giovedì 2 febbraio 2017

VISIONI DI FUTURO

Se  mi avessero chiesto anche solo una decina di anni fa come immaginavo la mia vita a sessant'anni avrei evocato una me stessa in pensione, felicemente occupatissima con uno o più nipotini piccoli, a leggere e viaggiare e fare passeggiate nel sole invernale con mio marito anch'esso in pensione e il mio cane. E conversari intelligenti con i miei amatissimi figli e gli amici.
In questo momento, nel mio troppo velocemente raggiunto cinquantanovesimo anno, la situazione è la seguente:
- lavoro come una scema dentro un apparato pubblico faticoso e farraginoso, privo di stimoli e di meritocrazia, ma a confronto con problemi spezzacuore
- invece dei nipotini, ci sono tre vecchi ultraottantenni da curare. Oggi ho riportato a casa dopo quasi due settimane di ospedale l'ottanovenne suocero dalla Geriatria con un sacchetto di medicine e diversi appuntamenti per esami, prelievi, piccole operazioni.
- la faticosissima (sono esausta) conversazione principale di oggi è stata spiegare all'ottantanovenne e alla ottantaseienne la sequenza e quantità delle medicine da assumere.
- ho un marito attualmente negli Stati Uniti da una settimana e decisamente workalcoholic.
- ho un ginocchio artrosico da fare operare non appena tutti i palliativi applicati e la mia pazienza si esauriranno (passeggiare con la ginocchiera e viaggiare con moderazione)
E infine oggi una giornata di merda, fredda nebbiosa umida.
Le visioni di futuro possono - anzi, non possono, sono - decisamente diverse dalla realtà, ma anche la realtà ha le sue buone cose, la sensazione di avere fatto un buon lavoro nei limiti del possibile, il gusto buono di avere curato qualcuno, il bel libro che sto leggendo, il calore della stufa con il fuoco vivace, Gigi nella stessa stanza che studia per l'esame di maturità e che alza la testa dai libri, controlla il suo tablet e dice "Ehi, sono duecento giorni che sono tornato dal Messico", mentre l'Anna me la immagino nella sua nuova casa di Winterthur che guarda la neve scendere e le news dall'Italia.
E adesso mi alzo dalla poltrona e comincio a preparare una buona pasta per me e Gigi. E il mio cane, sì, quello c'è.

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