Decido di andare a questa lectio perchè Cacciari ha cose da dire che io non so o non ho elaborato, anche se ne dice altre totalmente prive di fondamento e infarcite di pre-giudizi non scalfibili. Questa lectio me lo ha confermato.
(Nota iniziale di lamentela. Possibile che per UNA INTERA MEZZ’ORA tutti debbano vuotamente ringraziarsi gli uni gli altri senza dire nulla di interessante e intelligente tranne che per far vedere che i potenti sono lí. Nell’ordine: l’organizzatore, ben due direttori di dipartimento, il vicesindaco in vece del Sindaco e poi ancora l’ organizzatore - che due palle!)
Cacciari inizia statuendo l’egemonia del pensiero occidentale, che ha sviluppato un pensiero libero, scientifico e come tale dialogico e in ascolto. Questo pensiero si é sviluppato dall’antica Grecia in poi fino ad arrivare ad una dimensione tecnico- politica che lo sviluppa in pieno. Intrinseca a questo pensiero “potente” é la capacità di riconoscere il valore e le specificitá delle altre civiltà- é il pensiero scientifico che ce lo consente, senza imbrigliare il pensiero quindi in gerarchie di valori rigide come fanno altre civiltá. Esercitiamo il pensiero scientifico come capacitá di COMPARARE, quindi relazionare (logos). L’egemonia culturale non comporta quindi necessariamente una deriva imperialistica, semmai il suo contrario.
Alla fine della seconda guerra mondiale l’Europa é a pezzi da tutti i punti di vista, e la scelta naturale é stata di mettere insieme le economie dei paesi europei per dare un senso e un sostegno al nostro essere e rivivere. Ma i padri fondatori avevano anche altre ambizioni ben più alte: l’Europa doveva essere la terra della DEMOCRAZIA PROGRESSIVA, compito della politica europea é la soddisfazione dei diritti, delle domande sensate poste dai propri cittadini; la politica europea doveva concretizzarsi nella capacitá di ascolto, attenzione e RESPONSABILITÁ (= capacitá di rispondere alle domande). Per esempio: il principio di STABILITÀ é sicuramente necessario al mercato europeo per continuare a produrre la ricchezza a sua volta necessaria per dare risposta alle domande di diritti, ma il principio di stabilitá non si combina spesso con i principi di solidarietà e sussidiarietà (e qui deve intervenire la politica con la responsabilità e la mediazione). Per decenni l’Europa ha lavorato sulla mediazione, sfruttando condizioni favorevoli alla creazione di società affluenti. Ora la mediazione é in crisi: la costruzione del mercato europeo non sembra più in grado di garantire le risposte ai bisogni dei cittadini (qui dissento da Cacciari: é la politica che ha perso il senso della responsabilità e della mediazione. Le richieste dei cittadini non sono tutte “diritti” - molte sono richieste di “privilegi” da assicurare a scapito dei diritti degli altri. E forze politiche irresponsabili li fomentano. Questo é quello che succede oggi, il mercato europeo non mi sembra affatto in crisi).
Infine, qual é il senso dell’Europa rispetto ai due Imperi? (Qui Cacciari intende gli Stati Uniti e la Russia, ma anche qui dissento: la Russia non é un Impero, ma uno stato straccione imperialista che per motivazioni storiche e per imperizia di molti che hanno governato il mondo - vedi il trasferimento dell’arsenale atomico pressochè tutto posizionato in Ucraina alla Russia - si trova a possedere un arsenale di bombe atomiche). Il senso dell’Europa é prevenire lo scontro tra i due Imperi, costruire una visione policentrica del mondo (di nuovo LOGOS, mediazione, confronto). Quindi un’Europa atlantica, dell’Est, mediterranea. Purtroppo però il Mediterraneo, invece di diventare luogo di confronto e di scambio, per l’Europa é diventato una specie di confine. All’Est c’è la guerra e basta (anche qui dissento con Cacciari. L’Est non é solo la Russia, ma é anche la Polonia, l’Ungheria, la Georgia, la Moldavia, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, l’Ucraina, tutte attirate all’orbita europea e non mi risulta con atti o spirito imperialista, ma con quella egemonia richiamata in premessa da Cacciari). Rimane quindi solo la sponda atlantica (e qui Cacciari fa un discorso alquanto confuso e storicamente insostenibile sostenendo che la Brexit é stata una catastrofe perché la Gran Bretagna era l’unico stato europeo ad assicurare autonomia all’interno della NATO. Storicamente invece l’Inghilterra é sempre stata saldamente schierata con gli Stati Uniti piuttosto che con l’Europa, all’interno della NATO) e quindi l’Europa vassalla degli interessi statunitensi. (E da qui é partito tutto il solito armamentario di deliri dei filo-putiniani e quindi assurdamente pacifisti o dei pacifisti assurdamente filo-putiniani, devo dire però meno pesante e convinto di altre volte che ho sentito Cacciari parlare - soli 5 minuti di prammatica)
(Avrei di mio da argomentare che vorrei chiedere come si fa ad aprire il dialogo con chi non vuole aprirlo e sarei molto serena sul fatto che l’Europa ha fatto la sua parte, se non altro per motivi utilitaristici, per aprire il dialogo con Putin, mentre sarei piú critica e dubbiosa sul dialogo con i paesi del Maghreb, che mi é sembrato e mi sembra ambiguo e insufficiente a contrastare le sirene turche e russe. E in ordine sparso tra i vari Stati europei, con fini strettamente nazionalistico-economici)
Ultima nota che mi ha fatto arrabbiare. All’inizio della lectio é stato detto che si lasciava spazio al pubblico per domande (“non più di una per ciascuno per motivi di tempo”). Appena Cacciari ha smesso di parlare dal pubblico si sono levate voci di disapprovazionee critica a quello che aveva appena detto e quindi il professor Pagnotta che aveva meritoriamente organizzato l’incontro e ne era il moderatore (e che aveva presentato Cacciari in modo sdilinquente all’inizio ringraziandolo per il suo “ineguagliabile impegno per ripristinare pace e veritá”) ha affrettatamente fatto scudo dicendo che per motivi di tempo (Cacciari aveva parlato meno di un’ora) non era possibile porre domande al professore e che lui gliene avrebbe poste alcune di interesse generale. Mi sono alzata e me ne sono andata.