In questi giorni riflettevo sulla profonda inquietitudine che provo, più caratterizzata da rabbia che da depressione. Penso di avere una preoccupazione che prevale sulle altre. Intendiamoci, sono molto preoccupata da ciò che si profila, dalla cancellazione dei permessi umanitari (noi abbiamo però davanti a noi e ai nostri uffici queste persone: cosa ce ne facciamo, li mandiamo al forno inceneritore?) al reddito di cittadinanza “solo per gli italiani” (a Reggio il REI, l’attuale reddito di inclusione, va per il 75% a famiglie extracomunitarie e nel 25% rimanente c’é una bella fetta di nomadi che sono ovviamente cittadini italiani, anche se nessuno lo dice mai) fino allo sforamento del debito e allo sfascio dei conti pubblici.
Ma quello che mi preoccupa sopra ogni cosa è l’arretramento di civiltà. Ogni processo di civiltà è faticosissimo e lentissimo: per fidarci più della scienza e della competenza che del pensiero magico abbiamo messo secoli; ogni briciola di tolleranza per i “diversi”, dalle donne ai disabili agli omosessuali alla gente con accenti e colori di pelle ha richiesto enormi sforzi culturali e di civiltà ... e posso continuare (vogliamo parlare di un’Europa che per la prima volta nella sua storia ha assicurato settanta anni di pace?).
E sopra ogni cosa, l’accettazione e l’interiorizzazione, la costruzione del concetto di democrazia è stata costellata di resistenze e sangue.
Oggi sembra ci sia un generale arretramento sulle conquiste di civiltà, dal congiuntivo ai vaccini, alla sgangherata caccia alle streghe e ai “colpevoli”, agli episodi di razzismo, all’elogio dell’incompetenza, a valori morali calpestati (mento consapevolmente, penso che chi mente è furbo o che sia tutto il resto del mondo a mentire senza curarmi dell’evidenza, arraffo per me e la mia famiglia e non mi basta mai, imbroglio e non ci penso nemmeno a costruire, ma solo ad usufruire). Soprattutto, la democrazia è decisamente in crisi, sia tra chi cerca l’”uomo forte”, disposto a cedere pezzi di democrazia, sia tra chi ritorna a Ortega y Gasset, a Toqueville, addirittura a Platone, per sottolineare che individui manipolabili e manipolati portano a voti devastanti per i paesi democratici e per la democrazia stessa.
Rapido arretramento di civiltà, evidentemente debole e poco radicata e secoli di sforzi che sembrano buttati via - davvero sconfortante.
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