Ieri Roberto e Luigi (sono molto contenta soprattutto della presenza di Luigi, ovviamente) sono andati a Como alla manifestazione antifascista. Io non sono andata perchè il pensiero di 5 ore di macchina anche nel week end mi dava un senso di nausea, ma ero con loro nell’intento e nello spirito. Tra i vari messaggini whatsApp che ormai fanno trama alle nostre giornate mi ha colpito il messaggino di un compagno di classe del liceo (il Buro, un reggiano) che dice annoiato “ma le manifestazioni a cosa servono?”
Roberto ha risposto “Servono a vivere un momento di sentimento comune, a fare massa critica su un principio, su di una rivendicazione, servono ad incoraggiare i nostri rappresentanti a rimanere sul pezzo, a passare la giornata con un figlio giovane...”.
Una bella risposta, direi. Aggiungerei solo che servono anche ad essere più credibili quando ci si lamenta per come vanno le cose - almeno si può dire che nel nostro piccolo ci si è impegnati per cambiarle e che è vero che il mondo intorno a noi le vuole e se le merita, ma che noi non le vogliamo e non ce le meritiamo. Una piccola cosa? Può darsi (ma nemmeno tanto piccola....)
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