domenica 21 maggio 2023

PENSIERO FASTIDIOSO

 Ho già confessato ad una tavola di amici scandalizzati che l’ultimo film di Nanni Moretti (“Il sol dell’avvenire”) non mi é piaciuto, nonostante le buone e a volte esaltate recensioni e nonostante il gradimento (a volte l’entusiasmo) della maggior parte degli amici. Intendiamoci, il film é vedibile (a differenza del precedente “Tre piani”) con alcuni momenti anche godibili come la nottata di bizze del regista Moretti (anche qui, però, un fastidioso pensiero che sia anche un intermezzo un po’ furbetto e ad alto tasso di aciditá). 

Roberto, cui il film é piaciuto, dice che sono influenzata dalla mia rabbia per “Tre piani”, non solo un film pessimo, ma che ha anche rovinato un libro bellissimo. Può darsi, non lo nego, però il film non mi é piaciuto perché non ne posso più di film costruiti sulle sorti e i destini dell’ego di Moretti, andando addirittura a scomodare i fatti di Ungheria per alimentare ancora una volta la centratura sull’ego. Forse la mia rabbia per “Tre piani” (iniziata con quel brutto film che é “Il Caimano” e dall’insipido “Habemus papam”) mi ha portato a non volere più bene a Moretti che ho amato per tanti anni e quindi a disinteressarmi del suo ego come baricentro del mondo (come si vede chiaramente nella trionfalistica parata finale).

Il fastidioso pensiero del titolo mi é peró venuto diversi giorni dopo avere visto il film, quando ho pensato a come somigli a quelle persone del film cieche al rivelarsi del regime sovietico come regime autoritario ed imperialista la corrente di sinistra del filo-putinismo più o meno timido e marcato e nascosto dietro un presunto pacifismo. Come se nella nostra storia sia rimasto un imprinting, un filo di continuitá che la logica vorrebbe spezzato, ma che resiste di pancia, non di testa, attraverso un fluire che cambia le persone protagoniste, ma non la percezione di cosa sia un regime autoritario e quali ne siano le ragioni e le conseguenze. In questo Moretti ha mostrato intuito storico e ha centrato un tema davvero interessante.

(PS Moretti non sostiene affatto questa corrente di pensiero, al punto di voler cambiare la storia della scelta del PCI in quel momento storico e dichiarare

Che qualcuno possa definirsi ancora oggi un filoputiano, secondo Moretti è una roba «incredibile, da matterelli totali». Intervistato sulla stampa, Annalisa Cuzzocrea chiede al regista in concorso a Cannes se trova delle similitudini tra chi oggi a sinistra fa fatica a condannare l’aggressione russa in Ucraina e il presidente russo Putin con l’opacità del Partito comunista italiano all’epoca dell’invasione sovietica in Ungheria. Moretti dice che lo ha «sempre stupito che fino a novembre dell’89 (crollo del muro di Berlino e inizio della fine del Pci) rimanesse incredibilmente radicato in tanti a sinistra il legame con l’Urss e i Paesi del blocco sovietico». Chi però oggi si schiera contro Kiev più che altro, secondo Moretti, non lo fa per vicinanza a Mosca quanto per astio nei confronti di Washington. Insomma è più una questione di antiamericanismo, che però spiega il regista inevitabilmente porta a schierarsi con il presidente russo: «Oggi, nel 2023, come ci si può tranquillamente dichiarare filoputiniani? Mi sembra una cosa incredibile, da mattarelli totali».)


Nessun commento:

Posta un commento