venerdì 28 luglio 2023

DI CASTIGHI

 Mi ritrovo sempre più spesso a filosofeggiare e moralisteggiare, in quell’atteggiamento un po’ trombonico che ho sempre odiato nei vecchi, senza raggiungere quel certo grado di ironia e leggerezza che non solo rende più credibile, ma anche e soprattutto più sopportabile la vita. Tant’è, ulteriore prova che sono diventata vecchia. 

Come ogni sera, in mezzo ai desolanti commenti e alle terribili analisi dei fatti correnti, ho sentito (c’era In Onda su la7) parlare ancora del caso del figlio (Apache! Uno può passare la vita a fare cazzate solo per vendicarsi di un nome così…) di La Russa che avrebbe stuprato una ragazza  in stato di incoscienza da droghe e forse altra robaccia assunta e/o somministrata - e anche un amico ne avrebbe approfittato. La vicenda è da giorni discussa e sviscerata da molti punti di vista, ma non ho ancora sentito enunciare il punto di vista che fin dall’inizio mi ha più turbato. Penso all’idea di sessualità che sta alla base di questa vicenda e che prescinde dalle dinamiche del consenso o meno (certo centrali, ASSOLUTAMENTE CENTRALI, ma vorrei sviluppare qui un altro ragionamento, più.. di costume o culturale, diciamo). Che idea di sesso hanno questi ragazzi tra l’altro ventenni, con “ancora tutto intero” davanti (Francesco Guccini)? Un sesso meccanico, solitario, senza relazione, partecipazione, interscambio, dialogo. L’essenza del sesso, cioè la relazione, manca. Come è possibile, come è pensabile che questo tipo di sesso valga la pena di uno stupro? Se devi fare da solo allora fallo davvero da solo, senza un corpo inerte davanti - che differenza fa? E nessuno mi dica gli ormoni e altre cazzate di questo tipo: come fa ad eccitarti un corpo inerte? E se ti ecciti con un corpo inerte dimmelo e ti compro su Amazon una bella bambola gonfiabile così ti chiudi in cameretta col tuo piccolo e patetico cazzo e fai quel che vuoi - stesso risultato, meno danni e complicazioni.

Ragazzi emotivamente mutilati - chissà quali altre mutilazioni di sentimenti ed emozioni nascondono sotto quella faccia di ragazzi di mondo. (Ridicoli senza comicità e divertimento, tragici senza pathos, ma con crudeltà) poveretti!  Esattamente il contrario dell’immagine glamour e da macho che vogliono proiettare (ma sono sufficientemente sicura che orde di ignoranti pecoroni così li percepiscono, spero nella loro vigliaccheria per scongiurare l’imitazione). Speriamo che li castighino, ma hanno dentro di sè già un importante, quotidiano castigo.

(PS. Magari la vita mi avesse consentito di essere ingenua. Non sono così ingenua da non avere considerato che almeno parte dell’eccitazione potrebbe derivare dall’infliggere dolore, umiliazione, violenza. Ma qui si sconfina dalla mutilazione emotiva alla devianza e alla patologia, che dev’essere al tempo stesso punita, contenuta e curata. E non ho voglia di pensarci, è l’ultima, tragica e sconfitta spiaggia.)

domenica 23 luglio 2023

CONFERENZA DEL MEDITERRANEO SULLE MIGRAZIONI

 Si è appena chiusa la celebrazione (è il termine che mi sembra più calzante) della Conferenza del Mediterraneo sulle migrazioni. Controverse le interpretazioni sugli esiti: per la destra di maggioranza un grande successo dell’Italia “che è tornata a contare”, per le opposizioni un flop.

Nel mio piccolo, cioè nel piccolo di una che poco capisce e nulla conta, non mi sembra che essersi fatti dire apertamente  davanti al mondo da dittatori locali che “dateci una montagna di soldi e non interferite su come noi trattiamo i migranti” (“sottotesto: “e di come facciamo grandi affari con i trafficanti di esseri umani”) non sia un gran risultato.

Mi sono anche autoobiettata che almeno è stato fatto uno sforzo di trattare la problematica da un punto di vista strutturale (la Meloni lo chiama “l’approccio” e fa un po’ ridere perché etimologicamente “approccio” significa avvicinarsi a qualcuno per ottenere favori - ad esempio gli approcci di adescamento delle prostitute - o, ancora più straniante, l’approccio nel gergo della Marina significa le adiacenze di un porto cui approdare in sicurezza..) e non solo episodico, ma quando vedo l’esclusione dal vertice della Francia (e anche della Germania) capisco che nemmeno questo è vero: è il solito fumo, fatto non per affrontare e risolvere i problemi concreti, ma per gettare fumo e confusione sugli stessi.

Ahinoi…

sabato 22 luglio 2023

CAMBIAMENTO CLIMATICO (VERSIONE CASALINGA)

 Per tanti motivi adoro la mia casa. Uno di questi tanti motivi è la climatizzazione inclusa che offre, estate e inverno, grazie alle spesse mura di pietra e al molto verde intorno. Devo solo precisare che come gran parte delle case di campagna non ha tapparelle, ma pesanti imposte di legno (dette localmente, con traduzione dal dialetto “scuri”) da chiudere con un catenaccino.

Il piano terra è sempre al fresco, anche se da un paio d’anni dotato di ventilatori (quelli ad aria, a terra, trasportabili, senza pale, da usare alla bisogna. Ad esempio, l’altro giorno ho fatto dieci torte capresi per la Festa della cipolla allo Stuard e il forno in cucina è stato acceso per più di due ore quindi abbiamo avuto bisogno del ventilatore per contrastare il microclima). La strategia da utilizzare è più quella della conservazione del fresco (chiudere le finestre e ombreggiare accostando le imposte nelle ore calde - in questo ultimo periodo le ore “calde” hanno assunto il significato dalle 9 del mattino alle 9 di sera, ma tant’è) e stare nella parte a nord, quasi sempre all’ombra.

Il primo piano è invece un indicatore climatico più chiaro perché il secondo piano, in sottotetto, è evidentemente quello in cui la conservazione del fresco è più problematica. Sia al primo che al secondo piano si chiudono le finestre e si accostano le imposte nelle ore più calde. Al primo piano si resiste bene fino a 27/28 gradi, altrimenti si sente caldo, ma lì ci sono solo le tre camere da letto e il bagno, quindi il problema si pone solo per le ore notturne. Al terzo piano, dove c’è la camera degli ospiti, un altro bagno e il soggiorno con le mie librerie, pur chiudendo tutto di giorno c’è caldo, ma di notte con un caldo “normale” si dorme bene perché è possibile aprire i grandi finestroni Velux collocati sul tetto ed entra aria e corrente.

Quest’anno, quando abbiamo fatto installare il nuovo impianto fotovoltaico (quindi non paghiamo l’energia) abbiamo pensato di fare installare anche tre pompe di calore per raffrescare (scaldano anche, ovviamente, ma per lo stesso principio che governa la casa la scaldiamo tutta d’inverno con una grossa stufa a legna di ghisa posta al piano terra): due al secondo piano  (in camera e in soggiorno) e una sul pianerottolo comune alle tre stanze da letto del primo piano “non si sa mai”.

Questa lunga premessa per venire alla piccola storia personale. Da quando abitiamo qui (quaranta anni) abbiamo sempre dormito nelle caldi estati padane con le finestre aperte e le imposte chiuse, al buio e al fresco. Ricordo, ricordiamo molto bene la prima volta che abbiamo dormito per due o tre notti con anche le imposte aperte (solo nella nostra camera, sennò Roberto non riesce a dormire dalla preoccupazione): era l’estate 1988, ed io ero incinta oltre i sette mesi (l’Anna è nata il 13 agosto) e avevo caldo. Negli anni a seguire è capitato molto sporadicamente ancora (la maggior parte delle estati sono state a imposte chiuse).

Non ci piace dormire con le imposte aperte, si dorme meno per la luce, l’abbaiare dei cani vicini e lontani, il cinguettio degli uccelli, i trattori che passano, trebbiano, falciano… la percezione che la vita è ricominciata e bisogna alzarsi.

Da due o tre anni dobbiamo dormire con le imposte aperte per parecchi giorni d’estate, quelli delle “ondate di calore” (mi fa sorridere perché questa è una traduzione spiccicata delle heathwave - e coldwave  - americane, tipiche di un paese senza sistemi montuosi che facciano barriera e quindi da sempre molto più comuni pur con temperature più contenute di quelle attuali). Con le imposte aperte, a parte i disagi esposti prima, abbiamo sempre dormito al fresco. 

Quest’anno qualcosa però è cambiato: abbiamo passato alcune notti in cui alla mattina ci siamo alzati rintronati dal caldo e dalla fatica e quindi il 20 luglio (giorno del mio sessantacinquesimo compleanno) abbiamo dormito con la pompa di calore accesa (nel pianerottolo). Ci siamo svegliati rincoglioniti comunque, ma abbiamo dormito. Per fortuna ieri sera, causa temporali in giro, abbiamo dormito senza condizionatore e gradevolmente (luce mattutina, cani abbaianti e uccelli in sollucchero a parte).

Tutto questo fa riflettere di come abbiamo sperimentato personalmente e nella quotidianità (mi verrebbe da dire nell’intimità) il famoso cambiamento climatico, così richiamato, così negato. Con la nostra piccola storia di finestre e imposte aperte e chiuse. E quando leggo sui vari giornali di destra (la filiera  no euro no vax si è arricchita con il negazionismo climatico) che “d’estate ha sempre fatto caldo” e che “i cicli di temperatura ci sono sempre stati sulla terra” più che incazzarmi mi metto a ridere: nessun cambiamento climatico è MAI stato percepito nel corso di una generazione - è toccato a noi, perfino nel quotidiano, nell’intimità della nostra casa. E a molti altri è andata assai peggio: grandine, alluvioni, siccità…

Ma domani farà più fresco e cosa vuoi che sia, non è vero che c’è il riscaldamento climatico, suvvia per un po’ di caldo, e poi i cinesi inquinano molto di più…

giovedì 20 luglio 2023

MARIANNA APRILE

 Ha ripreso (è piena estate) In onda con Luca Telese e Marianna Aprile su la 7. Ho già scritto in un post del sincero e deciso penchant di Roberto per Marianna Aprile, bella, mora, prosperosa come piacciono a lui. E intelligente. E con una erre moscia molto sexy. Anche quest’anno, la guarda volentieri, ma abbiamo notato che in questa stagione le sue magliette e camicette sono molto più abbottonate e castigate degli scorsi anni. Stasera, finalmente, un sospiro di sollievo: una bella camicia arancione dalla scollatura molto profonda. Una bella serata.

lunedì 10 luglio 2023

A VALEDICTION

 (Una poesia di Christopher Dowson, romantica e intensa, bella!)

A Valediction

If we must part,
Then let it be like this.
Not heart on heart,
Nor with the useless anguish of a kiss;
But touch mine hand and say:
‘Until to-morrow or some other day,
If we must part’.
 
Words are so weak
When love hath been so strong;
Let silence speak:
‘Life is a little while, and love is long;
A time to sow and reap,
And after harvest a long time to sleep,
But words are weak.’