domenica 30 aprile 2023

DOVE VANNO L’EUROPA E CACCIARI?

 Decido di andare a questa lectio perchè Cacciari ha cose da dire che io non so o non ho elaborato, anche se ne dice altre totalmente prive di fondamento e infarcite di pre-giudizi non scalfibili. Questa lectio me lo ha confermato.


(Nota iniziale di lamentela. Possibile che per UNA INTERA MEZZ’ORA tutti debbano vuotamente ringraziarsi gli uni gli altri senza dire nulla di interessante e intelligente tranne che per far vedere che i potenti sono lí. Nell’ordine: l’organizzatore, ben due direttori di dipartimento, il vicesindaco in vece del Sindaco e poi ancora l’ organizzatore - che due palle!) 

Cacciari inizia statuendo l’egemonia del pensiero occidentale, che ha sviluppato un pensiero libero, scientifico e come tale dialogico e in ascolto. Questo pensiero si é sviluppato dall’antica Grecia in poi fino ad arrivare ad una dimensione tecnico- politica che lo sviluppa in pieno. Intrinseca a questo pensiero “potente” é la capacità di riconoscere il valore e le specificitá delle altre civiltà- é il pensiero scientifico che ce lo consente, senza imbrigliare il pensiero quindi in gerarchie di valori rigide come fanno altre civiltá. Esercitiamo il pensiero scientifico come capacitá di COMPARARE, quindi relazionare (logos). L’egemonia culturale non comporta quindi necessariamente una deriva imperialistica, semmai il suo contrario.

Alla fine della seconda guerra mondiale l’Europa é a pezzi da tutti i punti di vista, e la scelta naturale é stata di mettere insieme le economie dei paesi europei per dare un senso e un sostegno al nostro essere e rivivere. Ma i padri fondatori avevano anche altre ambizioni ben più alte: l’Europa doveva essere la terra della DEMOCRAZIA PROGRESSIVA, compito della politica europea é la soddisfazione dei diritti, delle  domande sensate poste dai propri cittadini; la politica europea doveva concretizzarsi nella capacitá di ascolto, attenzione e RESPONSABILITÁ (= capacitá di rispondere alle domande). Per esempio: il principio di STABILITÀ é sicuramente necessario al mercato europeo per continuare a produrre la ricchezza a sua volta necessaria per dare risposta alle domande di diritti, ma il principio di stabilitá non si combina spesso con i principi di solidarietà e sussidiarietà (e qui deve intervenire la politica con la responsabilità e la mediazione). Per decenni l’Europa ha lavorato sulla mediazione, sfruttando condizioni favorevoli alla creazione di società affluenti. Ora la mediazione é in crisi: la costruzione del mercato europeo non sembra più in grado di garantire le risposte ai bisogni dei cittadini (qui dissento da Cacciari: é la politica che ha perso il senso della responsabilità e della mediazione. Le richieste dei cittadini non sono tutte “diritti” - molte sono richieste di “privilegi” da assicurare a scapito dei diritti degli altri. E forze politiche irresponsabili li fomentano. Questo é quello che succede oggi, il mercato europeo non mi sembra affatto in crisi).

Infine, qual é il senso dell’Europa rispetto ai due Imperi? (Qui Cacciari intende gli Stati Uniti e la Russia, ma anche qui dissento: la Russia non é un Impero, ma uno stato straccione imperialista che per motivazioni storiche e per imperizia di molti che hanno governato il mondo - vedi il trasferimento dell’arsenale atomico pressochè tutto posizionato in Ucraina alla Russia - si trova a possedere un arsenale di bombe atomiche). Il senso dell’Europa é prevenire lo scontro tra i due Imperi, costruire una visione policentrica del mondo (di nuovo LOGOS, mediazione, confronto). Quindi un’Europa atlantica, dell’Est, mediterranea. Purtroppo però il Mediterraneo, invece di diventare luogo di confronto e di scambio, per l’Europa é diventato una specie di confine. All’Est c’è la guerra e basta (anche qui dissento con Cacciari. L’Est non é solo la Russia, ma é anche la Polonia, l’Ungheria, la Georgia, la Moldavia, l’Estonia, la Lettonia, la Lituania,  l’Ucraina, tutte attirate all’orbita europea e non mi risulta con atti o spirito imperialista, ma con quella egemonia richiamata in premessa da Cacciari). Rimane quindi solo la sponda atlantica (e qui Cacciari fa un discorso alquanto confuso e storicamente insostenibile sostenendo che la Brexit é stata una catastrofe perché la Gran Bretagna era l’unico stato europeo ad assicurare autonomia all’interno della NATO. Storicamente invece l’Inghilterra é sempre stata saldamente schierata con gli Stati Uniti piuttosto che con l’Europa, all’interno della NATO) e quindi l’Europa vassalla degli interessi statunitensi. (E da qui é partito tutto il solito armamentario di deliri dei filo-putiniani e quindi assurdamente pacifisti o dei pacifisti assurdamente filo-putiniani, devo dire però meno pesante e convinto di altre volte che ho sentito Cacciari parlare - soli 5 minuti di prammatica)

(Avrei di mio da argomentare che vorrei chiedere come si fa ad aprire il dialogo con chi non vuole aprirlo e sarei molto serena sul fatto che l’Europa ha fatto la sua parte, se non altro per motivi utilitaristici, per aprire il dialogo con Putin, mentre sarei piú critica e dubbiosa sul dialogo con i paesi del Maghreb, che mi é sembrato e mi sembra ambiguo e insufficiente a contrastare le sirene turche e russe. E in ordine sparso tra i vari Stati europei, con fini strettamente nazionalistico-economici)

Ultima nota che mi ha fatto arrabbiare. All’inizio della lectio é stato detto che si lasciava spazio al pubblico per domande (“non più di una per ciascuno per motivi di tempo”). Appena Cacciari ha smesso di parlare dal pubblico si sono levate voci di disapprovazionee critica a quello che aveva appena detto e quindi il professor Pagnotta che aveva meritoriamente organizzato l’incontro e ne era il moderatore (e che aveva presentato Cacciari in modo sdilinquente all’inizio ringraziandolo per il suo “ineguagliabile impegno per ripristinare pace e veritá”) ha affrettatamente fatto scudo dicendo che per motivi di tempo (Cacciari aveva parlato meno di un’ora) non era possibile porre domande al professore e che lui gliene avrebbe poste alcune di interesse generale. Mi sono alzata e me ne sono andata.

sabato 22 aprile 2023

ECCO, APPUNTO

 

Ecco, appunto. Io ci ho messo un post intero a dirlo. A Biani basta una vignetta

UN FASTIDIO (E UNO SPLENDORE)

 Provo in questo periodo una intensa antipatia e fastidio rispetto alle discussioni sulla denatalità e a come porvi un argine. Lasciando fermentare nel letame da cui vengono e a cui appartengono le discussioni e controdiscussioni sulla “sostituzione etnica” (vi assisto incredula, pur dovendo ammettere che non ne dovrei essere sorpresa), mi riferisco proprio ai dati statistici che rimbalzano (solo per qualche giorno, niente paura!) dai giornali e alle “soluzioni” strombazzate dalla politica. Nella sintesi su Repubblica di oggi, a grandi linee, c’è la soluzione “di destra” (tasse diminuite o azzerate alle famiglie numerose) e quella “di sinistra” (asili nido e servizi per la famiglia).

Forse dipende dalla mia personale esperienza, ovviamente statisticamente non rilevante. Per lavoro, negli ultimi vent’anni della mia vita, ho incrociato molte famiglie e associazioni di famiglie. Riguardo alle famiglie numerose, ne ho incrociate di due tipologie, grosso modo. La prima tipologia erano famiglie abbienti (anche molto abbienti), colte, generalmente cattoliche e con una identità precisa e radicata. La seconda tipologia erano famiglie povere (anche poverissime), spesso da immigrazione esterna (molto meno da quella interna, ben presente negli anni 50 e 60), generalmente musulmane e spesso con capacità di capire e inserirsi nel contesto molto scarse. Molto complesso ricostruire quale e quanto sostegno il taglio delle tasse possa loro fornire. È ovvio invece che servizi gratuiti o quasi e di qualità sono un buon sostegno, ancora più per i bambini stessi che per le famiglie (ma la prima tipologia di famiglie forse ha criteri di “qualità” particolari e più, diciamo, autogestiti).

Il tema, però, è convincere chi non fa figli, non solo sostenere chi già ne ha. Giusto. Allora andiamo a vedere cosa succede in Emilia- Romagna, la regione in Italia che forse offre i migliori servizi per la prima infanzia, con offerta superiore anche agli standard europei. Esiste in questa regione una sostanziale differenza nel comportamento  per esempio della Campania? No, in verità: numero medio di figli per donna in Emilia-Romagna 1,26, in Campania 1,30 (media nazionale 1,24 - in Emilia-Romagna c’è anche l’effetto di una maggiore presenza di famiglie immigrate…). Quindi i servizi influiscono sul comportamento riproduttivo? Mah…

E qui veniamo al mio fastidio. Mi sembra che il mio fastidio sia composto da due elementi. Il primo è, diciamo, sociologico? Decidere di fare un figlio è una scelta d’amore. Davvero i soldi e i servizi sono cosí determinanti? Ho personalmente assistito agli effetti di rapporti genitoriali senza amore sui bambini (e sulla società) e dico a gran voce “Grazie, ma no”. Decidere di fare un figlio è una scelta di speranza, di visione del futuro - ne vedo così poca in giro… forse il governo sul breve periodo potrà incidere ben poco. Sul lungo periodo invece molto si potrebbe fare, ma non vedo segnali nemmeno lontanamente che ci si stia lavorando.

Il secondo fastidio è di tipo più politico, un politico molto intrecciato con il personale. In questo dibattito quasi nessuno ricorda che, per l’ennesima volta, qui si parla del corpo delle donne e delle scelte che le donne fanno sul loro corpo - e sulla loro vita. In un paese in cui (per motivi fortemente radicati nella nostra cultura, società e -ahimè - religione, quindi non facilmente aggredibili in tempi brevi) i compiti di cura ricadono quasi esclusivamente sulle donne e in cui le donne stanno cominciando a realizzare che in loro oltre ad essere madri c’è molto di più, non vedo “soluzioni”, solo riflessioni. Forse, in un mondo fortemente sovrappopolato, non è un valore assoluto un alto tasso di natalità. Avremo un problema nei prossimi trenta o quarant’anni a pagare le pensioni e a curare la massa di vecchi delle generazioni boomer, ma la soluzione ce l’abbiamo già davanti agli occhi: “importare” da paesi con tassi di crescita demografica elevati, troppo elevati per le risorse del paese. Per capire, il Bangladesh ha una media di 2 figli in media per donna (non altissimo) ma già ora un quarto della superficie del paese è sommersa, con previsioni catastrofiche per i prossimi anni - tanti altri esempi anche più “feroci” si potrebbero fare.

Cosa direi se i miei futuri nipoti o bisnipoti fossero di pelle scura? Mi preoccuperei che fossero voluti ed amati.

(E lo splendore? Adele, nata oggi❤❤)

mercoledì 19 aprile 2023

CHE SCHIFO!

 

Avrete saputo della doppia uscita del ministro Lollobrigida: quella infelicissima sui rischi di «sostituzione etnica» e quella apprezzabile ma velleitaria sull’incentivazione delle nascite, come se il tasso di natalità dipendesse soltanto dall’economia e non anche dalla psicologia: un popolo smette di riprodursi quando smette di avere fiducia nel futuro (successe già ai tempi della Roma imperiale, e se non riuscì Augusto a invertire la tendenza, difficile che ce la faccia lui). Un tema decisivooscurato purtroppo da quelle due infauste parole, «sostituzione etnica», che hanno trascinato il battibecco politico da tutt’altra parte. Lasciamolo pure andare e spostiamoci in una parrocchia di Milano, la San Filippo Neri, dove la campionessa Julia Ituma aveva giocato le sue prime partite di pallavolo. Lì ieri si sono svolti i suoi funerali. Intorno alla bara sommersa di rose bianche c’erano i genitori nigeriani, le amiche d’infanzia milanesi, le compagne di squadra e della Nazionale (azzurra). Il mondo di Julia era pieno di colori, compresi l’arancione e il blu delle opinabili capigliature sfoggiate da alcuni adolescenti. 

Chi era dunque, Julia Ituma? Una ragazza italiana del ventunesimo secolo, afrodiscendente, con l’accento milanese e i gusti e le fragilità di una diciottenne cresciuta da queste parti. La prova certificata che non c’è nessuna sostituzione etnica in atto. Solo un mondo che si muove, e noi che con le parole e le paure facciamo un po’ fatica a stargli dietro




domenica 16 aprile 2023

UNA GOCCIA

 Splendida mattina di sole, fresca, con un po’ di venticello. Stamattina, sulla base di una trama di proposte ed intenti organizzativi sfruttando la chat Whatsapp “Emergenza Sanguigna” abbiamo partecipato (assieme ad un’altra ventina di baldi volontari) alla pulizia di Sanguigna nelle varie stradelle di campagna di cui è composta. Abbiamo raccolto diversi sacchi di rifiuti ed eravamo tutti davvero soddisfatti. Mi sono chiesta anche perché eravamo così contenti (il passeggiare? La bella giornata? I risultati? Il volontariato?) e sono infine arrivata alla conclusione che in realtà sia l’effetto goccia (e goccioline). Credo ci si senta più a suo agio nell’essere uomini quando la propria minuscola goccia di impegno incontra le goccioline degli altri e per qualche tempo si forma una pozza (molto di più di una goccia). Insomma, bella esperienza. Da rifare.

sabato 15 aprile 2023

DI GALLINE, ANZI FEMORI DI GALLINE - (CREDO) ULTIMO AGGIORNAMENTO

 Un ultimo breve aggiornamento della vicenda di femori di galline del pollaio di Sanguigna (post del 27 dicembre e del 5 gennaio). La Sciocchina Zoppa sta benissimo, corre e va in giro con le sue sodali (la zampa è rimasta un po’ rigida, ma è un dettaglio).

Un po’ di tempo fa abbiamo visto a casa di amici un bel dipinto di una loro amica a cui piace dipingere animali e abbiamo raccontato loro la storia della Sciocchina Zoppa. Loro si sono fatti tramite, l’amica gentilissima, scambio di foto e adesso sulla parete del mio salotto abbiamo appeso il quadro


Sul retro del quadro


Un buon finale, no?

mercoledì 5 aprile 2023

CERCARE DI CAPIRE

 "Non avrei mai pensato che una cosa così potesse accadere in America. L'unico crimine che ho commesso è stato difendere la nazione da coloro che vogliono distruggerla", queste le parole di Donald Trump nel suo intervento davanti a una folla di sostenitori accorsi nel suo resort a Mar-a-Lago, in Florida, dove ha parlato al termine di una giornata storica e difficile: è diventato il primo ex presidente degli Stati Uniti messo in stato d'arresto e incriminato. 

Sto davvero cercando di capire in che modo pagare (con fondi elettorali e fatture truffaldine) due donne (e un portinaio) per il loro silenzio significhi difendere l’America. Devo essere io che non ci arrivo.. non che questo problema turbi i sostenitori di Trunp, peraltro…

E insomma



lunedì 3 aprile 2023

MAGNIFICA FIORITURA DI TULIPANI (E CHE DIRE DELLA VECCHIAIA?)

 È il momento dei tulipani, bellissimi e fioriti nell’eterogenea collezione che abbiamo accumulato negli anni. Qui una parte della fioritura






Un piccolo episodio di contorno

Il nostro fornitore di piantine per orto (un tempo principale, oggi secondario al Podere  Stuard) è un piccolo vivaio di Sanguigna condotto da un cordialissimo e simpatico nostro quasi coetaneo, amabile chiacchierone e molto amichevole. Roberto è andato sabato a comperare qualche piantina di insalata per l’orto e si è ovviamente fermato un attimo a fare due chiacchiere ammirando i bei fiori di cui i vivai si ornano in questi giorni. Forse con in testa le immagini dei nostri tulipani fioriti, Robeto nota che mancano i tulipani nell’esposizione e chiede come mai. 

“Non li tengo più, non si vendono, sono roba da vecchi, ormai”.

Gulp! Accusare il colpo e fare finta di niente. Però sono cosí belli….