lunedì 25 marzo 2019

PIETRO BARTOLO


Oggi ho avuto la fortuna e il privilegio di ascoltare questo uomo, ormai quasi anziano, piccolo e pacato che con una gran forza ed estrema semplicità racconta racconta racconta di 28 anni di accoglienza, di storie terribili, di orrori inimmaginabili, di persone diventate numeri e sacchi in cui rinchiudere i cadaveri. Bisogna ascoltarlo, ascoltare la verità nella sua narrazione, combattere il mare di bugie e di spalate di merda che ha nascosto una verità che lui cerca di raccontare al mondo, incredulo che non cambi mai niente. Da tre anni passa tutti i sabati e le domeniche in giro per l’Italia e in Europa a parlare, a raccontare, a cercare di contrastare la paura e le bugie. Tutti dovrebbero ascoltarlo e, come me, sentire il cuore che si spezza ma anche vivere una nuova energia, una aumentata combattività, una speranza di fare un lavoro fatto bene, con semplicità.
In una sala gremita di professionisti, medici, infermieri, dirigenti, lo abbiamo ascoltato in silenzio e alla fine lo abbiamo applaudito, tutti con le lacrime agli occhi.

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