Ha vinto delle primarie imbarazzanti e penose il solito piccolo politico mezza calzetta, uomo di apparato che è sempre stato attento principalmente a due cose: la prima è stare molto attento a non pestare i piedi e non disturbare i potenti (piccoli e grandi), la seconda, non meno importante, è di essere molto attento a non esprimere mai un'idea originale, a non dare mai un contributo di pensiero ed approfondimento vero. D'altra parte, tutto nella media, forse nemmeno la Regione Emilia-Romagna, che io nonostante tutto amo e di cui vedo tuttora grandi potenzialità nonostante il dissennato spreco di tante di esse, si merita di più.
Volevo però riflettere su due cose a mio avviso più importanti - la prima è la penosa messa in scena di potere che il pd emiliano ha offerto in queste primarie (e continua ad offrire, con la scelta dei candidati consiglieri) - chiuso nelle sue stanze, a dibattere di ex pds ed ex margherita, di padri politici, di poteri e poltrone - che miseria, mentre intorno i capannoni sono vuoti, il lavoro non c'è e il welfare scricchiola e un popolo che pensava di cominciare ad essere "europeo", con un lavoro possibile, le scuole dell'infanzia, una buona sanità e un po' di welfare si ritrova invece in un bagno di realtà ad essere ancora italiota e mafioso di alto ma anche piccolo e minuscolo cabottaggio.
La seconda cosa, non scollegata dalla prima, è considerare quanto la classe dirigente del pd rappresenti il suo "popolo" di riferimento. Se Bonaccini ha preso il 60% e Balzani il 40% ci si aspetterebbe che anche la classe dirigente fosse tendenzialmente rappresentativa di questi rapporti, ma la classe dirigente del pd era schierata, ad essere larghi, forse 90 per Bonaccini e 10 per Balzani. Questo evidenzia per me un problema ineludibile ancora una volta di distanza tra questa classe dirigente e tra l'altro il suo popolo più accanitamente fidelizzato (aggiungerei anche un po' masochista) che si è preso la briga di andare a votare nel deserto dell'entusiasmo per questo appuntamento. Problema che, come la volta scorsa nettamente parallela nel trend anche se non nelle dimensioni, avevo già rilevato nel famoso scontro sempre 60-40 (se ben ricordo) tra Bersani e Renzi con un partito schierato anche lì 90-10. È finita come è finita, ma ha pagato allora l'Italia e oggi, ahimè, comincerà a pagare l'Emilia-Romagna.
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