Da oggi inizio il mio piccolissimo, personale, microscopico boicottaggio. Ho cercato di capire cosa utilizzo di palesemente americano e non uso niente di cibo, uso i-phone e i-pad (ahimè, non posso farne a meno) made in china e corea, vedo i loro film (e ahimè, non credo di poterne fare a meno, nè lo ritengo giusto visto che molti artisti sono in prima linea nel fronte della resistenza) e sono un'appassionata viaggiatrice di luoghi meravigliosi. Quindi, ho deciso, boicotterò gli USA su questo terreno: loro hanno evidentemente votato per chiudere le porte del loro paese (paese che peraltro non esisterebbe senza gli immigrati di varie generazioni) e io non le varcherò più finchè sarà vincente questa posizione e linea di pensiero e azione.
sabato 28 gennaio 2017
venerdì 27 gennaio 2017
CONOSCERE È NECESSARIO
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre.”
(Primo Levi)
E la memoria è noi stessi
(Primo Levi)
E la memoria è noi stessi
domenica 22 gennaio 2017
RAMPINI - UNA DOMANDA E PIÙ UNA REAZIONE CHE UNA RISPOSTA
Fantastica manifestazione. Dov'erano l'8 novembre?
Sono appena tornato dalla meravigliosa manifestazione di Washington. Un successo ben oltre le attese, senza dubbio. Ma è impossibile non essere inseguiti da una domanda angosciante. Dov'erano le donne americane l'8 novembre? Perché il 51% di donne bianche ha preferito votare per Donald Trump? Sarebbe bastata una leggera maggioranza di loro a favore di Hillary Clinton, in alcuni Stati chiave, e oggi ci sarebbe la prima donna presidente degli Stati Uniti. Cosa non è stato fatto per spostare voti, fra le tante donne bianche che alla fine hanno voluto affidare il futuro della nazione a Trump? Se tutte le energie dispiegate per organizzare la manifestazione di oggi, fossero state usate un po' prima, nelle città e nei quartieri giusti, dirette verso un dialogo in profondità con le tante donne scettiche o indecise, quella di oggi poteva essere una grande celebrazione festosa. Invece è un momento di grande rimpianto per l'occasione perduta.
(Dal blog di Rampini)
Ho una parziale risposta, derivata dalla mia personale esperienza: erano impegnate a costruire le loro vite con grande fatica, con un impegno immensamente più grande di quello richiesto agli uomini, (storicamente) sempre molto piû consapevoli dei loro doveri che dei loro diritti - e più facilmente spaventate sulla difesa delle loro famiglie.
Erano lí, lo sono ancora, speriamo che in molti cassetti si conservi la cuffia di lana rosa...
venerdì 20 gennaio 2017
I'M NOT GIVING UP
- La democrazia vive se c'è un buon livello di cultura diffusa. [...] se questo non c'è, le istituzioni democratiche – pur sempre migliori dei totalitarismi e dei fascismi – sono forme vuote. (Tullio de Mauro)
Osservo con dolore i primi passi dell'America di Trump. Ricordo di averla conosciuta, l'America volgare, di plastica, l'America ignorante condannata al sottoproletariato culturale, ai programmi spazzatura, al cibo spazzatura. Ma ricordo anche l'America dei grandi cieli, della libertà di esplorare e conoscere, di gente colta, attenta, libera e combattiva - a volte alleata con i poteri forti, a volte subordinata ad essi, ma sempre forte di grandi cieli e pensieri che sanno volare, catalizzatore di tante energie da tutto il mondo.
Trovo estremamente interessante osservare come la cultura, intesa come la intendeva Tullio de Mauro, grande maestro, ormai marginalizzata nel dibattito pubblico, spesso evidenzi una forza storica che pare inaspettata.
Riflettevo stamattina, in macchina andando al lavoro, dopo avere ascoltato al notiziario alla radio definire Trump un nemico dell'Europa e della Cina e un alleato della Russia, che non mi stupisce affatto. L'Europa e la Cina, in modi profondamente diversi, ma entrambi giganteschi, sono la culla della cultura e sono ovviamente l'antitesi di quanto personifica Trump, un individualismo senza passato e senza reale percezione del futuro se non come proiezione di un presente da cui prendere il massimo. E sono con Serra (L'Amaca del 17/01/2017)
Come convivere con l’energumeno che considera “casta” un professore universitario, e non Trump e il suo governo di banchieri? Come difendere i quattro stracci che ancora coprono le nostre vergogne — per esempio l’antirazzismo, l’uguaglianza tra maschi e femmine, l’amore per la cultura — da movimenti popolari che, a vario titolo, pensano che l’uomo bianco debba comandare, le donne farsi trovare ben truccate e sorridenti quando rientra il marito, gli intellettuali siano una massa di inutili scrocconi? In attesa di un futuro radioso, prendere per i fondelli i nuovi duci e i loro fan plaudenti non mi sembra il più grave degli errori.
E sono con Sanders
Today is going to be a tough day for millions of Americans, including myself. But we cannot throw up our hands in despair. We have to fight back as effectively and as vigorously as we can. We are not giving up.
I'm not giving up.
martedì 17 gennaio 2017
SUL TAVOLO DELLA CUCINA
domenica 8 gennaio 2017
CLASSE I A -ANNO SCOLASTICO 1972-1973
Oggi, riordinando il solaio (un lavoro pesante che mi fa male e che ho iniziato diversi mesi fa) ho scovato le foto di classe. Questa foto ha cica 45 anni e ricordo ogni nome. Di alcuni conosco tutta la storia, di altri solo quel pezzo di storia che abbiamo condiviso. Io non ci sono (chissà perchè, ero assente). Quest'anno saranno 40 anni dal diploma, chissà se troveremo la forza di festeggiare in modo speciale.
Tanti anni al tempo stesso volati via e pieni di avvenimenti.
Marzia, Maria Teresa, Daniele, ROBERTO, Franco, "il Reggio" Raffaele, Giampietro, Antonio, "la Giobz" Giovanna, Roberta, Adele, Marialisa, "il Cocco" Carlo, "il Magno"Stefano, "il Buro" Vittorio, Fabrizio, "la Chicca"Enrica, "l'Alberta" Giovanna, Maria, Francesca, "la Piccia" Giovanna, Barbara, Annamaria, Gianna, Rosanna e Paola.
La vita è stata più o meno buona con tutti noi - che ci sia lieve il prosieguo del cammino.
venerdì 6 gennaio 2017
mercoledì 4 gennaio 2017
ULTIMO TRAMONTO DELL'ANNO 2016
Ultimo tramonto del 2016, Tellaro, Lerici.
Che il 2017 trattenga almeno un po' di questa pace e di questo incanto.
Che il 2017 trattenga almeno un po' di questa pace e di questo incanto.
BREVEMENTE DICO
Brevemente dico che ho lasciato questo blog per alcuni mesi colta da un periodo di tristezza interiore (non mi permetto di usare la parola depressione per estremo rispetto di chi soffre di una vera e seria malattia che non è il mio caso), o meglio un periodo in cui la tristezza che ho sempre dentro (come tutti noi, forse, in misure diverse) stentava ad essere arginata dalle consuete misure messe in campo (principalmente razionalità ed ironia, un tempo anche passione ed entusiasmo, ad oggi molto in calo, assieme alle consolazioni principe: viaggi, libri, cibo e chiacchiere con amici) con rigida disciplina. Avrei scritto solo post tristi (e questo non è un male, non bisogna essere felici per forza) e lagnosi - e questo proprio no, le lagne sono insopportabili. Così ho aspettato un po', ho scritto un po' su Facebook, e mi sono aspettata.
In questo breve periodo è successa una grossa novità. Anna è andata a vivere a Zurigo (da metà novembre) dove lavora per Givaudan, una multinazionale che si occupa di aromi. L'abbiamo accompagnata quando è andata, è tornata per il periodo di Natale (è ripartita ieri l'altro) e andremo ad aiutarla verso metà gennaio a fare trasloco nella casa che ha trovato. Vanno, tornano, se ne vanno ancora, cuori che su spezzano e ricompongono, tanta vita da faticosamente (e fantasticamente) ricostruire e ricucire e su cui costruire trame nuove. Accettare che tutto cambia.
In questo breve periodo è successa una grossa novità. Anna è andata a vivere a Zurigo (da metà novembre) dove lavora per Givaudan, una multinazionale che si occupa di aromi. L'abbiamo accompagnata quando è andata, è tornata per il periodo di Natale (è ripartita ieri l'altro) e andremo ad aiutarla verso metà gennaio a fare trasloco nella casa che ha trovato. Vanno, tornano, se ne vanno ancora, cuori che su spezzano e ricompongono, tanta vita da faticosamente (e fantasticamente) ricostruire e ricucire e su cui costruire trame nuove. Accettare che tutto cambia.
IL GGG
Alcuni giorni fa, con tutta la famiglia, con Roberto, Anna (28 anni) e Luigi (18 anni) siamo andati al cinema a vedere il GGG di Spieberg, tratto da un libro amatissimo da tutti e quattro letto da noi a loro prima di dormire ogni sera. (L'autore, Roald Dahl, ancora più amato, di lui abbiamo dopo il GGG esplorato l'intera produzione)
Il film non è perfetto, ma secondo me ha ricostruito benissimo i "respiri" del libro, quel clima di dolcezza e fiaba, di brutalità stupida e ridicola, di sentimenti che creano ponti e legami inaspettati. Per un paio d'ore, mi sono permessa di mescolare gli occhi dei miei figli bambini agli occhi della bimba sullo schermo, di tenere tra le mie le loro mani bambine e poi lasciarle andare. Grazie GGG, ancora una volta.
Il film non è perfetto, ma secondo me ha ricostruito benissimo i "respiri" del libro, quel clima di dolcezza e fiaba, di brutalità stupida e ridicola, di sentimenti che creano ponti e legami inaspettati. Per un paio d'ore, mi sono permessa di mescolare gli occhi dei miei figli bambini agli occhi della bimba sullo schermo, di tenere tra le mie le loro mani bambine e poi lasciarle andare. Grazie GGG, ancora una volta.
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