Stasera riflettevo che non esiste un termine specifico per definire l’omicidio di un marito. Esiste uxoricidio, ma non, per esempio, sponsusicidio. In effetti, è molto più utile all’uso l’uxoricidio che l’omicidio del marito, ne sono piene le cronache quasi ogni giorno. (Sempre su questi schermi la serie: “il patriarcato non esiste”). Storicamente, in tempi recenti, il termine uxoridicio viene usato anche per l’omicidio del marito: le donne contano così poco che non è nemmeno stato coniato un termine apposito.
Insomma, il termine non c’è, ma sarebbe ora di coniarlo, perché io lo commetterò probabilmente a breve e sono già rea confessa. Convivo con un uomo che per mesi ha alzato spesso e ad alta voce le sue lamentazioni al cielo “perché non piove mai” e (cito in ordine sparso) “c’è bisogno per i pomodori”, “l’erba medica non cresce”, “bisogna irrigare il mais, insostenibile!”, “è preoccupante questo cambiamento climatico”, “sono mesi, MESI, che non viene una goccia, la terra è crepata” eccetera eccetera eccetera.
Da circa una settimana, la tiritera si è un po’ attenuata, è comparso un tutto sommato innocuo e sopportabile “deve smettere di piovere perché siamo in ritardo con i trapianti dei pomodori”, ma chiusa lì. Da un paio di giorni invece le geremiadi sono ricomparse uguali ma di segno opposto “ cavolo, piove ancora”, “ma insomma deve smettere di piovere” fino ad un perentorio “deve smettere di piovere perché se no farà danni” e al parossismo “l’ambiente ideale per la ruggine bruna (sic!), il grano è già spigato e vedo già partire il fusarium (e tutta un’altra serie assortita di nomi latini…)”. Il tutto condito da un detto popolare “an da erba, an ed mérda” (anno da erba anno di merda) che solo oggi avrà ripetuto almeno una decina di volte.
Eh, si, mi associo, deve smettere di piovere, altrimenti quella parola non ancora coniata potrebbe diventare reale e necessaria.
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