sabato 9 dicembre 2017

IL BENE E IL MALE- DA LAICA

Sono nettamente e serenamente laica, senza tentennamenti, ma nemmeno rancori.  Rispetto chi ha bisogno di livelli di spiritualità più alti di quelli di cui ho bisogno io   - l’unico motivo di attrito che a volte provo è quando si cerca di impormi una morale derivata dalla religione.
Mi sono chiesta a volte come articolare una definizione di bene e male in senso extramorale, posto che anche senza una morale religiosa, mi sembra di percepire con chiarezza la differenza tra il bene e il male.
Ho trovato una buona risposta nel libro che sto leggendo di Recalcati (Contro il sacrificio. Al di là del fantasma sacrificale):

Bene è quando il campo della vita si allarga, Male quando si restringe, Bene quando diventa generativo, Male quando resta sterile, Bene quando sa ospitare la donazione, Male quando la rigetta e l’osserva risentita, Bene quando il desiderio è vivo, Male quando è morto e invidia nell’impotenza quello vivo.

Ho provato empiricamente a confrontare molte percezioni che ho sul bene e il male e penso vengano incluse. Male è il giudizio senza appello, bene l’ardua ricerca di una veritá complessa; male è l’illusione che si ha di se stessi, bene è la certezza che si ha di se stessi; male sono i valori, bene la ricerca dei valori; male é la passività, bene la generatività; male é la staticità, bene la ricerca. Male sono la guerra, l’odio e i rancori, bene sono la pace, l’amore non cieco e la comprensione e la tolleranza. 
La laicità aiuta.

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