“L'opera umana più bella è di essere utile al prossimo”
Sofocle
LA STORIA | ||
La frontiera della nostra umanità | ||
di Silvia Nucini* | ||
Essere gente di confine vuol dire non fare molta differenza tra chi sta da una parte e chi dall’altra, consapevoli che non sono pochi chilometri di terra a definire un essere umano. Corina Damaschin è nata e cresciuta a Siret, Romania, a 14 chilometri dalla frontiera ucraina. Sua mamma e sua nonna parlavano ucraino perché in paese è sempre stato normale conoscere quella lingua così diversa e difficile, ma anche vicina; lei l’ha imparata semplicemente ascoltandole chiacchierare tra di loro. Il 24 febbraio, quando Putin ha invaso l’Ucraina, Corina e suo marito sono passati a prendere il pastore della loro chiesa, quella Battista di Negostina, e insieme sono corsi al confine pensando che forse, lì, c’era qualcuno da aiutare. Quello che hanno trovato – le prime persone che scappavano- è stato l’inizio di un esodo. Per tre giorni, per 21 ore al giorno, Corina ha distribuito tè caldo, ceai, come lo chiamano qui. «Era l’unica cosa calda che potevamo dare, all’inizio. Mi hanno portato una pentola da 100 litri, la pentola dell’ospedale, mi hanno detto: devi averne cura. E così ho fatto». La prima famiglia l’ha ospitata quel giorno: mamma, due figli e anche il papà, uno dei pochi uomini che è riuscito a fuggire prima che rimanere e combattere diventasse un obbligo. Arrivano con i cani, i gatti, qualche coniglio nella gabbietta. Moltissimi peluche stretti tra le braccia dei bambini, talismani colorati, pezzi della vita di prima, quando la vita di prima non esiste più. Chi il peluche non ce l’ha può trovarlo alla frontiera: un’associazione cattolica ne compra ogni giorno e i volontari li porgono sorridendo ai piccoli che attraversano il confine un po’ spaesati. Accanto alle realtà organizzate ci sono poi i gesti dei singoli: migliaia di persone hanno aperto le loro case e ospitano chi aspetta, chi non sa, chi non si vuole allontanare troppo dalla possibilità di tornare alla vita di sempre perché spera che possa succedere presto. Corina Damaschin |
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