mercoledì 7 agosto 2024

LA SCOTTATURA DEL FICO

 C’è un detto in dialetto parmigiano che dice (tradotto in italiano) “È davvero un peccato morire, perchè ogni giorno se ne impara una nuova” ed è proprio vero, oggi ho (abbiamo) imparato una cosa completamente nuova.

I fatti: domenica scorsa Roberto ha come al solito lavorato in giardino, nonostante le temperature torride e un’afa insopportabile. Contrariamente alle sue abitudini ha lavorato in pantaloni corti e maglietta (in genere usa pantaloni lunghi e camicia con le maniche lunghe) ed è ovvio il perchè- un perchè che si potrebbe sinteticamente riassumere in “per non morire”. La mattina dopo, dopo una notte tormentata, si sveglia con una sfogazione molto importante su cosce e ginocchia e fino a metà gamba, rossa, gonfia, calda e con prurito. Un po’ di sfogazione anche sulle braccia, davanti e dietro. La sua autodiagnosi è stata un’intossicazione alimentare (essendo io la cuoca di casa mi ha scherzosamente accusato di aver tentato di avvelenarlo) e la sua prognosi “passerà”, ma non è passata e non è migliorata. Oggi decide quindi di passare in farmacia e mentre spiegava e faceva vedere ad una farmacista il suo problema, l’altra farmacista presente ha, con una certa eccitazione, dichiarato “Ma sí, l’ha avuta anche mio marito, è la scottatura del fico!”. È seguita sommaria descrizione sulle foglie e il latte del fico che contengono sostanze ustionanti e fornitura di pomate al cortisone e “ci metterà un sacco di tempo a guarire”.



In effetti domenica Roberto aveva lavorato abbastanza per estirpare alcune piantine di fico che pervicacemente insistono a rispuntare, complice il nostro vecchio enorme fico di casa e contrariamente alle sue abitudini lo aveva fatto in pantaloni corti e maglietta.

Tornato a casa, una immediata ricerca su inernet ha confermato e precisato

Il latice del fico è presente nel tronco della pianta, nelle foglie e nelle bucce dei frutti: si tratta di un liquido denso e bianco, visibile quando si incidono parti della pianta. Tra i vari composti chimici presenti nel latice del fico, ci sono anche le furanocumarine, molecole con azione fototossica.

Le furanocumarine o psoraleni sono tra le sostanze fotosensibilizzanti più conosciute e studiate. Si tratta di molecole dotate di una struttura in grado di assorbire i fotoni dei raggi solari. Le furanocumarine sono capaci di accumulare energia dai fotoni e di mantenere elevato il loro livello energetico nel tempo, per poi scaricare tutta l’energia di eccitazione in una volta, verso l’interno.
Se le furanocumarine vengono in contatto con la pelle e successivamente ci si espone al sole, l’energia accumulata e riversata tutta insieme causa scottature solari e ustioni che possono essere anche gravi. In alcuni casi si possono anche formare macchie scureiperpigmentate che possono perdurare anni sulla pelle.

Cavolo, mai sentita questa cosa in tanti anni di vita in campagna. Quante cose da imparare…


PS ricevo da un amico via Whatsapp quest’altra piccola storia

Agggiungo un’altra curiosità. Ero ragazzino e giocando ripetutamente in ginocchio a terra nel mio cortile mi erano comparse delle verruche che non volevano più andarsene. Un mio caro zio arrivò con un ramo di fico, staccò due rametti e lasciò gocciolare sui miei ginocchi un liquido lattiginoso e colloso. Operazione ripetuta il giorno successivo. E dopo pochi giorni le verruche erano sparite

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