sabato 22 luglio 2023

CAMBIAMENTO CLIMATICO (VERSIONE CASALINGA)

 Per tanti motivi adoro la mia casa. Uno di questi tanti motivi è la climatizzazione inclusa che offre, estate e inverno, grazie alle spesse mura di pietra e al molto verde intorno. Devo solo precisare che come gran parte delle case di campagna non ha tapparelle, ma pesanti imposte di legno (dette localmente, con traduzione dal dialetto “scuri”) da chiudere con un catenaccino.

Il piano terra è sempre al fresco, anche se da un paio d’anni dotato di ventilatori (quelli ad aria, a terra, trasportabili, senza pale, da usare alla bisogna. Ad esempio, l’altro giorno ho fatto dieci torte capresi per la Festa della cipolla allo Stuard e il forno in cucina è stato acceso per più di due ore quindi abbiamo avuto bisogno del ventilatore per contrastare il microclima). La strategia da utilizzare è più quella della conservazione del fresco (chiudere le finestre e ombreggiare accostando le imposte nelle ore calde - in questo ultimo periodo le ore “calde” hanno assunto il significato dalle 9 del mattino alle 9 di sera, ma tant’è) e stare nella parte a nord, quasi sempre all’ombra.

Il primo piano è invece un indicatore climatico più chiaro perché il secondo piano, in sottotetto, è evidentemente quello in cui la conservazione del fresco è più problematica. Sia al primo che al secondo piano si chiudono le finestre e si accostano le imposte nelle ore più calde. Al primo piano si resiste bene fino a 27/28 gradi, altrimenti si sente caldo, ma lì ci sono solo le tre camere da letto e il bagno, quindi il problema si pone solo per le ore notturne. Al terzo piano, dove c’è la camera degli ospiti, un altro bagno e il soggiorno con le mie librerie, pur chiudendo tutto di giorno c’è caldo, ma di notte con un caldo “normale” si dorme bene perché è possibile aprire i grandi finestroni Velux collocati sul tetto ed entra aria e corrente.

Quest’anno, quando abbiamo fatto installare il nuovo impianto fotovoltaico (quindi non paghiamo l’energia) abbiamo pensato di fare installare anche tre pompe di calore per raffrescare (scaldano anche, ovviamente, ma per lo stesso principio che governa la casa la scaldiamo tutta d’inverno con una grossa stufa a legna di ghisa posta al piano terra): due al secondo piano  (in camera e in soggiorno) e una sul pianerottolo comune alle tre stanze da letto del primo piano “non si sa mai”.

Questa lunga premessa per venire alla piccola storia personale. Da quando abitiamo qui (quaranta anni) abbiamo sempre dormito nelle caldi estati padane con le finestre aperte e le imposte chiuse, al buio e al fresco. Ricordo, ricordiamo molto bene la prima volta che abbiamo dormito per due o tre notti con anche le imposte aperte (solo nella nostra camera, sennò Roberto non riesce a dormire dalla preoccupazione): era l’estate 1988, ed io ero incinta oltre i sette mesi (l’Anna è nata il 13 agosto) e avevo caldo. Negli anni a seguire è capitato molto sporadicamente ancora (la maggior parte delle estati sono state a imposte chiuse).

Non ci piace dormire con le imposte aperte, si dorme meno per la luce, l’abbaiare dei cani vicini e lontani, il cinguettio degli uccelli, i trattori che passano, trebbiano, falciano… la percezione che la vita è ricominciata e bisogna alzarsi.

Da due o tre anni dobbiamo dormire con le imposte aperte per parecchi giorni d’estate, quelli delle “ondate di calore” (mi fa sorridere perché questa è una traduzione spiccicata delle heathwave - e coldwave  - americane, tipiche di un paese senza sistemi montuosi che facciano barriera e quindi da sempre molto più comuni pur con temperature più contenute di quelle attuali). Con le imposte aperte, a parte i disagi esposti prima, abbiamo sempre dormito al fresco. 

Quest’anno qualcosa però è cambiato: abbiamo passato alcune notti in cui alla mattina ci siamo alzati rintronati dal caldo e dalla fatica e quindi il 20 luglio (giorno del mio sessantacinquesimo compleanno) abbiamo dormito con la pompa di calore accesa (nel pianerottolo). Ci siamo svegliati rincoglioniti comunque, ma abbiamo dormito. Per fortuna ieri sera, causa temporali in giro, abbiamo dormito senza condizionatore e gradevolmente (luce mattutina, cani abbaianti e uccelli in sollucchero a parte).

Tutto questo fa riflettere di come abbiamo sperimentato personalmente e nella quotidianità (mi verrebbe da dire nell’intimità) il famoso cambiamento climatico, così richiamato, così negato. Con la nostra piccola storia di finestre e imposte aperte e chiuse. E quando leggo sui vari giornali di destra (la filiera  no euro no vax si è arricchita con il negazionismo climatico) che “d’estate ha sempre fatto caldo” e che “i cicli di temperatura ci sono sempre stati sulla terra” più che incazzarmi mi metto a ridere: nessun cambiamento climatico è MAI stato percepito nel corso di una generazione - è toccato a noi, perfino nel quotidiano, nell’intimità della nostra casa. E a molti altri è andata assai peggio: grandine, alluvioni, siccità…

Ma domani farà più fresco e cosa vuoi che sia, non è vero che c’è il riscaldamento climatico, suvvia per un po’ di caldo, e poi i cinesi inquinano molto di più…

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