sconvolgente per me è stata la dichiarazione di voto per la Lega di un amico ingegnere, famiglia di costruttori, il padrone di casa. È fortemente ed ostinatamente contrario all’euro e lo sappiamo, e questo è collegabile alla sua esperienza  di campo e di vita, come per gli altri: l’euro non consente più all’Italia di vivere sempre in una bolla di svalutazione/inflazione/debito e quindi di espansione edilizia, di senso di progresso illimitato e senza vere fondamenta (l’euro o la globalizzazione? Certo ci sarebbe da discutere molto, ma non è questo il punto).
Ma pur vedendone le ragioni questa  dichiarazione di voto mi ha scosso più delle altre, perchè l’amico in questione è profondamente, direi antropologicamente diverso da Salvini in particolare  e dai leghisti in generale. È intelligente, razionale, competente, silenzioso e silenziosamente affettuoso e generoso, elegante nell’essere e non nell’apparire. Vota Lega valorizzando quel pezzo, ma la Lega non lo rappresenta per niente nella sostanza di quello che la Lega sostiene come narrazione dell’Italia e degli italiani.
Che peccato, che spreco. Questo voto mi ha intristito, nel frullatore in cui siamo inghiottiti.
Le vie del voto sono tante, non infinite, ma tante.

3 commenti:

  1. 1

    Perchè sei così sconvolta dalla dichiarazione di voto per la Lega del tuo ospite?

    Sicuramente ciò è condizionato dall'immagine stereotipata del leghista = razzista = (e perchè no) fascista, che non riconosci in lui.

    Certo deve essere sconvolgente per chi considera il voto al PD un voto al "solido riformismo e alla capacitá di trasformare un essere di sinistra nel contesto della globalizzazione", e pensa che "l’euro non consente più all’Italia di vivere sempre in una bolla di svalutazione/inflazione/debito e quindi di espansione edilizia, di senso di progresso illimitato e senza vere fondamenta", sentire una persona che tu reputi intelligente dire che questo sistema di potere europeo, sempre fortemente voluto dal PD italiano, sia assolutamente da abbattere, senza se e senza ma, perchè va contro gli interessi della maggioranza dei cittadini, di tutti i lavoratori, ed è incompatibile con i principi fondamentali della nostra Costituzione.
    Un sistema incapace di solidarietà al suo interno, che ha imposto a Grecia, Spagna ed Italia sacrifici sociali immensi in nome di un dio denaro che ora la BCE stampa senza sosta, senza che ne derivi beneficio alcuno. Migliaia di miliardi che si perdono nei meandri della finanza, dei futures e dei derivati, senza mai una destinazione agli investimenti produttivi, senza nemmeno trovarne 10 per per ridare una casa ai terremotati. Sono anni che si aizzano i giovani contro gli anziani, i disoccupati contro i pensionati, i precari contro i garantiti, gli uberisti contro i tassisti: tutti contro tutti, in una sarabanda distruttiva, al continuo ribasso in nome del Mercato.
    E' questa l'europa che volete??

    Alla base di tutti i ragionamenti c'è la questione principale da capire: la gestione della moneta, la sua proprietà e la SOVRANITA' MONETARIA.
    Uno stato SOVRANO decide quale moneta usare e deve poter disporre di quanta usarne.
    Dopo gli accordi di Bretton Woods 1944 voluti da Keynes, solo il dollaro rimase agganciato all'oro a 35 dollari per oncia fino all'agosto 1971, quando Nixon decise che anche il dollaro abbandonava il gold standard -di fatto il gold standard non e' mai esistito perche' gli stati stampavano a loro piacimento senza tener conto delle riserve auree-, e da allora tutte le valute sono ufficialmente sganciate dal gold standard, quindi dietro ad esse non vi è alcun valore intrinseco dovuto ad oro o argento, parliamo di moneta fiduciaria (cosidetta FIAT), che si crea dal nulla. Il valore della stessa sarebbe il costo della carta e dell'inchiostro usato. In realtà ha un valore convenzionale che noi cittadini gli riconosciamo, che accettiamo per vendere e comprare, di fatto la moneta non é altro che un metro e serve a misurare il valore dei beni e servizi.
    Uno stato a sovranità monetaria può di fatto stampare TUTTA LA MONETA che vuole, non avrebbe neanche bisogno di far pagare le tasse visto che non ha limiti nella creazione di moneta, ma dovrebbe farle pagare unicamente per redistribuire la ricchezza e per regolare la quantità di moneta circolante: più tasse se c'è forte inflazione, meno tasse se c'è deflazione. Costringe inoltre i cittadini a pagare le tasse perché vuole che si usi la moneta che egli conia, e questo la rende accettata da tutti.
    Creare moneta da parte dello Stato è la preorogativa principale di sovranità, ma oggi è una politica molto difficile da far passare perché si scontra con gli interessi del mondo finanziario che si nutre di debito, il cui valore e la cui quantità diminuisce se aumenta la quantità di moneta che circola presso le famiglie e le imprese.
    Non si fraintenda però, uno stato gestito così farebbe il buon padre di famiglia, certamente non stamperebbe quantità infinita di moneta (come invece sta facendo Draghi con il QE da 60/80 miliardi di euro al mese da 2 anni). Il principio di stampare l'esatta quantità di moneta corrispondente ai beni e servizi creati dal paese per non creare inflazione lo conoscono anche gli studenti del primo anno di economia.
    SEGUE

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  2. 2
    Inoltre il QE di Draghi non sta avendo l'effetto desiderato di alzare l'inflazione al 2% semplicemente perché quel denaro sta inondando i mercati finanziari di liquidità mentre l'economia reale sta morendo, dove l'unica leva che ci propongono per rendere competitive le merci è la deflazione salariale, pura follia.
    Leggendo la teoria di Fischer e la curva di Phillips si trova la correlazione di cos'è che fa partire l'inflazione in un paese. In due parole: solo quando in esso vi è la piena occupazione, i salariati chiedono condizioni economiche migliori non essendoci la riserva di lavoratori disoccupati (ho detto immigrati!!!) i padroni sono costretti ad accordare salari più alti, quando i salariati prendono 100 o 200 monete in più al mese cosa fanno? Le spendono mettendo in moto la domanda aggregata la quale fa partire i consumi e quando partono i consumi parte la richiesta dei beni e dunque l'inflazione. Sarebbero politiche salariali.
    Non come oggi che la disoccupazione viene tenuta artatamente alta (per favorire gli interessi del capitale finanziario) anche attraverso politiche di immigrazione di massa volte a creare sacche di manodopera a basso costo.
    Marx le chiamava riserva industriale di manodopera.
    In realtà la questione inflazione è davvero semplicissima. In un’economia serve la giusta quantità di moneta, ovvero né troppo poca, né troppa. Peraltro se ne abbiamo troppo poca ovviamente si avvantaggia enormemente chi detiene il capitale. Chissà come mai la finanza vuole dunque che la moneta sia scarsa all’interno dell’economia reale… Un’altissima inflazione sarebbe un nemico mortale della speculazione, molto prima di diventare un nemico del lavoro.
    Detto tutto ciò si capisce di cosa stiamo parlando?
    Di conflitto di classe, classi dominanti contro classi subalterne, percettori di rendita contro lavoratori salariati.
    La globalizzazione ha permesso di cooptare la politica a servizio dei vincitori, tutto qui.
    L'euro non é altro che uno strumento della lotta di classe che i dominanti usano per sottrarre sovranità agli stati nazione poiché senza una banca centrale non si possono fare politiche fiscali, economiche, indutriali, redistribuitive, welfare, niente di niente, e ciò fa comodo al capitale finanziario che per sua natura è apolide. E' più facile trovarsi a combattere contro degli stati deboli, ed imporre le sue regole a pochi burocrati europei usando la forza anzi la prepotenza del capitale.
    In due parole: LOTTA DI CLASSE
    L'euro non è una moneta ma un metodo di governo.
    La battaglia contro l’euro è una battaglia di Indipendenza e Libertà. Indipendenza e Libertà non sono né di destra né di sinistra, bensì valori assoluti. Ritornare ad essere padroni in casa nostra è la condizione indispensabile per qualsiasi altra politica, sia per chi è nazionalista sia per chi invece sogna il federalismo.

    Probabilmente infine sei sconvolta ora perchè non conoscevi bene le idee che questa persona aveva già espresso da tempo, e non in campagna elettorale, e soprattutto non per interesse personale:
    https://www.dropbox.com/sh/u1058zadhrd4l2l/AAAxUVBokG3TRcPKaK4-Uoqta?dl=0
    https://www.dropbox.com/s/94hqx36f3pgfmbw/Mondo%20a%20rovescio.pdf?dl=0

    Saresti ancora più sconvolta nel sentirgli dire che lui è una persona di sinistra, e per questo condivide la politica economica della Lega e le persone a cui è affidata (Borghi, Bagnai), e che questa è stata la sua priorità nella scelta elettorale, perchè la ritiene la priorità per il paese.

    Ma sicuramente non sei più sconvolta di quanto non lo sia lui nel sentire che ci siano persone altrettanto intelligenti che non riescano a capire queste cose e continuino a votare il partito che ha principalmente contribuito a portare il nostro paese in questa strada senza un'uscita che non sia il baratro finale, ed insiste nel mantenercelo.

    con affetto da un amico

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