Mi chiedo se ci sono studi di tipologizzazione di questi uomini che uccidono le donne (e i bambini) - persone della porta accanto, almeno quelli che si leggono sui giornali.
Pensando agli uomini, tipologizzo in loro la difficoltà più o meno evidente ed accentuata, alla narrazione [e pensare che, curiosamente, se penso a un grande narratore, penso ad un uomo, Gabriel Garcia Marquez] alla trama, al percorso. Gli uomini tendono a procedere su una strada dritta, di cui non vedono o sottovalutano le diramazioni, i percorsi alternativi, vedono più di noi la strada, ma meno di noi le ombre del bosco, le deviazioni, le linee incompiute che ci portiamo dietro e che quasi sempre ci appaiono di nuovo poi ingigantite e con un conto più salato da pagare. Gli uomini pensano molto all'azione e meno alle nascoste ferite - piccole, grandi - che quell'azione si porta dietro.
Per questo credo che a volte si trovino davanti a dei vuoti, a volte scavalcabili, a volte, ingigantiti da tanti fattori (immaturità, anaffettività, tipo di educazione, pre-giudizi culturali, scarso controllo sulle pulsioni) non affrontabili, non prendibili - e allora colpiscono, danno la colpa del vuoto a chi li ama e si fida di loro - non trovano più la strada, il filo, il percorso. Fanno della vita della loro donna (e a volte, come leggiamo in questi giorni con orrore, anche dei loro bambini) una tabula rasa, un vuoto. E tabula rasa e vuoto anche della loro vita.
Dolore e sofferenza grandi e sprecati.
In quanto madre di un maschio cerco da anni di avere attenzione a curarne la consapevolezza della narrazione delle vite degli altri e della propria - lo vedo, adolescente, stupito e a volte irritato da questa mia insistenza nel cercare di analizzare e non semplificare con la figura retorica della malvagità e della cattiveria individuale ciò che succede, dal padre che stermina i suoi bambini al ragazzino che sta a casa da scuola per non farsi interrogare. Senza però negare mai, MAI, la responsabilità individuale delle proprie scelte ed azioni.
Quell'uomo che ha sterminato la sua famiglia ha sicuramente la responsabilità di ciò che ha fatto, ma la colpa la deve ricostruire nel suo vissuto ed espiare essendo costretto a vedere il vuoto e a riempirlo di consapevolezza: ogni giorno dovrà ri-conoscere quello che ha fatto e conviverci. È necessario curare questi uomini, proprio per farli espiare.
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