Oggi è uscita la notizia che Vendola e il suo compagno hanno avuto un figlio negli Stati Uniti. Molte polemiche, alcune delle quali sentite in televisione tutte incentrate sul fatto se la genitorialità è qualcosa di biologicamente prescritto (con varie sfumature sostenute dai vari commentatori) o di culturalmente costruito (anche qui in varie sfumature di pensiero). Io al proposito ho una opinione che propende per la costruzione della genitorialità, più che per la sua presunta naturalità.
Ma sul caso di Vendola, infuriata, osservo che nessuno pensa a quell'utero di donna che ha partorito quel bambino. Era una sorella, un'amica, lo ha fatto per amore, per dono? Ne dubito - era più probabilmente una donna che è stata retribuita - un utero in affitto. E questi purissimi uomini di sinistra sono andati a comperarsi un utero che una donna ha venduto per soldi - hanno compiuto lo stesso atto che fanno i clienti delle prostitute, comperando un corpo di donna per i loro bisogni.
Vergogna! Come sempre il corpo delle donne diventa oggetto. E lavatevi meno in bocca, voi piccoli e patetici omini che vi autoatteggiate di sinistra (quelli di destra non fanno nemmeno finta), gay o non gay, siete da millenni sempre gli stessi.
domenica 28 febbraio 2016
mercoledì 24 febbraio 2016
SIAMO FATTI DI CARTA VELINA
Domenica scorsa chiacchierando con un'amica, lei affermava che ciò che non le piace dei social (in cui lei sta e non sta, snobba, ma "snasupla") è che le persone mostrano solo i loro lati positivi e mai la realtà.
Un po', lo ammetto, ci ho rimuginato, ma mi rimane solo la risposta che dentro di me si è immediatamente articolata in modo subito istintivo e poco chiaro "Siamo tutti fatti di cartavelina".
(Con lo sguardo probabilmente pesantemente condizionato da un vizio professionale) osservo la fragilità di cui siamo tutti permeati, in precari e temporanei equilibri. Persino la persona più solida e tranquilla vive in una trama di fragilità, insicurezze, punti deboli, nodi irrisolti - così siamo. Ci distingue la quantità e qualità dell'assottigliarsi della carta velina e anche (forse soprattutto?) la nostra capacità di capire, gestire, rammendare le nostre fragilità. Non nascondiamo i nostri lati negativi (e - per inciso - non solo sui social, ma nella vita di ogni giorno), ma proteggiamo le nostre fragilità, cerchiamo di non farci colpire, cerchiamo consolazione nelle nostre foto amate, nel piatto orgogliosamente cucinato, nella citazione che ci ha aperto il cuore, nel ricordo a noi caro, nelle chiacchiere, nelle nostre piccole passioni. E se c'è una cosa che il tempo tiranno mi ha insegnato è una grande impazienza per la stupidità e l'ignoranza, ma anche la compassione e il rispetto per le mie e altrui fragilità.
Io tenderei ad accettare invece il mondo social come parte di interazioni che ci sono necessarie e congeniali - non è la realtà, ma un mondo di chiacchiere con altri mezzi dove c'è molta futilità e a volte stupidità, ma anche pensieri e cose interessanti. Anche la realtà, peraltro, non è vera, ma molto messa in scena.
Un po', lo ammetto, ci ho rimuginato, ma mi rimane solo la risposta che dentro di me si è immediatamente articolata in modo subito istintivo e poco chiaro "Siamo tutti fatti di cartavelina".
(Con lo sguardo probabilmente pesantemente condizionato da un vizio professionale) osservo la fragilità di cui siamo tutti permeati, in precari e temporanei equilibri. Persino la persona più solida e tranquilla vive in una trama di fragilità, insicurezze, punti deboli, nodi irrisolti - così siamo. Ci distingue la quantità e qualità dell'assottigliarsi della carta velina e anche (forse soprattutto?) la nostra capacità di capire, gestire, rammendare le nostre fragilità. Non nascondiamo i nostri lati negativi (e - per inciso - non solo sui social, ma nella vita di ogni giorno), ma proteggiamo le nostre fragilità, cerchiamo di non farci colpire, cerchiamo consolazione nelle nostre foto amate, nel piatto orgogliosamente cucinato, nella citazione che ci ha aperto il cuore, nel ricordo a noi caro, nelle chiacchiere, nelle nostre piccole passioni. E se c'è una cosa che il tempo tiranno mi ha insegnato è una grande impazienza per la stupidità e l'ignoranza, ma anche la compassione e il rispetto per le mie e altrui fragilità.
Io tenderei ad accettare invece il mondo social come parte di interazioni che ci sono necessarie e congeniali - non è la realtà, ma un mondo di chiacchiere con altri mezzi dove c'è molta futilità e a volte stupidità, ma anche pensieri e cose interessanti. Anche la realtà, peraltro, non è vera, ma molto messa in scena.
martedì 23 febbraio 2016
venerdì 19 febbraio 2016
OGGI: UNA BATTUTA CHE FA RIDERE E UNA BELLA STORIA
Stamattina a Lateral su Radio Capital una battuta di Bottura che mi ha fatto molto ridere: "Donald Trump è la dimostrazione che Dio non esiste: se si afferma che siamo fatti a sua immagine e somiglianza non potrebbe mai permettere di essere simile a uno con un pappagallo al posto dei capelli"
E poi oggi una bella storia letta sulla Gazzetta di Parma - la stavo leggendo mentre per tv dalla Gruber blateravano Fratoianni (l'ambizione e le parole vuote) e il direttore dell'Unità (De Angelis? Non ricordo nemmeno... Un servo) - e ho pensato che mi interessava immensamente di più questa storia
Highlights di un qualinque giorno di febbraio - e c'era anche il sole (ed è anche venerdì).
E poi oggi una bella storia letta sulla Gazzetta di Parma - la stavo leggendo mentre per tv dalla Gruber blateravano Fratoianni (l'ambizione e le parole vuote) e il direttore dell'Unità (De Angelis? Non ricordo nemmeno... Un servo) - e ho pensato che mi interessava immensamente di più questa storia
Highlights di un qualinque giorno di febbraio - e c'era anche il sole (ed è anche venerdì).
mercoledì 17 febbraio 2016
RITI DI PASSAGGIO
L'altra sera sono andata con Roberto al rosario del fratello di un amico, una persona che conoscevo solo di vista e per i racconti che me ne venivano fatti. Con sorpresa abbiamo saputo che sarebbe stato celebrato il rosario e il funerale religioso il giorno dopo.
Nell'ascoltare il rosario condotto in modo nuovo, non come la meccanica recitazione giaculatoria cui siamo abituati, ma in modo intenso, riflessivo, quasi retorico, senza sorpresa ho registrato la mia totale estraneità ai temi proposti dalla religione - non mi convincono, non mi toccano, mi annoiano. Ma soprattutto ho pensato al rito di passaggio. Poco più di un anno fa, con la morte di mio padre, ho anch'io passato i riti che chiudono la vita e anche allora, come oggi, mi sono chiesta se servono. Mi è sembrato personalmente che siano un'ordalia, perchè ti legano e concentrano sul dolore e sul distacco - tutto è lì a ricordarti che c'è uno scatto, una cesura. Gli unici momenti che ho personalmente trovato consolatori erano le persone (molte delle quali non vedi quasi mai, ma che non sono estranee) che si avvicinavano, ti abbracciavano e ti parlavano, e quelli che ricordavi bambini diventati giovani (come per esempio l'altra sera gli splendidi gemelli dell'Antonella e Luciano) - insomma, la vita, il flusso, esattamente l'opposto del taglio, della cesura.
Bisognerebbe cambiare i nostri riti di passaggio, io credo - ma forse è solo perchè non capisco niente di religiosità - my fault.
Nell'ascoltare il rosario condotto in modo nuovo, non come la meccanica recitazione giaculatoria cui siamo abituati, ma in modo intenso, riflessivo, quasi retorico, senza sorpresa ho registrato la mia totale estraneità ai temi proposti dalla religione - non mi convincono, non mi toccano, mi annoiano. Ma soprattutto ho pensato al rito di passaggio. Poco più di un anno fa, con la morte di mio padre, ho anch'io passato i riti che chiudono la vita e anche allora, come oggi, mi sono chiesta se servono. Mi è sembrato personalmente che siano un'ordalia, perchè ti legano e concentrano sul dolore e sul distacco - tutto è lì a ricordarti che c'è uno scatto, una cesura. Gli unici momenti che ho personalmente trovato consolatori erano le persone (molte delle quali non vedi quasi mai, ma che non sono estranee) che si avvicinavano, ti abbracciavano e ti parlavano, e quelli che ricordavi bambini diventati giovani (come per esempio l'altra sera gli splendidi gemelli dell'Antonella e Luciano) - insomma, la vita, il flusso, esattamente l'opposto del taglio, della cesura.
Bisognerebbe cambiare i nostri riti di passaggio, io credo - ma forse è solo perchè non capisco niente di religiosità - my fault.
domenica 14 febbraio 2016
S. VALENTINO (e a volte il mondo è meno peggio di quello che pensiamo)
Stamattina, giorno di S. Valentino, in fila alla cassa della Coop per una rapida spesa che nella mia faticosissima settimana non ero riuscita ad infilare, ho notato dietro di me in fila un signore che dal colore della pelle definirei somalo, piccolo, con una cuffia di lana e una giacca da poco prezzo ed in mano una sola cosa da pagare. Gli ho detto di passare avanti intanto che sistemavo la mia spesa sul nastro. Il signore mi ha sorriso, è passato davanti a pagare ed ha posato sul banco una minuscola scatola di Baci Perugina che ha pagato con qualche moneta. La cassiera ed io, senza dire nulla, ci siamo scambiate uno sguardo intenerito. Il modo è pieno di brava gente, a volte non lo ricordiamo abbastanza.
sabato 13 febbraio 2016
LA MIA FAMIGLIA, IL MESSICO E IL PAPA - e qualche nuvola?
Seguo la visita di Papa Bergoglio in Messico, perchè in Messico c'è mio figlio Luigi e anche per un altro motivo che voglio raccontare. Nel 1990-1991 eravamo Anna, Roberto ed io a vivere in Messico, a Texcoco. Venne in visita in Messico papa Giovanni Paolo II e la sua visita mi procurò una enorme incazzatura che ancora vividamente ricordo. Vedevo ogni giorno ai bordi delle strade a mendicare o in giro giovani donne gravate da molti figli piccoli aggrappati a loro e perennemente incinta. Venne il Papa e quale fu l'argomento del suo discorso? Parlò contro la contraccezione, in diretta polemica con un governo che timidamente cominciava a sostenere un po' politiche di contenimento delle nascite. Ricordo benissimo un'amica (australiana e cattolica) che si stupì di vedermi così arrabbiata "ovvio che il papa parla contro la contraccezione, è la posizione della Chiesa Cattolica". Credo di essere riuscita a spiegarle che in Messico non si vedeva il Papa tutte le sere al telegiornale come in Italia e che c'erano molti altri argomenti evangelici che avrebbe potuto trattare e che di fatto molte volte trattava in altri luoghi, per esempio la lotta alla povertà.
Oggi
Oggi
Il pontefice ammonisce il presidente delle Repubblica Enrique Pena Nieto e i rappresentanti della società civile: "Privilegi per pochi aprono la strada a corruzione, narcotraffico, violenza". E ai vescovi dice: "Non lasciatevi corrompere dai faraoni attuali"
Per fortuna molto è cambiato in 25 anni e in questo caso non in peggio - nubi bianche e pulite e non temporalesche nel cielo messicano, nell'intreccio curioso tra la vita della mia famiglia, il Messico e la visita del Papa.
martedì 2 febbraio 2016
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