sabato 21 febbraio 2015

Che cosa hai fatto con tutti i sogni che avevi?

"Quando sei vicino ai sessanta capisci certe cose della tua vita. In primo luogo realizzi che hai vissuto più della metà della vita. Sono molto pochi quelli che vivono 120 anni. La seconda cosa che metti a fuoco, è che la maggior parte delle decisioni della tua vita sono state prese. Pochissime persone della mia età – prendiamo ad esempio un dottore – improvvisamente dicono: “No, ora smetto e vado a scuola per diventare professore di storia”. E’ molto raro. E quando senti che hai preso le decisioni più importanti della tua vita, cominci lentamente a guardare indietro e a chiederti: “Che cosa hai fatto con tutti i sogni che avevi”? "
(Henning Mankell, intervistato da Harriett Gilbert del BBC World Book Club, letto in cronacheletterarie.com)
Una buona domanda, già, vale la pena di rifletterci.

mercoledì 18 febbraio 2015

RAGIONARE DI SCUOLA - in astratto e in concreto

Emiliano mi ha mandato questo articolo

http://www.internazionale.it/opinione/enrico-rebuffat/2015/02/13/buona-scuola-formazione-dimezzata
molto interessante e pieno di buone ragioni, peró lo vorrei commentare con il filtro della mia esperienza di oggi.
Oggi sono andata a parlare con un professore di Luigi ( materia umanistica) da cui Luigi si sente giudicato in modo non condiviso - aveva studiato parecchio e ha ottenuto un voto mediocre a suo dire immeritato. Non voglio assolutamente dire che Luigi ha ragione, ben lungi da me, nè ho parlato in questi termini con questo professore, ma ho cercato di parlargli di interesse, di motivazione, di osservazione del ragazzo. Come se parlassi una lingua aramaica: deve impegnarsi di più e studiare con continuità, è il ragazzo a dover conquistare il voto - il professore ha come compito di elargire la scienza ( approfondita, nel caso di questo professore, anche al di fuori dello stretto insegnamento), non di farla amare ("il ministero ha ridotto le ore e quindi il programma è molto vasto e ad ogni interrogazione ci sono molte pagine da studiare" - io pensavo "pagine?"
Cosí, di una materia bellissima, straordinaria per capire il nostro passato e il nostro futuro, Luigi non deve cogliere il piacere di ciò che può dare, ma il dovere della sufficienza. Lo farà, ma cosa sarebbe meglio per lui, avere davanti un grande ed approfondito conoscitore o qualcuno che sia stato per lo meno allertato al senso e al significato di insegnare a al modo (in verità ai modi) migliore/i possibile per farlo? Io non ho dubbi.

domenica 15 febbraio 2015

Che bel film

Stasera siamo andati a vedere Whiplash, un film sulla musica, sul genio, sulla crescita, sulla formazione. Non sono certa di essere d'accordo sulla tesi, il genio che non può pensare ad altro che al proprio genio, sacrificando tutto - tendo più a pensare che nella musica ci sia molto di più della musica stessa, ci siano esperienze, vita e sentimenti di chi la scrive e la esegue e la ascolta. Però il film è bellissimo, coinvolgente, affascinante.
Quello che mi ha più colpito, però, è che molti in sala hanno applaudito, come alla fine di uno spettacolo dal vivo. Io non l'ho fatto, ma ho capito benissimo il perchè: ci si sentiva come alla fine di uno spettacolo dal vivo, attorniati, presi e coinvolti.
Un bel film, una bella serata.

lunedì 9 febbraio 2015

UN BELLISSIMO LIBRO - La ballata di Adam Henry

Di Ian McEwan, Einaudi
Copio qui la mia recensiine su Anobii

TUTTO L'AMORE CHE C'E'


Bellissimo libro colmo d'amore. Amore fisico, amore filiale, amore per il lavoro, per i figli presenti e non. Amore religioso e trionfo laico, etica e giustizia. Musica, molta musica, parte determinante della trama, della vita e dell'amore. La parte che mi ha maggiormente toccato è quella dell'amore maturo e in crisi che fa da sfondo al romanzo - molto belle le scene dei due che si muovono sulla scia di una casa e di una vita molto collaudata, con i suoi automatismi e la sofferenza delle cose che cambiano. E c'è anche un sacco di dolore, il dolore della vita, degli abusi sui bambini, degli amori non corrisposti e non generosamente elargiti. Un bellissimo libro.
"Le religioni, i sistemi morali, ivi compreso il suo, erano come cime di una catena montuosa osservate da una grande lontananza: non ne spiccava una sull'altra né per altezza, né per verità, né per rilevanza: A chi spettava il giudizio?"

mercoledì 4 febbraio 2015

PER QUEL CHE SONO -le parole dell'adolescenza 2


Antox10 ha confessato quanto sia: "frustrante trovarsi ogni giorno sotto esame, ogni volta a dover dimostrare qualcosa a qualcuno. Continuamente senti frasi del tipo: 'Diventerai un grande medico!' oppure: 'Mi raccomando studia perché i voti alti ti servono per entrare a medicina!'. Non è questo lo spirito giusto per affrontare la vita: abbiamo bisogno di evadere dai soliti schemi; ecco perché amiamo ascoltare musica, amiamo uscire di casa e non parliamo con i nostri familiari".  
Albi_99 : "Anche affrontare una conversazione con i miei genitori può diventare difficile: gli voglio bene e so che mi danno sempre consigli giusti ma divento scontroso o mi chiudo in me stesso davanti alle loro proposte o alle critiche; mi comporto come se avessero sempre torto e come se solo quello che penso io sia giusto. Ovviamente, al termine delle nostre discussioni, mi dispiace perché capisco che hanno ragione. Ogni giorno che passa sorgono nuovi piccoli problemi da risolvere, a volte non riesco a reggere lo stress e mi verrebbe voglia di tornare bambino, nel mio mondo spensierato dove c'è sempre qualcuno a risolvere le cose". 
0madeinchina0 : "La mia famiglia non mi capisce: mia sorella con le sue battutine, mia mamma con le sue aspettative impossibili da realizzare e poi c'è mio padre che non capisce niente e che se ne è andato quando ero piccolo. Gli unici che mi capiscono sono forse il cane e mio nonno, forse per l'infanzia simile alla mia, fatto sta che lui mi comprende".
Mariaelenamartusciello: "I bambini hanno paura dei mostri, io ho cominciato ad aver paura di me stessa. Tutto ciò che volevo era sentirmi speciale. Volevo solo essere amata. Mi sentivo fragile, credevo che gli altri non mi accettassero così com'ero, volevo essere diversa, perfetta. Mi sentivo protagonista di una vita che non mi apparteneva, intrappolata in un corpo che non mi corrispondeva. Odiavo me stessa e avrei preferito scomparire. In un certo senso ci ho provato. Avevo voglia di gridare al mondo la mia esistenza, credevo che facendo vedere agli altri che soffrivo finalmente qualcuno si sarebbe accorto di me. Mi crogiolavo nel dolore. Ma più soffrivo, più mi chiudevo in me stessa e gli altri si allontanavano da me. Per tutta l'infanzia ero stata protetta dal mondo esterno, ma il vero mostro contro cui dovevo combattere ero io."
Branca5 : "Certe mattine mi sveglio prima degli altri, scendo in cucina e mi godo un po' di solitudine. Magari approfitto per ripetere qualche materia ma in realtà non è solo per ripassare che mi alzo. Stare un po' da solo mi rilassa e mi aiuta ad eliminare i pensieri confusi".
September: "Gli altri sono come me? Cioè, anche loro passano le serate dentro perché nessuno gli ha chiesto di uscire? E passano anche loro le notti a girare Londra con Google Maps? Lo so che è il periodo caratteristico del "solo io sto così male", ma davvero non si può essere unici in questo periodo? E con 'unici' non intendo schizofrenici o incredibilmente educati e maturi. Io voglio sentirmi unica. Voglio che mi conoscano così, per quel che sono".


"Forse il problema è proprio questo: si parla troppo dei giovani, ma troppo poco con loro". 

PER QUEL CHE SONO -le parole dell'adolescenza

Repubblica@Scuola ha  lanciato il contest “Per quel che sono” destinato gli studenti delle scuole italiane, per comprendere e ascoltare le parole di chi è impegnato nel passaggio più entusiasmante, complesso e difficile, l'adolescenza. Quella fase, stupefacente e tormentata, che ci vede crescere e dare forma alla nostra personalità e a cui sto assistendo ogni giorno osservando il sedicenne che abita la mia casa che ogni giorno cresce, è malmostoso, o affettuoso, o arrabbiato, o sognante, o entusiasta o depresso - una fatica di crescere a cui assisto con tenera e a volte esasperata partecipazione, senza mai dimenticarne la difficoltà e la complessità, tra timori e cambiamenti, improvvisi entusiasmi e esperienze spaesanti. Più di mille e cento gli articoli dei giovanissimi che hanno partecipato - alcuni sono bellissimi.
Iena21: "L'anno scorso ero alto un metro e 50 cm. Ora sono 1 metro e 65 cm. Sette mesi fa uscivo raramente. Oggi esco almeno 2 volte a settimana con i miei amici. Il mese scorso la mia voce sembrava quella di un bambino, e non aveva niente a che vedere con quella attuale. Gli insegnanti, il maestro di karate, i miei genitori, i miei nonni pensano che sia cambiato. Diverso, distratto, migliorato, peggiorato, misterioso, o anche semplicemente strano."
Lato20 : "Quel mobile, in alto, sopra i fornelli, è sempre stato per me irraggiungibile, troppo lontano. Troppo in alto. E io, forse, sono sempre stata troppo bassa per raggiungerlo. Troppo piccola. Crescendo, lentamente, l'ho raggiunto, e adesso, l'altezza di quel ripiano non mi spaventa più. Sono diventata grande. I cambiamenti sono tanti, le paure anche. Paura di non soddisfare le aspettative di chi spera in noi, di chi vede nelle mani di noi ragazzi, il nostro futuro, sperando che sia migliore del loro. Quando si è piccoli la notte ci spaventa, perché ci sono i mostri nascosti sotto il letto. Da grandi i mostri sono diversi: insicurezza, solitudine, rimpianti. E anche se si è più grandi e più saggi, ci si ritrova a avere ancora paura del buio. Di ciò che non conosciamo, di ciò che ci circonda".

Phoenix18 : "Quella indescrivibile voglia di partire, senza posti in cui andare, ma anche quell'incessante bisogno di casa".  "Nascono in noi idee rivoluzionarie, voglia di emancipazione e ricerca di una libertà. Ma a volte noi giovani, che dovremmo essere i più anticonformisti tra tutti, risultiamo essere i più conformisti. Per paura di non esporci o perché non si è capito ancora cosa è giusto pensare, tendiamo ad andare dove vanno i più".
(La mia preferita) Homer.tlc.10: "Conosco le mie capacità ma a volte le ignoro, conoscono i miei limiti ma a volte li infrango, conosco le mie intenzioni ma a volte le tradisco".  

Theedgeu22, alla sensazione di essere nel posto sbagliato al momento sbagliato, ha affiancato: "Le follie, i divertimenti, il sentirsi invincibili e capaci di cambiare il mondo con uno schiocco di dita, le novità, l'autonomia, la ribellione. L'adolescenza è tutto questo e molto altro ancora."
Lato 16: "Non voglio crescere. Non ce n'è bisogno." 

Icanfly: "Io amo l'adolescenza, perché quando si è ragazzi si fa di tutto, si condivide tutto e si iniziano tante cose. Ti passano tante idee per la mente, si iniziano i primi amori e si incontrano nuove amicizie". 
Ferrari2002: "Crescere per me è una continua scoperta e meraviglia: so di diventare grande e sono felice perché tutto fila liscio. Ho tante persone con cui ho fatto amicizia e cresco insieme a loro".
Skair : "Aiutami a crescere non insegnarmi che le cose che fanno girare il mondo sono soldi e aspetto. Io non ci credo, non è questo ciò che voglio. Non dirmi che non ho valori se ancora non mi hai nemmeno rivolto la parola. Se sono chiusa nel mio mondo è perché stai cercando di portarmi via l'essenza per l'effimero. Si parla tanto di giovani e di adolescenza. Forse il problema è proprio questo: si parla troppo dei giovani, ma troppo poco con loro".