giovedì 5 giugno 2014

ESSERE RENZIANA?


Un collega oggi è sbottato con me dicendomi: "Insomma mi dici se sei renziana o no?". Già, riesco a dirlo? temo di no. Non riesco mai a dire di essere qualcosa di definito? sono snob? sono "radical chic" come scherzosamente mi accusano i miei figli? forse, ma non credo. Credo invece di avere una consapevolezza: questa metafora forte che ha usato Baumann (ah, maledetti filosofi!) della "società liquida" dobbiamo capire bene che cosa significa - molti se ne riempiono la bocca, ma chissà se si riuscirà mai ad afferrarla completamente. Per quanto riguarda il mio piccolo (il mio piccolissimo, a voler essere precisi), percepisco questa società liquida come una società in cui l'appartenenza e l'identificazione sono molto più labili di un tempo - per maggiore solitudine, per maggiore complessità, per lo sfilacciarsi di ciò che è "normale" e "morale" a favore di ciò che "accade" e deve essere conosciuto e riconosciuto.
Per essere brevi e concreti, insomma, riesco a dire che in questo momento e in questa fase sono con Renzi - quello che dice mi convince ed aspetto quello che farà, ma il mio consenso è collegato al qui ed ora, identifico la mia area di appartenenza e qualche sprazzo di una prefigurazione di priorità e di futuro, ma chi e cosa le interpreti non è come un tempo (per me non lo è mai stato comunque tanto,  forse anche causa un girovagare per il mondo che ti porta necessariamente a relativizzare molto, quindi forse avverto questo con maggiore chiarezza) un partito, un simbolo, un uomo, ma sono i pezzi di cammino che intravvedo comuni. Se ripenso ad un pezzettino alla storia recente, ho votato bindi contro veltroni, ho votato marino contro bersani, ho votato puppato e poi renzi contro bersani, ho votato renzi ed è la prima volta che voto il vincitore - (un sollievo, vuol dire che non ho a tutti i costi la vocazione minoritaria).
Sto con Renzi e non sono renziana, se ancora è possibile dire una cosa così (anche se qualcuno potrebbe definirmi una renziana della prima ora, visto che l'ho votato anche quando ha perso) - mi sembra una descrizione più accurata. Riconosco in Renzi una filosofia di pragmatismo che mi assomiglia, un attaccarsi ad un fattibile cambiamento, per quanto provvisorio e parziale, che cerco ogni giorno, in modo contraddittorio e imperfetto, di applicare. Riconosco in Renzi le contraddizioni del potere, inevitabili, ma anche una proiezione su un qualche futuro, ancora da definire e sul quale forse potrò seguirlo in toto, o parzialmente.... o forse no. Intanto sto qui. 
[mi sono anche chiesta se scrivere in questa giornata degli arresti sul Mose un post come questo fosse sintomo di ingenuità o di cecità - è legittimo pensarlo. Ma vorrei sottolineare che è invece a mio avviso un mettere in pratica ciò che si predica: non sottovalutare, anzi cercare di vedere con lucidità la complessità delle cose, ma al tempo stesso non farsi immobilizzare dalla idea che il danno di dimensioni enormi che il nostro povero paese ha subito - chissà forse addirittura irrimediabile, per certi aspetti - ci esenti dal ricercare e ove possibile attuare le azioni di cura e riparazione possibili e "stanabili"]

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