sabato 22 aprile 2023

UN FASTIDIO (E UNO SPLENDORE)

 Provo in questo periodo una intensa antipatia e fastidio rispetto alle discussioni sulla denatalità e a come porvi un argine. Lasciando fermentare nel letame da cui vengono e a cui appartengono le discussioni e controdiscussioni sulla “sostituzione etnica” (vi assisto incredula, pur dovendo ammettere che non ne dovrei essere sorpresa), mi riferisco proprio ai dati statistici che rimbalzano (solo per qualche giorno, niente paura!) dai giornali e alle “soluzioni” strombazzate dalla politica. Nella sintesi su Repubblica di oggi, a grandi linee, c’è la soluzione “di destra” (tasse diminuite o azzerate alle famiglie numerose) e quella “di sinistra” (asili nido e servizi per la famiglia).

Forse dipende dalla mia personale esperienza, ovviamente statisticamente non rilevante. Per lavoro, negli ultimi vent’anni della mia vita, ho incrociato molte famiglie e associazioni di famiglie. Riguardo alle famiglie numerose, ne ho incrociate di due tipologie, grosso modo. La prima tipologia erano famiglie abbienti (anche molto abbienti), colte, generalmente cattoliche e con una identità precisa e radicata. La seconda tipologia erano famiglie povere (anche poverissime), spesso da immigrazione esterna (molto meno da quella interna, ben presente negli anni 50 e 60), generalmente musulmane e spesso con capacità di capire e inserirsi nel contesto molto scarse. Molto complesso ricostruire quale e quanto sostegno il taglio delle tasse possa loro fornire. È ovvio invece che servizi gratuiti o quasi e di qualità sono un buon sostegno, ancora più per i bambini stessi che per le famiglie (ma la prima tipologia di famiglie forse ha criteri di “qualità” particolari e più, diciamo, autogestiti).

Il tema, però, è convincere chi non fa figli, non solo sostenere chi già ne ha. Giusto. Allora andiamo a vedere cosa succede in Emilia- Romagna, la regione in Italia che forse offre i migliori servizi per la prima infanzia, con offerta superiore anche agli standard europei. Esiste in questa regione una sostanziale differenza nel comportamento  per esempio della Campania? No, in verità: numero medio di figli per donna in Emilia-Romagna 1,26, in Campania 1,30 (media nazionale 1,24 - in Emilia-Romagna c’è anche l’effetto di una maggiore presenza di famiglie immigrate…). Quindi i servizi influiscono sul comportamento riproduttivo? Mah…

E qui veniamo al mio fastidio. Mi sembra che il mio fastidio sia composto da due elementi. Il primo è, diciamo, sociologico? Decidere di fare un figlio è una scelta d’amore. Davvero i soldi e i servizi sono cosí determinanti? Ho personalmente assistito agli effetti di rapporti genitoriali senza amore sui bambini (e sulla società) e dico a gran voce “Grazie, ma no”. Decidere di fare un figlio è una scelta di speranza, di visione del futuro - ne vedo così poca in giro… forse il governo sul breve periodo potrà incidere ben poco. Sul lungo periodo invece molto si potrebbe fare, ma non vedo segnali nemmeno lontanamente che ci si stia lavorando.

Il secondo fastidio è di tipo più politico, un politico molto intrecciato con il personale. In questo dibattito quasi nessuno ricorda che, per l’ennesima volta, qui si parla del corpo delle donne e delle scelte che le donne fanno sul loro corpo - e sulla loro vita. In un paese in cui (per motivi fortemente radicati nella nostra cultura, società e -ahimè - religione, quindi non facilmente aggredibili in tempi brevi) i compiti di cura ricadono quasi esclusivamente sulle donne e in cui le donne stanno cominciando a realizzare che in loro oltre ad essere madri c’è molto di più, non vedo “soluzioni”, solo riflessioni. Forse, in un mondo fortemente sovrappopolato, non è un valore assoluto un alto tasso di natalità. Avremo un problema nei prossimi trenta o quarant’anni a pagare le pensioni e a curare la massa di vecchi delle generazioni boomer, ma la soluzione ce l’abbiamo già davanti agli occhi: “importare” da paesi con tassi di crescita demografica elevati, troppo elevati per le risorse del paese. Per capire, il Bangladesh ha una media di 2 figli in media per donna (non altissimo) ma già ora un quarto della superficie del paese è sommersa, con previsioni catastrofiche per i prossimi anni - tanti altri esempi anche più “feroci” si potrebbero fare.

Cosa direi se i miei futuri nipoti o bisnipoti fossero di pelle scura? Mi preoccuperei che fossero voluti ed amati.

(E lo splendore? Adele, nata oggi❤❤)

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