lunedì 29 aprile 2024

LE FAVE SE NE FREGANO

 Qui nel Nord-Ovest il tempo è ancora bigio e freddino (12 gradi la massima). Nebbiolina scozzese e luce mesta mentre vi scrivo, di domenica mattina: “La nebbia agli irti colli piovigginando sale”, la volta scorsa è toccata a Pascoli, ora è il turno di uno stra-classico Carducci. Le sorti del mio orto – esprimevo preoccupazione, lunedì scorso, per le fragole e i pomodori – sono precarie, ma non compromesse. Le fragole ostentano una fiduciosa spavalderia, spero non sia incoscienza. I pomodori paiono terrorizzati, ma un barlume di vita ancora li abita. Le fave se ne fregano, in tanti anni mai viste vacillare, mai viste insidiate da parassiti. Le fave non sono legumi, sono bestie. Zucchine e zucche mostrano indifferenza, ma in attesa del da farsi non crescono di un solo centimetro.

(Michele Serra, il Post, OK Boomer)

sabato 27 aprile 2024

ESSERE ARRABBIATI CON LA MAMMA

 

Ogni tanto è necessario essere arrabbiati con l’amatissima mamma, non sia mai che a un certo punto si monti la testa e si illuda di essere lei a comandare…

sabato 20 aprile 2024

NON SI È MAI SOLI SE SI HANNO DEGLI AMICI

 Le conversazioni con Olivia si fanno nel tempo sempre più interessanti e piene di fascino. La consapevolezza cresce a vista d’occhio, gli argomenti e il vocabolario (prevalentemente in tedesco, ma grazie ai costanti incoraggiamenti e rimbrotti della madre anche in italiano) si ampliano, la voglia di comunicare è enorme.

Le premesse da porre a comprensione di questo piccolo episodio sono un paio. Innanzi tutto, Olivia subisce una timorosa fascinazione di Leo. Leo è il nostro cagnolino, simpatico e docilissimo, ma per niente abituato ai bambini (da lungo tempo non ce ne sono in casa nostra) e anche con il brutto vizio di abbaiare parecchio, prevalentemente per dimostrare il suo entusiasmo. Olivia è fortemente attratta da Leo, anela il contatto con lui, chiede sempre di lui, ma ne ha anche un po’ paura. Leo è comunque sorprendentemente davvero presente nei suoi pensieri.

La seconda premessa ha il nome di Maria Julia, grande amica da sempre dell’Anna (compagne dalle elementari) e quando l’Anna viene in visita da noi lei viene spesso a casa nostra, visto che non si è mai spostata da Colorno e l’Anna e Olivia frequentano casa sua (e va in visita a casa di Anna almeno un paio di volte l’anno). Inoltre Maria Julia è amorevolissima con tutti, animali compresi, e particolarmente affettuosa e “zia” con la piccola Olivia, che le è affezionata.

Recentemente siamo stati qualche giorno a casa di Anna, Olivia e Andrè e abbiamo avuto parecchie conversazioni con Olivia. Un tema che le è particolarmente caro è mappare dove sono, dove vanno e cosa fanno le persone della sua cerchia ristretta. Papa al lavoro, mamma sul treno di ritorno dal lavoro, Omo e Eli (la nonna paterna e il suo compagno) a casa loro e poi le viene in mente Leo e, preoccupata, si rende conto che noi siamo lì e che Leo “è da solo”. Povero Leo, sarà triste a casa da solo. Poi ci pensa un po’ e dice “ma c’è la Maria Julia con lui, non è triste”. Siamo rimasti colpiti dal salto di ragionamento che ha associato affetti e luoghi. In effetti, basta un buon amico per non sentirsi tristi e soli.



martedì 16 aprile 2024

(ANCORA) DI FRASI ICONICHE E LAPIDARIE

 Sera. Cucina. Sto finendo di cucinare gli asparagi del nostro orto con le uova e Roberto sta apparecchiando. Come immagino stia succedendo nelle cucine di mezzo mondo stiamo ascoltando preoccupati  dal TG di Mentana gli esiti di un Gabinetto di guerra di Israele che ha deciso di reagire all’attacco iraniano (scaturito a sua volta da un attacco di Israele in Siria) e gli ayatollah iraniani rispondere che reagiranno duramente alla risposta israeliana e via e via e via dicendo…

Con in mano i piatti e le posate (la posa plasticamente attenua un po’ il pathos delle sue affermazioni, bisogna ammetterlo) Roberto sbotta “Sai cosa bisognerebbe fare? Tutti questi deficienti capaci solo di pensare e fare la guerra, di una parte e dell’altra, bisognerebbe imbarcarli a forza su un aereo e mollarli nell’outback australiano, anzi nel deserto sabbioso australiano. Mollarli lì e che facciano un po’ quel che gli pare”.

Ci penso su un attimo, ma poi mi rendo conto: è poco realistico in termini di possibilità di realizzazione, ma in fondo non sarebbe una cattiva idea….


(Ovviamente, non l’ho specificato, ma è quasi superfluo, tutti maschi…)

lunedì 15 aprile 2024

PERCHÈ AMO L’OLTRETORRENTE

via della Salute
via della Salute

L'Oltretorrente è uno storico quartiere di Parma, ed in specifico il quartiere tradizionalmente popolare, abitato da operai e piccoli artigiani, con casette piccole, addossate le une alle altre, con un paio di assi stradali che a fatica hanno mantenuto una larghezza decente di strada e per il resto una intricata rete di vicoli e piazzette. Il quartiere è stato più volte bonificato nell'Ottocento/Novecento, sia con l'abbattimento e la ricostruzione di interi pezzi insalubri, sia dai fermenti "rivoluzionari" e antifascisti che lo abitavano. Al tempo stesso è anche la sede della maggior parte delle scuole superiori di Parma e vi convivono case ristrutturate davvero signorili, case cadenti, vecchie botteghe e kebabberie. Non è mai diventato un quartiere davvero signorile, ma ha mantenuto tra le difficoltà quel sentore di popolare, vivace, con molta gente per strada, complice anche la presenza di tante scuole superiori, asili nido, scuole dell'infanzia, chiese e chiesone, numerose associazioni di volontariato e luoghi pubblici. Qui c'è la Comunità di Sant'Egidio e la Famija Pramzana, il km zero e il mondo, ci sono moltissimi stranieri e molti vecchi parmigiani che sanno ancora parlare il dialetto, ci sono panettieri e pasticceri, tabaccai, minuscoli supermercati, fruttivendoli... Sono sempre stata legata all'Oltretorrente, è il luogo che frequentavamo giovani con le biciclette e le Vespe e dove ciondolavamo in attesa di una lezione o di una crescita che ci sembrava lentissima. 

Per tutti questi motivi sono stata molto felice di andare a fare volontariato (ci vado due mattine a settimana, insegno italiano a una piccola comunità di donne e do una mano nel disbrigo di pratiche burocratiche per chi è in difficoltà in questa era solo digitale) nella vivacissima Casa della Comunità (Villa Ester) che si trova proprio di fronte al Marconi, il liceo scientifico che sia io che mio marito (e trent'anni dopo anche mia figlia) abbiamo frequentato. L'altra mattina, però, ho capito meglio perchè voglio bene all'Oltretorrente (Roberto ed io diciamo sempre che se mai - probabilmente mai - decidessimo di tornare a vivere a Parma, non torneremmo nei quartieri -  Cittadella per Roberto, Montanara per me - dove siamo cresciuti, ma verremmo ad abitare in Oltretorrente).

L'altra mattina, dunque, in una giornata tersa e bellissima di primavera, ho parcheggiato l'auto in piazzale Matteotti, pagando il solito pegno ad una delle caratteristiche peggiori dell'Oltretorrente ed in generale delle città, cioè la difficoltà a trovare parcheggio (con contemporaneo esborso economico, peraltro). Da piazzale Matteotti, per raggiungere la mia destinazione (via Costituente) si percorre una via lunga (beh, lunga per quella zona) e diritta (via della Salute) per cinque minuti. Già da diversi metri di distanza assisto alla scena di un ragazzo giovane, alto e con la barba, che sorregge una signora molto anziana, con il bastone, appoggiata alla portiera aperta della macchina e le parla, parla, parla, parla.... Mi rendo conto che sta cercando di convincerla a sedersi sul sedile della macchina, senza grande successo, perché capita alle persone molto anziane di non tollerare bene il minimo momento di vuoto che si crea nel sedersi all'indietro - hanno paura di cadere. Mentre cammino verso di loro vedo che il ragazzo con molta dolcezza è riuscito a posare il bastone in macchina, ma la signora non vuole sedersi. Lui continua a parlarle sottovoce, non sento cosa le dice, ma la sua espressione è paziente, comprensiva, non scocciata, non animosa. Sono quasi alla loro altezza e continuo a guardarli, pronta ad intervenire in aiuto, se necessario, quando il ragazzo con lentezza abbraccia e solleva praticamente di peso l'anziana e la posa delicatamente sul sedile, poi senza fretta e continuando a parlarle le tira su le gambe nella giusta direzione, le allaccia la cintura e chiude la portiera. Mentre gira intorno alla macchina per andare al posto di guida mi lancia anche uno sguardo e un sorriso, come per significare "Tutto ok". L'anziana è tranquilla e parla con il ragazzo chissà di cosa.

Io non mi sono fermata, ho continuato il mio cammino mentre loro partivano verso la loro meta e mi sono sentita bene, parte di un posto che riesce ancora a compiere semplici gesti come quello a cui avevo appena assistito. Non so chi fossero, se lui fosse un nipote o un volontario o un non so, ma se si può ancora testimoniare una scena di questo genere in un luogo delle nostre città allora bisogna solo gioirne e volere bene a quel luogo - un luogo che è casa.






mercoledì 3 aprile 2024

UN FIGLIO BRAVO

 Abbiamo incontrato dopo molti anni una coppia di amici con cui abbiamo stretto amicizia in Messico e con i quali poi per molti anni siamo rimasti in contatto perché hanno vissuto a Roma per vent’anni (lei lavorava per la FAO). Lei finlandese, lui inglese (anzi, il vero Englishman, nonostante una vita fuori), ora vivono in Finlandia. 

Naturalmente, ci siamo aggiornati su quanto successo negli ultimi dieci anni nelle nostre vite e in quelle dei figli nostri e loro (tre femmine di cui due gemelle). Molto entusiasmo, molta vita, due nipotine (una nostra, una loro) e un nipotino (loro) in arrivo tra un mese. Anche piccoli o grandi dolori, gente (i nostri vecchi) ormai assente, una loro figlia che ha incontrato ostacoli nella propria vita, ma in fondo tutto bene, vite da gente fortunata e privilegiata che ha studiato, ha viaggiato, ha imparato e vive in pace e nel benessere.

Quando si è trattato di parlare di Luigi, del nostro Gigi, abbiamo spiegato che si è laureato in Chimica testardamente in corso e nella sessione invernale (dicembre 2022),  che dopo due mesi ha trovato un lavoro e una casa a Monaco di Baviera, che parla fluentemente (ad ascoltarlo, per quello che ne capisco, praticamente da madrelingua) inglese, spagnolo, francese e tedesco (tutti livello C1, ma perché non ha senso testare un C2) e mastica un po’ di giapponese. Abbiamo anche raccontato che dopo un anno di lavoro ha cominciato a dire che vuole fare il dottorato, che a gennaio ha cominciato a fare poche domande e colloqui solo per argomenti attentamente selezionati e che ha recentemente vinto un dottorato a Parigi, un dottorato Marie Curie, programma di punta dell’Unione Europea, prestigioso e ben remunerato. Argomento: “Machine learning for drug design” - lavorerà sulla sepsi, dal prossimo settembre/ottobre.

È stato bello raccontarlo tutto di fila ed è stato bello quando J., persona severa e davvero parca di complimenti, ha riflettuto un attimo e poi ha detto “Luigi è davvero bravo”. E questa in effetti è la sintesi perfetta: abbiamo un figlio bravo.


E bello…intorno al collo la bellissima sciarpa di alpaca che viene dal Cile. Tra le braccia la morosa da tanti anni