La mia mente é come una casa che ho passato la vita ad arredare. I tavoli, i letti, gli armadi sono i libri che ho letto, le canzoni che ho imparato, dimenticato e so ancora cantare, i viaggi che ho fatto e le visioni di mondo che mi porto nel cuore.
I miei coinquilini sono molti, vivi e morti, genitori, mio fratello, mio marito e i miei figli, ma anche gli amici, passati e presenti, le persone cui ho voluto bene e mi vogliono bene - in cantina, chiusi a chiave, le persone e i momenti sgradevoli.
I quadri e i soprammobili sono i momenti in cui sono stata coraggiosa, intelligente, gentile, in cui ho realizzato il mio desiderio di essere e i miei talenti, in cui ho saputo donare qualcosa - sono gli ornamenti della casa, ne fanno una casa bella, vivibile, confortevole - a tratti felice. I momenti invece in cui sono stata pavida, stupida, proterva, rancorosa sfregiano le pareti della casa, ma cerco di tenerle confinate al suo esterno.
I miei ricordi sono la libreria della casa. Ci sono volumi che parlano dei momenti della mia vita - a volte li sfilo a casaccio e appaiono immagini dei miei figli piccoli, di lezioni in università a Bologna o a Purdue in cui imparavo cose importanti, di cieli stellati, di braccia che mi avvolgono e mi amano, di lacrime di commozione, di una me stessa giovane che fatico a riconoscere, di volti dimenticati e indimenticati che mi trasmettono sentimenti e relazioni, di problemi risolti e irrisolti, di tante strade percorse, di quadri o foto o film che formano la trama di ciò che sono e sono stata e sarò.
Continuerò spero per alcuni anni ad arredare questa casa che sta diventando vecchia, ma anche ricca e piena - poi, come fanno le vecchie case, tornerà alla polvere.
(credits to Ken Follett per l’idea)
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