venerdì 28 settembre 2018

NIENTE DI NUOVO SOTTO IL SOLE


ABOLIRE LA POVERTÀ

Walter Rocchi, gruppo Facebook Lateral - pagina ufficialissima

Scusate, qualcuno sa a che ora aboliscono la povertà?


(PS Volevo fare un post su questa succulenta esca lanciata da Di Maio, ma quando ho visto questa bella battuta ho pensato che conteneva già sinteticamente tutto quello che volevo dire- e in modo più leggero)

mercoledì 26 settembre 2018

UNA NUOVA PAROLA:CRIMINOGENO

Ho imparato una nuova parola: criminogeno - l’ho sentita da Carofiglio alla radio che commentava il nuovo decreto sicurezza. Criminogeno significa generatore di crimine e ben si adatta ad una legge costruita per spingere verso la clandestinità, consegnando queste persone ai margini, alla malavita, all’alimentare un allarme sociale sui clandestini, la sicurezza e via via in un circolo vizioso che serve ai populismi, ma non certamente a quegli italiani che devono essere “prima”. I clandestini non spariscono certamente per (decreto) legge, occupano uno spazio, un corpo, una testa e dei sentimenti.
Una parola interessante CRIMINOGENO, avrei davvero voluto impararla in altre circostanze.

domenica 23 settembre 2018

ESEMPIO (EFFICACEMENTE RINTUZZATO) DI ARRETRAMENTO DI CIVILTÀ


ARRETRAMENTO DI CIVILTÀ

In questi giorni riflettevo sulla profonda inquietitudine che provo, più caratterizzata da rabbia che da depressione. Penso di avere una preoccupazione che prevale sulle altre. Intendiamoci, sono molto preoccupata da ciò che si profila, dalla cancellazione dei permessi umanitari (noi abbiamo però davanti a noi e ai nostri uffici queste persone: cosa ce ne facciamo, li mandiamo al forno inceneritore?) al reddito di cittadinanza “solo per gli italiani” (a Reggio il REI, l’attuale reddito di inclusione, va per il 75% a famiglie extracomunitarie e nel  25% rimanente c’é una bella fetta di nomadi che sono ovviamente cittadini italiani, anche se nessuno lo dice mai) fino allo sforamento del debito e allo sfascio dei conti pubblici.
Ma quello che mi preoccupa sopra ogni cosa è l’arretramento di civiltà. Ogni processo di civiltà è faticosissimo e lentissimo: per fidarci più della scienza e della competenza che del pensiero magico abbiamo messo secoli; ogni briciola di tolleranza per i “diversi”, dalle donne ai disabili agli omosessuali alla gente con accenti e colori di pelle ha richiesto enormi sforzi culturali e di civiltà ... e posso continuare (vogliamo parlare di un’Europa che per la prima volta nella sua storia ha assicurato settanta anni di pace?).
E sopra ogni cosa, l’accettazione e l’interiorizzazione, la costruzione del concetto di democrazia è stata costellata di resistenze e sangue.
Oggi sembra ci sia un generale arretramento sulle conquiste di civiltà, dal congiuntivo ai vaccini, alla sgangherata caccia alle streghe e ai “colpevoli”, agli episodi di razzismo, all’elogio dell’incompetenza, a valori morali calpestati (mento consapevolmente, penso che chi mente è furbo o che sia tutto il resto del mondo a mentire senza curarmi dell’evidenza, arraffo per me e la mia famiglia e non mi basta mai, imbroglio e non ci penso nemmeno a costruire, ma solo ad usufruire). Soprattutto, la democrazia è decisamente in crisi, sia tra chi cerca l’”uomo forte”, disposto a cedere pezzi di democrazia, sia tra chi ritorna a Ortega y Gasset, a Toqueville, addirittura a Platone, per sottolineare che individui manipolabili e manipolati portano a voti devastanti  per i paesi democratici e per la democrazia stessa.
Rapido arretramento di civiltà, evidentemente debole e poco radicata e secoli di sforzi che sembrano buttati via - davvero sconfortante.

CONSIGLIO DI LETTURA


martedì 18 settembre 2018

QUEL FIGLIO SENZA RETE

Massimo Recalcati
Quel figlio senza rete
La Repubblica, 17 settembre 2018
In questo caso, nel caso del quindicenne precipitato dal tetto di un centro commerciale, non sembra esserci alcun determinismo evidente, né psichico, né sociale: no droga, no indigenza economica, no cattiva educazione, no genitori irresponsabili, no traumi, no isolamento, no disturbi psichiatrici. Tutto nella norma. Un gruppo di giovani amici dalle vite regolari sfida la morte. Potrebbe essere nostro figlio. È un nostro figlio. Non conviene scandalizzarsi, non conviene pensare che non toccherà mai a noi il dolore sordo che sta dilaniando i suoi familiari. Certo, i suoi post che lo ritraggono sui tetti di condomini, a penzoloni nel vuoto, sono inquietanti, ma radicalizzano, in realtà, una inquietudine che si può facilmente provare di fronte al disagio di ogni adolescente. Perché sfidare la morte, sfidare il pericolo, cercare il brivido dell’impresa impossibile, immortalarsi eroe di fronte allo sguardo dei social? Voler apparire senza paura di fronte alla morte non è una semplice deviazione psicopatologica della burrascosa transizione adolescenziale, ma un’ombra che accompagna questo difficile passaggio della vita. La spavalderia dell’adolescente, come recitava un bel libro di Charmet, non è mai separabile dalla sua fragilità, anzi, spesso il loro rapporto è inversamente proporzionale: più è avvertita una fragilità di fondo più si incentivano comportamenti spavaldi. L’impresa che attende ogni adolescente è difficile: abitare un nuovo corpo, trovare una nuova lingua, inventarsi un nuovo stile. Il sesso e la morte, dormienti nell’età dell’infanzia, irrompono nell’adolescenza sulla scena.
Come abitare un corpo animato dalla pulsione sessuale?
Come sopportare l’angoscia dell’incontro con la nostra finitezza, con la vulnerabilità della vita? Questioni decisive per ogni adolescente che impongono innanzitutto il lutto dell’infanzia, la rinuncia alla sua condizione narcisistica e l’esposizione all’avventura del mondo.
Ogni adolescente, come ricordava Rimbaud, si trova gettato in un esilio: deve abbandonare i territori conosciuti e familiari dell’infanzia per incamminarsi verso una terra straniera, verso lo splendore e l’orrore del mondo. Abbiamo durante l’infanzia equipaggiato bene i nostri figli per questo difficile ma necessario viaggio? L’esigenza di libertà che essi devono avere il diritto di manifestare cozza contro la preoccupazione per un mondo che sembra essere divenuto tanto ricco di opportunità quanto insidioso. È stato notato da tempo e da molti autori che la carenza di riti di passaggio collettivi, in un Occidente che sponsorizza ciecamente il mito del successo e dell’affermazione individuale, lascia i nostri figli a sé stessi. Devono inventarsi allora queste ritualizzazioni simboliche assenti in prove di coraggio, in prestazioni "mitiche", in esibizioni private che i social rendono pubbliche. La cultura speculare del selfie, dell’immagine di sé, sostenuta da una tecnologia che favorisce l’espandersi di un sentimento artefatto di onnipotenza, insieme al declino generale del valore della parola e della sua Legge, amplificano questa condizione di solitudine. Se i dispositivi simbolici che accompagnavano l’adolescente al passaggio verso la vita adulta si sono dissolti, resta l’atomizzazione individualista dei legami. Ne sono un esempio limite i cosiddetti Neet o gli ipponici Hikikomori, dove la sconnessione da ogni legame collettivo assume la forma grave di una vera e propria regressione autistica. La verità è che non possiamo evitare né le turbolenze dell’adolescenza, né i suoi rischi, né, tanto meno, i suoi dolori. La verità è che non possiamo garantire la felicità dei nostri figli. Possiamo solo vegliare affinché esistano attorno a loro degli adulti che sappiano offrirsi come destinatari della parola. È il ruolo cruciale giocato innanzitutto dalla Scuola che quando è davvero buona favorisce la possibilità di tradurre in parole la sofferenza e il disagio. Si dovrebbe sempre ricordare l’importanza che nei momenti di maggior caos, di caduta, di fallimento, di delusione vissuti dai nostri figli esistano adulti capaci di dare e di ascoltare la loro parola. Non si tratta di sponsorizzare la retorica del dialogo e dell’empatia, ma di insistere sull’importanza di non lasciare cadere nel nulla i nostri figli. Di testimoniare che non sono soli. Anche la spavalderia provocatoria può essere una forma di invocazione.

lunedì 17 settembre 2018

VITA IN CORSO

Zurigo, sabato 15 settembre 2018
A Zurigo in visita ad Anna l’estate ci ha regalato una delle sue meravigliose giornate, ancora più preziose perchè sappiamo benissimo che sono le ultime. Roberto, Anna e Andrè (il compagno svizzero di Anna) hanno fatto il bagno nell’acqua trasparente del lago di Zurigo.
Poi sono usciti, felici e sorridenti.


Io osservavo il sole, il lago scintillante davanti a me, i loro sorrisi, tutta la gente contenta e in pace, di ogni età,  che ci circondava. E, con una punta di commozione, ho pensato a quanto siamo fortunati ad esserci, a essere presenti in questa vita in corso, con tutte le giornate meravigliose che ci aspettano ancora.

lunedì 10 settembre 2018

STAGGERING! 2

DI MAIO IERI:
 "Sicuramente entro l'anno approveremo la legge che impone uno stop nei weekend e nei festivi a centri commerciali ed esercizi commerciali, con delle turnazioni ma l'orario degli esercizi commerciali non può più essere liberalizzato come fatto dal governo Monti perché sta distruggendo le famiglie italiane con genitori che non riescono a stare neanche più un giorno a casa con i figli perché dal lunedì alla domenica stanno nei negozi come tanti giovani che dal lunedì alla domenica stanno a lavorare nei centri commerciali".

Stupefacente come si candidamente  certifichi che medici e infermieri ospedalieri, OSS, forze dell’ordine, ristoratori ecc. sono cattuvi genitori - dovrebbero riflettere, vero?

STAGGERING!

Il premier Conte a Cernobbio 2018: All’interno del governo «non abbiamo mai parlato dell’uscita dall’euro o di una prospettiva di distacco dall'Europa»
Il governo - ha sottolineato - ha chiaro che i risparmiatori guardano alla nostra capacità di ripagare debito e interessi». E che «più alto è il debito, maggiori sono le risorse pubbliche che vanno sottratte alla spesa sociale e alle infrastrutture».
Ho avviato la procedura per la caducazione della concessione (ad Autostrade per l’Italia, ndr), mi hanno dato dell'irresponsabile, uno che fa scappare gli investitori che non verranno più in Italia, ma ci saranno tutte le garanzie di legge, state tranquilli, non siamo fuori dallo stato di diritto. E discuteremo poi alla fine se decideremo di arrivare alla cadutazione, se ci sono gli estremi, decideremo serenamente cosa fare dopo». (Fonte Sole 24 ore)
Il ministro dell’Economia Tria a Cernobbio 2018 Non solo riforme "nei limiti delle coperture che saremo in grado di trovare e dei limiti consentiti dalle regole europee" ma anche con un occhio ai mercati finanziari perché, sottolinea il ministro, "è inutile trovare due o tre miliardi se poi ne perdiano tre o quattro nei tassi di interesse". Come dire: con lo spread non intendiamo scherzare. (fonte Repubblica).

Stupefacente come i principali esponenti del governo certifichino candidamente e apertamente che le quotidiane sparate del duo Salvini -Di Maio (senza dimenticare Tony Nelly), ministri dello stesso governo e suoi principali azionisti, non abbiano niente a che fare con la realtà, ma solo con una campagna elettorale permanente e cialtrona che nutre un popolo che vuole farsi ingannare. A dir poco stupefacente....

sabato 1 settembre 2018

NON SCIUPARLA LA VITA

Constantinos Kavafis

E se non puoi la vita che desideri



E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo
per quanto sta in te: non sciuparla
nel troppo commercio con la gente
con troppe parole in un viavai frenetico.

Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano
gioco balordo degli incontri
e degli inviti,
fino a farne una stucchevole estranea.

Constantinos Kavafis