mercoledì 18 maggio 2022

ASCOLTANDO LETTA


Lunedí scorso, nell’ambito della campagna elettorale per l’elezione del nuovo Sindaco di Parma (il prossimo 12 giugno) sono andata ad ascoltare Letta presso la Clubhouse dell’Amatori Rugby Parma. Poco più di un centinaio di persone ad ascoltare una mezz’oretta di conversazione, niente di impegnativo, nè formale nè “da comizio”. Di fianco a Letta il candidato Sindaco Michele Guerra, un giovane signore che ha evidentemente letto molti buoni libri, docente universitario ed (ancora in carica) Assessore alla Cultura dell’Amministrazione Pizzarotti, scelto tramite un faticoso accordo tra il PD e Effetto Parma, la lista di Pizzarotti (che notoriamente non ha più a che vedere da molto tempo con i 5 Stelle). 

Il rito è stato celebrato con tutti i suoi passaggi e scansioni: breve benvenuto del Segretario Comunale, poi del Segretario Provinciale, poi del Segretario Regionale, tutti felici e tutti onorati, tutti uomini, tutti quarantenni, con jeans, camicia bianca o azzurrina senza cravatta e giacca blu. Poi il candidato sindaco, anche lui con le stesse caratteristiche antropologiche.

Poi ha parlato Letta e il mio cuore vecchio e piuttosto diffidente si è aperto al piacere di ascoltare qualcuno che non solo parla con vocabolario più che adeguato, ma che cerca, nei limiti di un possibile dato dalle circostanze, di mantenere il discorso su temi alti, generali, su analisi ovviamente semplificate, ma non piacione, su una complessità edulcorata, ma sempre posta in evidenza. Ha parlato di guerra e armi, ma soprattutto di Europa e democrazia, di uno sforzo possibile su lavoro e salari. Mi è piaciuto, mi ha convinto con quella convinzione laica che non è richiamo all’”appartenenza”, tratto che più mi sconcertava e allontanava dal PCI, ma tentativi, come lui stesso ha detto, di costruire significati e analisi e soluzioni che solo un partito può garantire, che nessun leader, per quanto bravissimo, può da solo creare.

Ad un certo punto, mi è venuto in mente un pensiero che mi ha fatto sorridere. Ho pensato “Ecco, il professore di Sciences Po”, nel momento in cui ha citato Prodi e la famosa “tessitura fine” di Prodi come riferimenti per il futuro prossimo. Come si dice: costruire la cornice, fissare i riferimenti.

Note stonate che non mi hanno rovinato la serata, ma quasi. Solo due. La prima riguardava il riconoscere continuo di personaggi che hanno in questi venticinque anni minato qualsiasi possibilità dei DS, PDS e PD che si sono susseguiti di vincere le elezioni amministrative coi loro personalismi, le loro liti, le loro divisioni. E sono (quasi) tutti ancora lí. Davanti a me, in vestito rosso fiammante, una delle protagoniste della presentazione di tre liste di sinistra (la cui somma era ampiamente al di sopra del 50% nel risultato finale) nel mio paesino di origine nel Parmense, con il risultato di consegnare l’amministrazione del mio paese (sempre stato di sinistra) a un sindaco della Lega. E, insieme a molti altri, era ancora lí in prima fila, invece che a casa a cena. Un lieve senso di nausea ha accompagnato tutta la mia serata.

La seconda nota stonata mi ha fatto veramente arrabbiare, invece. Non c’era un palco, ma solo alcune sedie, su cui peraltro non si sono mai seduti, per Letta e i suoi accompagnatori, girate verso il pubblico. Ecco, appunto, chi c’era in queste sedie? Fa già arrabbiare che il Segretario generale, quello Regionale, quello Provinciale, quello Comunale e il candidato Sindaco fossero tutti uomini, 5 uomini a rappresentare un pubblico (e dei votanti) almeno per il 50% femminili. Ma a questa ferita siamo ormai non dico assuefatte, ma preparate, pronte a subirla. Quello che mi ha fatto più arrabbiare, però, è che tra i “relatori” hanno infilato anche una donna del Parmense Assessore regionale alla Montagna e -ovviamente - alle Pari Opportunità e una ragazza giovane che non conosco e di cui nessuno ha presentato il ruolo. Nessuna delle due ha parlato, ma erano evidentemente là per assicurare la “rappresentanza di genere” in quella accezione di facciata dietro cui nascondersi che è tipica della gran part dei contesti e anche del PD. Sarebbe stato di gran lunga meno ipocrita e penoso (e mi avrebbe fatto arrabbiare meno) se non ci fossero state.

Long way to go….

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