http://www.internazionale.it/opinione/enrico-rebuffat/2015/02/13/buona-scuola-formazione-dimezzatamolto interessante e pieno di buone ragioni, peró lo vorrei commentare con il filtro della mia esperienza di oggi.
Oggi sono andata a parlare con un professore di Luigi ( materia umanistica) da cui Luigi si sente giudicato in modo non condiviso - aveva studiato parecchio e ha ottenuto un voto mediocre a suo dire immeritato. Non voglio assolutamente dire che Luigi ha ragione, ben lungi da me, nè ho parlato in questi termini con questo professore, ma ho cercato di parlargli di interesse, di motivazione, di osservazione del ragazzo. Come se parlassi una lingua aramaica: deve impegnarsi di più e studiare con continuità, è il ragazzo a dover conquistare il voto - il professore ha come compito di elargire la scienza ( approfondita, nel caso di questo professore, anche al di fuori dello stretto insegnamento), non di farla amare ("il ministero ha ridotto le ore e quindi il programma è molto vasto e ad ogni interrogazione ci sono molte pagine da studiare" - io pensavo "pagine?"
Cosí, di una materia bellissima, straordinaria per capire il nostro passato e il nostro futuro, Luigi non deve cogliere il piacere di ciò che può dare, ma il dovere della sufficienza. Lo farà, ma cosa sarebbe meglio per lui, avere davanti un grande ed approfondito conoscitore o qualcuno che sia stato per lo meno allertato al senso e al significato di insegnare a al modo (in verità ai modi) migliore/i possibile per farlo? Io non ho dubbi.
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