lunedì 25 marzo 2019

PER RIDERE -BATTUTA FULMINANTE

Pare che Xi Jinping, dopo aver visto Toninelli, abbia chiesto se ce l'avevano venduto loro.

(Facebook, Lateral, Walter Rocchi)

PIETRO BARTOLO


Oggi ho avuto la fortuna e il privilegio di ascoltare questo uomo, ormai quasi anziano, piccolo e pacato che con una gran forza ed estrema semplicità racconta racconta racconta di 28 anni di accoglienza, di storie terribili, di orrori inimmaginabili, di persone diventate numeri e sacchi in cui rinchiudere i cadaveri. Bisogna ascoltarlo, ascoltare la verità nella sua narrazione, combattere il mare di bugie e di spalate di merda che ha nascosto una verità che lui cerca di raccontare al mondo, incredulo che non cambi mai niente. Da tre anni passa tutti i sabati e le domeniche in giro per l’Italia e in Europa a parlare, a raccontare, a cercare di contrastare la paura e le bugie. Tutti dovrebbero ascoltarlo e, come me, sentire il cuore che si spezza ma anche vivere una nuova energia, una aumentata combattività, una speranza di fare un lavoro fatto bene, con semplicità.
In una sala gremita di professionisti, medici, infermieri, dirigenti, lo abbiamo ascoltato in silenzio e alla fine lo abbiamo applaudito, tutti con le lacrime agli occhi.

domenica 24 marzo 2019

COMBATTERE LA POVERTÀ?

C’è a mio avviso una domanda molto semplice da porsi: basta dare soldi per combattere la poverta? 
C’é un primo, inevitabile problema, lo pongo per liberarmene: chi parla  (e legifera) di povertà è un incompetente, nè si sognano mai di chiedere a chi conosce un po’ di più il tema, nè di ascoltare le molteplici voci che si levano o addirittura - vade retro - di ascoltare chi è povero.
Chi sono i poveri? Sono persone che sperimentano una mancanza di soldi, ovviamente, ma quella mancanza di soldi è figlia della mancanza di capitali: capitali educatuvi, capitali sanitari, capitali familiari, capitali sociali, capitali relazionali.per questo motivo si parla di “trappola della povertà”, perchè non è facile uscirne. 
Una vera politica di contrasto alla povertà dovrebbe intervenire sui beni pubblici, su istruzione, salute, famiglia, comunità, lavoro, reti sociali. Se ci limitiamo a intervenire sul reddito e non sui beni capitali, avremo sempre persone povere con un po’ di consumi in più. La ricchezza  di una persona è quindi data dal suo reddito (patrimonio individuale)più i beni collettivi e la possibilità di accedervi ed usufruirne : questo costituisce il portafoglio delle persone.
Sono una grande sostenitrice della meritocrazia e asserisco che in Italia ce ne sia troppo poca, ma la meritocrazia assume che i meritevoli vadano premiati, non dice che i non meritevoli vadano abbandonati. Il famoso “talento” è per la gran parte non collegato al merito, ma a condizioni sociali ed ambientali in gran parte ereditate.
Siamo in un tempo in cui si pensa di risolvere la povertà con lo Stato che dà dei soldi a un individuo, senza nulla in mezzo - una soluzione da incompetenti. Bisognerebbe invece a mio avviso partire da due assunti fondamentali:
- la cura dei bambini nei loro bisogni materiali ed emotivi nei nuclei poveri, con massiccia immissione di beni pubblici nella loro vita
- partire dall’idea che chi oggi è povero e in età lavorativa, soprattutto se è giovane, deve lavorare e non limitarsi a prendere il sussidio, perchè se non lavora non partecipa alla vita collettiva perde la possibilità di conoscersi e riconoscersi.
E due strumenti:
- la creazione di tante tipologie di lavoro a diversa gradazione di difficoltà ed impegno per chi (come molte delle persone povere) dal lavoro è molto lontano
- l’attivazione della società civile perchè la povertà non è un problema individuale, non è solo un problema individuale, ma anche e soprattutto collettivo, della società intera.

LA NOSTRA BANDIERA

Con tutti i suoi ampi margini di miglioramento e imperfezioni, comunque la bandiera in cui maggiormente mi riconosco


lunedì 11 marzo 2019

8 MARZO 2019

L’8 marzo ha sempre avuto una duplice dimensione, anche se non sempre così ben appalesata e oltre che giorno di festa è sempre stato un giorno di lotta. Direi che quest’anno c’era ben poco da festeggiare. Cito, in ordine sparso e per come mi vengono in mente:
- un femminicidio ogni 72 ore - due donne ammazzate di botte il giorno prima dell’ marzo (Napoli e Messina)
- DDL Pillon, tra le altre cose introduce l’obbligo di mediazione familiare (a pagamento) in caso di separazione, costringendo chi ha subito maltrattamenti da parte del coniuge a sedere allo stesso tavolo del proprio aggressore
La Lega, sezione giovani di Crotone, diffonde un volantino per l’8 marzo in cui elenca i nemici della dignità della donna. Spiccano, tra i tanti, coloro che contrastano la famiglia naturale e chi promuove “l’autodeterminazione della donna sempre più marcata suscitando un atteggiamento rancoroso nei confronti dell’uomo”. Un’argomentazione molto utilizzata da parte degli uomini maltrattanti
- molte manifestazioni di solidarietà anche da parte di membri del governo, al sindaco leghista di Ponteinvrea, Matteo Camiciottoli, condannato per avere augurato lo stupro a Laura Boldrini
- percentuali bulgare e vergognose, soprattutto al Sud, di medici obiettori e presentazione di mozioni in diversi consigli comunali (Verona) di mozioni “pro-vita” (quale vita? Non quella delle donne..)
L’immagine quindi più fedele al significato di questo 8 marzo è l’immagine qui sotto - lottare si deve, ancora e ancora.
Parma, 8 marzo 2019: la libertà delle donne è la libertà di tutti

mercoledì 6 marzo 2019

AFRICA

E dopo lo squallore della seconda metà di febbraio, devastata da una interminabile e cattiva influenza, arrivano i mille colori in bianco e nero del maestro Salgado, visti in un pomeriggio di sole passeggiando per Reggio Emilia con anche Anna (preziosi momenti!) con noi - e abbiamo incontrato per puro caso anche Maria.
Gli occhi del maestro hanno catturato nelle foto tanta devastazione e dolore sublimati dall’arte in pura, argentea bellezza

Inoltre, assolutamente da vedere questo quarto d’ora se non altro per ammirare lo sguardo profondo e rapace di un artista, ma ascoltarlo è anche puro piacere


https://www.ted.com/talks/sebastiao_salgado_the_silent_drama_of_photography?language=it&utm_campaign=tedspread&utm_medium=referral&utm_source=tedcomshare

martedì 5 marzo 2019

STORIA DA UN MONDO PICCOLO

Storia di un mondo piccolo che non c’è più.
Sabato scorso, seduto nella nostra cucina davanti a un caffè, c’era Davide, il nostro bravissimo e fidatissimo potatore. Davide era compagno d’infanzia di Roberto ed è una persona simpatica ed intelligente.
Ci ha raccontato un episodio della sua infanzia. Nella sua famiglia erano cinque fratelli, vivevano in una frazione tra Colorno e Torrile, in campagna. I soldi erano pochi (e le speranze molte) e Davide a 14 anni si era innamorato di un motorino giallo, usato, in bella vista nel negozio di cicli e motocicli di Colorno (che ovviamente non c’è più da almeno trent’anni). L’aveva chiesto a suo padre che però gli aveva detto che i soldi non c’erano. Senza perdersi d’animo, Davide aveva pensato di guadagnare i soldi allevando conigli. Per mesi, la sua vita era stata: sveglia presto, stalla, cura dei conigli, corriera per Parma per il corso da barista, ancora corriera e ancora stalla e conigli. Ma lui era contento, i conigli crescevano bene ed erano quasi pronti per essere venduti e aveva fatto i conti che gli avrebbero reso esattamente quanto serviva per il motorino.
Purtroppo una mattina la sua mamma lo aveva svegliato in lacrime e con fatica lo aveva accompagnato sul luogo del disastro: tutti i suoi bei conigli grassi erano stesi, in fila, uccisi da una donnola. Tutti, irrimediabilmente. Allora Davide ha preso una pala e ha scavato una grossa buca per seppellirli e il Davide sessantenne che raccontava nella mia cucina tanti anni dopo ha sospirato “E il bel motorino giallo è rimasto là nel negozio”.