Ieri mi sono capitate due cose insolite. Innanzitutto, ho visto due film. Uno dei film (Le sorelle Macaluso) lo sono andato a vedere all’Arena Estiva del Cinema Astra ieri sera, sotto la enorme luna di una clemente sera d’estate. L’altro film invece mi ha catturato ad ora di pranzo, mentre mangiavo sola, e l’ho rivisto molto volentieri perché l’avevo visto diversi anni fa (è un film del 2016 e ha vinto alcuni Oscar) ed avevo ancora la sensazione che fosse un film bellissimo: Manchester by the Sea.
L’altra cosa insolita è che la tematica di fondo trattata da entrambi i film è il dolore e la convivenza con il dolore scatenato da un evento tragico, insopportabile, insopprimibile. Dico subito che mentre ho riamato moltissimo Manchester by the Sea, non mi è invece piaciuto molto Le Sorelle Macaluso. Due film opposti: minimalista il primo, barocco il secondo.
Le Sorelle Macaluso è un film siciliano, gridato, con spasmodica ricerca della bella inquadratura, di una poesia di immagini, di colore, di sentimenti, di pianto e di rabbia, pieno di cose un po’ volutamente ordinarie, molto costruito anche sulle cose e sui corpi. Nel film prevale su tutto un sole cocente e un mare torbido e caldo.
Manchester by the Sea è invece un film spoglio, poco parlato, vuoto, realistico e costruito sugli sguardi, ma non per questo meno poetico nel dolore assoluto di quest’uomo che vive controvoglia, che non sa darsi tregua, che non si consola nell’amore che gli altri gli manifestano, ma anzi se lo conficca come un pugnale nel corpo. Nel film prevale su tutto il candore gelido della neve che sembra non finire mai e la luce di un oceano gelido e magnifico.
Le mie preferenze stilistiche vanno indubbiamente al film nordico, ma penso c’entri anche il senso del dolore di cui sento più vicina l’idea del gelo e del silenzio che non quella del calore e del pianto - per sopravvivere ad un dolore, congeliamo spesso più o meno piccole parti di noi, non possiamo piangere e urlare per cinquant’anni, non sopravviveremmo. Nessuno dei due film dà soluzione, soluzione non c’è, se non la necessità di vivere i nostri giorni trascinandoci dietro fardelli di gelo e sentieri di sole.
Nessun commento:
Posta un commento