martedì 3 giugno 2014

AL MARE

Domenica siamo andati al mare - a Marina di Massa, il posto più solito e più vicino, dove sia io che Roberto abbiamo ricordi di infanzia ed adolescenza - il bagno frequentato, le madri e le nonne che erano con noi, le salviette, le passeggiate - ricordo addirittura un tempo in cui la mattina, dopo il mare mosso, si andava in spiaggia a cercare tra le migliaia di conchiglie rotte o frantumate la conchiglia integra o semi-integra, con la spirale perfetta e il biancore senza macchie. Il mare era la vacanza, era stare in acqua finchè venivano i polpastrelli rugosi o le madri o le nonne non ne potevano più di sopportare il senso di colpa di lasciarci così liberi e indisciplinati e felici. Ricordo i costumi, i primi senza il pezzo di sopra e poi purtroppo il pezzo di sopra è diventato indispensabile (ma la mutandina si è ridotta), la sabbia che scorreva tra le dita, fine e pulita - la formazione temporanea dei gruppi di amici, sempre variabile, man mano più importante avvicinandosi all'adolescenza.
Domenica c'era una giornata meravigliosa, assolatissima e fresca, le spiagge ancora semivuote e il mare che continua a risaccare sempre lì, portando via pezzi di spiaggia. La sdraio per leggere il giornale, i nostri ragazzi (l'Anna ed Emiliano, Luigi, ahimè non ci sono più bambini nella nostra famiglia) a giocare a racchettoni e a sguazzare un po' in acqua, la bella mangiata di pesce. Si può ancora essere in pace con se stessi e darsi tregua godendosi cose semplici, familiari, vicine, lasciando scorrere la giornata nelle nostre teste troppo affollate, troppo di corsa, troppo affaticate, con la sensazione, per una volta, di afferrare la vita per un po', invece di lasciarla scivolare tra le dita. Non è incredibile? si riacchiappa la vita più fermandosi ad aspettarla che non rincorrendola.

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