domenica 14 dicembre 2014

CATALOGO DELLE AZIONI COMBATTENTI 3

E poi quello che potrei chiamare act local, think global. Radicarsi, avere molto presenti delle radici, dei sapori, dei saperi, dei legami - tradizioni, vecchi amici, storie di famiglia - identità forti, solidità. Per anni con i miei figli ho insistito di lasciare le briciole della cena del 12 dicembre sul tavolo da pranzo perchè nella notte l'asinello di Santa Lucia potesse rifocillarsi - da diversi anni non lo facciamo più, ovviamente, perchè i loro occhi non scintillano più al pensiero dell'asinello carico di doni, ma chissà, forse tra alcuni anni, con i loro figli, ricorderanno questa piccola tradizione.
Ma il local può facilmente trasformarsi in una gabbia, ti tiene ancorato ad una illusione di completezza di un mondo che è invece inevitabilmente piccolo e limitato e poco disposto al mutamento, coeso, ma separato, destinato ad essere schiacciato. L'Italia è molto così, piena di gente ingabbiata in mondi piccoli e ipoteticamente "superiori" ("ah, ma dove vai, dove viaggi, ma belli come l'Italia non ce n'è di altri posti").
Il global è il respiro del mondo, l'onda forte che bisogna percepire e usare e combattere al tempo stesso. Combattere l'immensità delle cose stupide e volgari, la Coca-Cola, il cibo di plastica, il populismo sciatto. Ma percepire le possibilità, la libertà, i cieli così immensi ed aperti. Sapere bene l'inglese, assumersi responsabilità, vedere la guerra, il dolore, lo sfruttamento - mettere la propria vita nella prospettiva della vita del mondo. Vedere con chiarezza che aggrapparsi ai nostri piccoli e grandi vantaggi e privilegi (per esempio lavorare con inefficienza, non essere mai valutati, essere al contempo completamente senza tutele e completamente inamovibili) ci porta ad un sicuro, un inesorabile declino.
E potendo ascoltare le mille voci del mondo ne cito qui una
"io non sono di qui. Non appartengo a questa terra dove sono nato; e nella vita si impara, impara chi vuole imparare, che nessuno appartiene alla terra dove è nato, dove l'hanno messo al mondo. Che nessuno è di nessun posto. Alcuni cercano di mantenere l'illusione e si costruiscono nostalgie, sensi di possesso, inni e bandiere. Tutti apparteniamo ai luoghi dove non siamo stati prima. Se esiste nostalgia, è per le cose che non abbiamo mai visto, per le donne con cui non abbiamo mai dormito, e per gli amici che ancora non abbiamo avuto, per i libri non letti, per i cibi nella pentola non ancora assaggiati. Questa è la vera e unica nostalgia" (PACO IGNACIO TAIBO II)  in un momento della vita in cui time is getting short.

Nessun commento:

Posta un commento