(Michele Serra, Il Post, OK BOOMER, oggi)
Ancora grande flusso di lettere sul tema, al tempo stesso appassionante e indefinibile, “chi sono i nuovi maestri”. Sono riuscito a rispondere privatamente a molti ma non a tutti, gli esclusi non si sentano esclusi, sono stati letti e pensati, purtroppo il tempo non è una dimensione elastica, me ne manca sempre una bella fetta per fare tutto quello che vorrei fare. (Ma una giornata di sosta quasi “religiosa”, ieri che era domenica, me la sono presa: abbiamo tagliato a pezzi, in cinque persone, più di cento quintali di legna, rovere, cerro, pioppo, frassino, ciliegio, olmo, robinia. È stato bellissimo).
Sarò breve, e molto selettivo. Mi ha colpito la mail di Sara (millennial) che individua una differenza, anche profonda, con i ventenni di oggi: “Solo tre dei contributi selezionati citano programmi o personaggi televisivi tra i propri punti di riferimento culturali. Così di getto, credo che la televisione abbia influito in maniera molto più incisiva e trasversale sulla cultura della mia generazione rispetto a quello che emerge dal sondaggio. Oggi se ne guarda sicuramente meno, c'è tanto altro, ma negli anni in cui sono cresciuta se ne guardava tanta e tutti guardavano le stesse cose”. Dunque non solo noi boomer, anche i millennial (nostri figli) fanno in tempo a sentirsi spiazzati dai tempi che corrono, e hanno memoria di un tempo remoto in cui “tutti guardavano le stesse cose”.
Anche Francesco, di un anno più giovane, sottolinea l’egemonia che quel medium ha avuto almeno fino alla fine del Novecento: “La mia generazione è cresciuta davanti al televisore, in modo più specifico guardando i cartoni al pomeriggio. I nostri maestri e guide sono e restano la famiglia Simpson, Ken il guerriero, L'Uomo Tigre e Goku (e ovviamente i loro autori). Da loro abbiamo imparato a distinguere il bene dal male, ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, quali sono i valori e le cose importanti della vita, quando scherzare, quando essere seri”. Ringrazio Francesco perché mi aiuta a rimediare a una mia grave omissione: i Simpson! Ecco, io Matt Groening lo metterei nel Gotha dei maestri viventi senza mezza esitazione.
Edo propone tra i “grandi” di oggi la regista Alice Rohrwacher, “qui a Parigi la venerano come una nuova Fellini e hanno inaugurato una retrospettiva su di lei al Pompidou. Riconosco in lei una profondità multiforme e antica”. Per Mauro è stato molto importante Giovanni Lindo Ferretti (CCCP – Fedeli alla Linea), “in totale controtendenza rispetto al mainstream filoamericano. Questo mi fece se non altro venire l'appetito per leggere i suoi riferimenti letterari, Roland Barthes, Majakovskij, Mishima. Da lì in poi è stata una continua scoperta letteraria, per lo più in autonomia, insomma (Ferretti) è riuscito a darmi una spinta che la scuola non era mai riuscita a darmi”.
Edo propone tra i “grandi” di oggi la regista Alice Rohrwacher, “qui a Parigi la venerano come una nuova Fellini e hanno inaugurato una retrospettiva su di lei al Pompidou. Riconosco in lei una profondità multiforme e antica”. Per Mauro è stato molto importante Giovanni Lindo Ferretti (CCCP – Fedeli alla Linea), “in totale controtendenza rispetto al mainstream filoamericano. Questo mi fece se non altro venire l'appetito per leggere i suoi riferimenti letterari, Roland Barthes, Majakovskij, Mishima. Da lì in poi è stata una continua scoperta letteraria, per lo più in autonomia, insomma (Ferretti) è riuscito a darmi una spinta che la scuola non era mai riuscita a darmi”.
Molto severo (ma servono anche i severi) Matteo, che non dice la sua età ma sembra dare voce all’ala più “intransigente” dei boomer, oppure a quella più disillusa delle generazioni successive: “Ho letto cose implausibili, 20 volte la Murgia e non posso non pensare alla notorietà che viene dalla triste fine, e però recente; persino un Tomaso Montanari, una cosa che fa cadere le braccia. I riferimenti musicali lasciamo stare, veramente robetta. Direi che gli intellettuali, se ce ne sono, sono nascosti benissimo, e soprattutto che la generazione dal ’70 in poi non ha i mezzi né i riferimenti culturali per capire alcunché del mondo. O non ha tempo né voglia di approfondire, che è più difficile lungo e faticoso che dare retta a un cantante”.
Il boomer Leo lega strettamente alla buona salute della politica la nascita di pensieri rilevanti. “Un maestro è per definizione una persona intellettualmente onesta e, aggiungo, un maestro inevitabilmente fa politica. Forse per questo la nostra generazione non ha difficoltà a nominarne tanti e le giovani generazioni stentano invece a trovarli. In tutte le importanti opere artistiche entra la politica. Che cosa è il successo del film della Cortellesi se non un felicissimo ritorno della politica nella commedia all’italiana?”
Gli fa eco un altro boomer, Gabriele, che manda una top-ten di “maestri” quasi interamente politica: “Enrico Berlinguer, Allende, Martin Luther King, Nelson Mandela, La Repubblica, Eugenio Scalfari, Michele Serra, Nanni Moretti, Francesco Guccini, Franco Battiato”. Mi vergogno ma sono contento.
Il boomer Leo lega strettamente alla buona salute della politica la nascita di pensieri rilevanti. “Un maestro è per definizione una persona intellettualmente onesta e, aggiungo, un maestro inevitabilmente fa politica. Forse per questo la nostra generazione non ha difficoltà a nominarne tanti e le giovani generazioni stentano invece a trovarli. In tutte le importanti opere artistiche entra la politica. Che cosa è il successo del film della Cortellesi se non un felicissimo ritorno della politica nella commedia all’italiana?”
Gli fa eco un altro boomer, Gabriele, che manda una top-ten di “maestri” quasi interamente politica: “Enrico Berlinguer, Allende, Martin Luther King, Nelson Mandela, La Repubblica, Eugenio Scalfari, Michele Serra, Nanni Moretti, Francesco Guccini, Franco Battiato”. Mi vergogno ma sono contento.
Mi piace, infine, quello che scrive Tommaso (che è del ’90). Indica tra i suoi maestri, come primo riferimento, “mio nonno materno, che proprio ieri ha compiuto 88 anni ed è senza dubbio la persona più lucida, intelligente, acuta e generosa che abbia mai conosciuto. Mezzo gradino più sotto, la mia maestra delle elementari, che tra poco andrà in pensione e mi ha insegnato, tra le altre cose, che l'ignoranza è il male più grave del mondo". Ecco, questo mi ero proprio dimenticato di dirlo: maestra, maestro, è anche colui che incontri nella vita personale. E ti insegna molte cose con le parole, molte altre semplicemente esistendo.
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