martedì 18 giugno 2019

giovedì 13 giugno 2019

ACCOMPAGNARE E CONDURRE

«Nell'antica Grecia c’era uno schiavo che accompagnava il bambino dalla casa paterna alla casa del maestro. Forse c’era un buon tragitto da fare a piedi. Una camminata. Lo schiavo chiacchierava con il bambino. A questa camminata molto particolare dobbiamo il nome Pedagogia. Non era una camminata qualsiasi, era un andare per la strada e per la mente. I piedi seguivano una meta precisa, mentre la mente “errava”, cioè “vagabondava”. Possiamo ipotizzare che il bambino interrogasse lo schiavo, perché lo schiavo era più anziano e sapeva tante cose. Lo schiavo rispondeva [...] La domanda formulata e la risposta ottenuta segnano un patto tra due persone [...] L’atto verrà poi chiamato educare in latino ma il significato è diverso, perché vuole dire condurre, guidare. (ex-ducere). Lo schiavo non conduce, accompagna. C’è una differenza essenziale tra il condurre e l’accompagnare. Nell’educare, nel condurre, nel guidare non per caso è contenuta la parola Duce»


"Paidagogos":  di Aldo Becce

mercoledì 12 giugno 2019

PER ANNA E ANDRE

(È una battuta, uno scherzo, io non sono assolutamente d’accordo, badate bene, ma fa ridere...)

In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto guerre, terrore, assassinii, massacri: e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e democrazia, e cos'hanno prodotto? Gli orologi a cucù. (Harry Lime, nel film Il terzo uomo di Orson Welles, tratto dal libro di Graham Greene - ma la battuta è di Welles)

PICCOLA STORIA (D’AUTORE)

Sentita stamattina:intervista di Giannini ad Andrea Camilleri (fantastica anche la dizione scandita e fantasticamente accentata del Maestro)

“Lei dice di essere un uomo felice e fortunato, ma qual è stato il giorno più bello della sua vita?”

“Il giorno del mio matrimonio. Venivo da una notte inquieta, con una parte di me che voleva uscire dal letto, vestirsi e sparire nel nulla. E poi ero molto preoccupato per il vestito: la mia futura moglie mi aveva detto di non andare dal mio solito sarto: “Ti fa sempre le spalle troppo strette”, ma io per pigrizia non le avevo dato retta. Quando mi sono messo la giacchetta la mattina ho visto che il sarto si era superato: avevo le spalle di un adolescente. Mia moglie disse “te lo avevo detto” e allora io, arrabbiatissimo, mi sono tolta la giacchetta e gliel’ho buttata addosso urlando “e allora trovati un marito con le spalle larghe!”. Lei si è avvicinata e mi ha dato uno schiaffone. Poi ci siamo guardati negli occhi e abbiamo cominciato a ridere - e abbiamo continuato a ridere insieme per moltissimi anni”.

Bellissima e tenera storia.

sabato 8 giugno 2019

PER ANNA - LA RAGAZZA DEL LAGO

Siamo a Zurigo dall’Anna e in specifico nella bellissima casa del suo uomo - una casa sul lago, dove da ogni finestra, dal giardino, da dovunque è il lago a fare da sfondo magnifico. Diverse volte oggi ho visto l’Anna stagliata sullo sfondo del lago nel sole. Già la volta scorsa mi è venuta in mente vagamente una poesia di Pavese su una ragazza e il lago e l’ho trovata - me la ricordavo meno triste, ma me la ricordavo bellissima e toccante come è.

CESARE PAVESE, Le poesie 
Le piante del lago
ti hanno vista un mattino.
I sassi le capre il sudore
sono fuori dei giorni,
come l'acqua del lago.
Il dolore e il tumulto dei giorni
non scalfiscono il lago.
Passeranno i mattini,
passeranno le angosce,
altri sassi e sudore
ti morderanno il sangue
– non sarà così sempre.
Ritroverai qualcosa.
Ritornerà un mattino
che, di là dal tumulto,
sarai sola sul lago.
Giugno 1946

giovedì 6 giugno 2019

LO SPLENDORE DEL MONDO?



Oggi su Repubblica questo articolo di Recalcati che poi sulla sua pagina Facebook ha precisato meglio
Leggendo l’articolo, stamattina al bar, sorseggiando il mio caffè macchiato, mi sono anche un pochino commossa, di quella commozione inutile e transitoria che le notizie, anche le più terribili, ormai ci provocano. Ma poi ho letto, in pausa pranzo, più attentamente il giornale e ancora adesso mentre scrivo mi tremano le mani dalla rabbia di appartenere alla specie c.d. “umana” incapace di espletare anche il compito basilare di proteggere i propri cuccioli.