Sovrastando la pigrizia di questo accenno di primavera che immediatamente mi fa venire voglia di ancora più primavera, vorrei terminare questo filo di ragionamento. Un'altra azione combattente cruciale che mi viene in mente è follow the rules, seguire sempre le regole, anche quando si fa fatica. E non è solo importante seguirle - sappiamo benissimo che i criminali nazisti erano i migliori e fedeli seguaci di questa linea. Credo che la complessità del nostro tempo stia nel capire le regole nella loro sostanza e non rifugiarsi nella loro forma, seguirle nella sostanza, combatterle eventualmente nella sostanza.
Cosí, io le seguo. Non parcheggio mai dove non posso perchè so che non lo consentono le regole della convivenza civile, non perchè mi possono dare la multa o perchè c'è un cartello. Mi faccio fare gli scontrini e le fatture, lavoro con impegno, pago le tasse, sono una maniaca del riciclo - ma soprattutto sono totalmente impermeabile al "lo fanno tutti" e "perchè solo io devo rispettare le regole" o all'osservare che altri non lavorano. I miei collaboratori ( collaboratrici, a dire la verità), lavorano tutte, ma osservo alcuni (pochi) non farlo e osservo molti abbandonati dalle organizzazioni, lasciati indietro dai tempi, permeati dal "lo fanno tutti". Mi fanno a volte più pena che rabbia. Mi fa invece rabbia il potere mafioso, il familismo, la non-meritocrazia. Ma non è colpa delle regole, ma di chi, magari osservandone la forma, non ne rispetta la sostanza ( di oggi l'assoluzione di Berlusconi, la cui sostanza è essere un puttaniere che preferisce le bambine, ma la cui forma è che la legge punisce solo chi lo sapeva e non chi lo faceva).
Per inciso, "la politica non si fa solo nella cabina elettorale o nelle manifestazioni di piazza. La politica si fa ogni momento della vita: al supermercato, in banca, sul posto di lavoro, all'edicola, in cucina, nel tempo libero, quando ci si sposa. In effetti la società è il risultato di regole e di comportamenti e se tutti ci comportassimo in maniera consapevole, responsabile, equa, solidale, sobria, non solo daremmo un altro volto al nostro mondo, ma obbligheremmo il sistema a cambiare anche le sue regole perché nessun potere riesce a sopravvivere di fronte ad una massa che pensa e che fa trionfare la coerenza sopra la codardia" (quest'ultima affermazione, lo ammetto, mi lascia un po' più dubbiosa, è ad effetto, ma utopica)
Vorrei che molti di più avessero l'orgoglio del sentirsi civili ed evoluti - sostanza e non forma. Poi magari si fa un po' meno carriera, ma forse è più importante ciò che si pensa di se stessi piuttosto che quello che vedono altri che non ti conoscono. Ed essere capaci di mantenere la forza di scandalizzarsi è conseguenza diretta - comincio però a sentire gli anni, perchè comincio a fare fatica a scandalizzarmi, va subito tutto in rabbia e la rabbia consuma...
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