martedì 28 febbraio 2023

D’ALTRA PARTE…


 Persino certe loro caratteristiche come l’irruenza e la rigidità, che di solito in politica sono difetti, in questa fase storica diventano pregi. C’è una ripulsa collettiva per gli ondivaghi e per i furbi. L’elettore è già abbastanza confuso di suo: dai leader pretende chiarezza e, se capita, una visione. Meloni e Schlein hanno delle idee di società diverse, praticamente opposte. Ma a differenza di altri, hanno delle idee, e non le cambiano in base all’ultimo sondaggio. Qualcuno sostiene che hanno anche un pessimo carattere, ma la cosa non mi preoccupa: lo si dice sempre delle persone che ne hanno uno”

(Massimo Gramellini, Corriere della sera, 28 febbraio 2023)

Questa analisi mi fa respirare un po’, anche se:

- me ne frego del tutto del carattere personale di Meloni e Schlein - se il loro è buono o cattivo sarà un affare di chi, compagno/compagna, figli, madri/padri ha voglia di stare loro accanto

- la “chiarezza pretesa dai leader” è spesso diretto sinonimo della ricerca di soluzioni semplici, dirette e consolatorie a problemi complessi, epocali, spesso irresolubili. Esempio perfetto è il famoso “blocco navale nel Mediterraneo” della Meloni - chi ha lo stomaco abbastanza forte di servirsi di soluzioni semplici, anche se irrealizzabili, guadagna voti. Non mi sembra il caso della Schlein, ancora, anche se il suo generico “accoglienza” sul problema migratorio un po’ assomiglia al blocco navale. (Accoglienza sí, ma di chi, come, perchè, quanto? - siamo tutti capaci a dire accoglienza..)

- “idee che non seguono i sondaggi? Beh, parliamone! Mettendo insieme sondaggi e strettoie politiche mi sembra che l’idea di Europa della Meloni (senza parlare dell’economia e dell’uso del deficit!) sia non solo molto, ma anche direi RADICALMENTE cambiata. E  che le idee della Schlein mettano insieme un’idea culturale di società, forse un po’ sociologica, molto ambientalista, ma ci dicono ben poco sulla spesa pubblica, tranne che deve essere aumentata.

Però grazie Gramellini. Vediamo un po’

lunedì 27 febbraio 2023

SUICIDIO PERFETTO

 Qualcuno doveva spiegare al PD che il sacrosanto sostegno ad un fine vita dignitoso non significa usufruire del suicidio senza averne bisogno. Eppure è quello che ha fatto il PD. Ha deciso per la sedazione profonda quando ha lasciato che il voto nettissimo dei suoi iscritti (maggioranza assoluta su quattro candidati, 20 punti di distacco), in teoria coloro che ne capiscono o cercano di capire e impegnarsi di più in politica e che sempre in teoria vogliono “più bene” al PD, venisse ribaltato da un voto basato sulle apparenze, gli slogan, le parole d’ordine.

Così il partito della sinistra riformista è stato consegnato ad una giovane donna che parla molto, con apparente passione, spesso in apnea, ripetendo spesso slogan ormai codificati di una certa parte della sinistra -slogan con il loro valore, che però deve essere connesso alle condizioni di fattibilità ed è sulle condizioni di fattibilità che svolge il suo ruolo il segretario di partito.

Elly Schlein non si è mai occupata di condizioni di fattibilità - mi faceva un po’ ridere quando per tutta la campagna ha continuato a citare la sua “esperienza di amministratore regionale” (due anni, durante i quali non ha fatto nulla che risulti agli atti della Regione Emilia-Romagna, ma ha parlato molto, costruendo il suo balzo verso Roma) senza citare quella da parlamentare europea dove si è fatta eleggere con i voti del PD da cui è uscita un anno dopo (ma senza dimettersi da europarlamentare, è ovvio!). 

A Elly Schlein del PD non è mai importato niente, tanto è vero che si è appena iscritta. Anzi, direi che nel suo “movimentismo” trapela chiaramente l’insofferenza per un partito di massa. Sarà capace di trasformare il PD in un “movimento” (qualsiasi cosa voglia dire, non è mai stata chiarissima sul tema, è stato più finora un “m’ama non m’ama” con petali da togliere che un puzzle con una ratio di composizione, per quanto difficile) ? Io non credo, e il motivo saranno le considerazioni del paragrafo seguente.

Elly Schlein non ha classe dirigente da mettere in campo. A differenza di Bonaccini, dotato di un robusto (e non sempre affidabile) seguito di ammistratori locali, la Schlein (poveretta) si ritroverà con i vari Franceschini, Orlando, Boccia, Provenzano, per tacere di Bersani (!) e D’Alema (!!!). Non potrà farne a meno, non solo l’hanno sostenuta, ma lei non ha con chi sostituirli. Anche qui mi fa sorridere la motivazione che molti (anche alcuni cari amici) hanno addotto per il voto alla Schlein, cioè il “cambiamento”, spalmato come una bella vernice sulla candidata giovane, donna, e come lei stessa ha detto “rivoluzionaria”. Vedremo che cambiamento sarà, probabilmente appunto una riverniciatura (speriamo si ricordino di spalmare l’antiossidante), qualche bel nome fresco tirato fuori, mentre le fila rimangono tirate dai potentati soliti.

Elly Schlein non ha programma. Chi come me (atto irrazionale e minoritario,  sono d’accordo) si è messa lí a leggere i quattro “programmi” congressuali dovrebbe essersene accorto. Il programma della Schlein è una lunga lista della spesa, costruita anche con qualche sporadica buona idea, ma totalmente privo di ogni idea sul come mantenere e potenziare la ricchezza necessaria a finanziare il programma stesso. Citare sempre la difesa dei diritti dei lavoratori (sacrosanta) e mai la difesa della concorrenzialità del sistema di impresa (ho quasi avuto un deja vù dei “padroni”) è sufficiente per un partitino di sinistra, ma inadeguato per un grande partito di massa come ambisce ad essere il PD. Questa osservazione si collega a un altro slogan ampiamente usato nella campagna: la Schlein spinge il PD a “sinistra” in quell’equivoco (secondo me un equivoco) ampiamente praticato che identifica la sinistra con il movimentismo, la protesta, la richiesta e non con programmi ben strutturati e fattibili nel medio periodo per creare e redistribuire ricchezza. I temi dell’immigrazione e dell’assistenza/assistenzialismo (reddito di cittadinanza e affini) possono essere presi come cartina di tornasole sul cosa significa essere “di sinistra”. Chi come Biani (che adoro) oggi esulta perchè il PD è andato a sinistra secondo me sbaglia - e di grosso.

Con Elly Schlein il partito perde gli ultimi brandelli della sua parte “popolare”, quella delle feste dell’Unità, dei signori molto capaci che costruivano i gazebo e collegavano le luci, delle signore che tagliavano tortelli e parlavano di “politica”, della speranza di persone semplici in un progresso continuo, in azioni di “riconoscimento” della realtà. Elly Schlein non può purtroppo parlare a loro, un “loro” peraltro che sta scomparendo in mille rivoli di disagio e proletarizzazione.

Così si ritorna a me che assisto oggi a quello che mi sembra il suicidio perfetto del PD. Nel mio piccolo, sicuramente non rinnoverò la tessera: a cosa serve essere iscritti? Nessuno ti ascolta e non solo nel voto - ho per esempio avuto un momento di fugace ma intensa rabbia quando ho realizzato che nei pomposamente chiamati “congressi di Circolo” non veniva nemmeno fatto un verbale degli interventi. Al PD non interessa evidentemente quello che pensano gli iscritti.

Non rinnoverò la tessera e comincerò a guardare con maggiore attenzione a +Europa (ci sono movimenti interessanti al suo interno) anche se i partitini mi hanno sempre fatto venire l’orticaria. Probabilmente defluirò silenziosamente, a meno di non sbagliarmi di grosso sul futuro del PD. Credo che questo deflusso silenzioso (non credo a scissioni, non c’è disponibilità di Bonaccini a guidarla) riguarderà altri riformisti socialdemocratici (che parole pompose, che vogliono dire tutto e niente) verso i partiti vicini (M5S, Azione, +Europa). E si vedrà. Peccato.



lunedì 13 febbraio 2023

A MARGINE DI UN FILM

 Ieri siamo andati a vedere (nel piccolo cinema, molto cozy, di Fidenza, gestito evidentemente da volontari) il film EVERYTHING, EVERYWHERE, ALL AT ONCE. Come ci è capitato spesso ultimamente (Godland, Gli spiriti dell’isola e altri) siamo usciti con la sensazione di un bel film, ma un film che ti lascia alternativamente non solo sorpresa, ma basita, turbata, confusa rispetto a ciò che si è visto e sentito. Questo in particolare è scoppiettante, fantasmagorico, assurdo e con significati non immediatamente accessibili.

Ripensandoci oggi, ne filtro due signicati interessanti (nota: credo che il film sia fatto perchè ognuno, con le proprie sensibilità e priorità e desideri, ne tragga significati diversi). Il primo è un fortissimo antimachismo, antimilitarismo, contro le aggressioni e le prevaricazioni. La protagonista (non a caso una donna) dopo aver combattuto fino allo stremo e anche cruentemente per tutto il film, “vince” alla fine quando impara che tutti, anche i delinquenti più biechi, hanno debolezze e fragilità e che prendersene cura può assicurare la vittoria. Insomma, vince quando capisce che la gentilezza è l’arma più potente e che la gentilezza non è segno di debolezza, ma di grande forza. A pensarci, un gran bel significato, anche se poi guardi il telegiornale e fai fatica ad applicarlo e/o a vederlo applicato.

Il secondo significato, molto vicino ad una zona dolente del mio cuore in questo periodo, riguarda il “trattenere” o meno i figli. Uso la parola trattenere perchè nel film ci sono proprio anche scene fisiche del trattenere, ma in realtà si tratta di imparare a trasformare il trattenere nel tenerli vicino e non respingerli, nel proteggerli dalla durezza del mondo finché si può e anche nel lasciarli andare anche se si sa che soffriranno. Non è facile, ma è necessario. Facciamo, imperfettamente, del nostro meglio.

Un film forse da vedere. Forse.

sabato 11 febbraio 2023

LA PUBBLICITÀ FA MALE?

 Stamattina stranamente Roberto ed io abbiamo fatto colazione insieme. Accade raramente, essendo lui un early bird ed essendo io un night owl, quindi con risvegli mattutini radicalmente diversi.

Comunque, facciamo colazione con tè, noci avena e yogurt (lui) e tortellini dolci io e guardiamo RaiNews 24, con la televisione accesa, come dico io “per vedere che disastri sono successi mentre dormivamo”. Passa una pubblicità che penso di non avere mai visto (o di non avere comunque mai notato) su mutande assorbenti per uomo con incontinenza urinaria, con un bel signore con i capelli grigi che ne spiega i vantaggi. 

Roberto sbotta “Ma che schifo! Trasmettono continuamente questa pubblicità schifosa! È la pubblicità a farti venire le incontinenze urinarie, altro che!” E si ripiega su se stesso tenedosi le parti intime e raggrinzendo il volto. E termina “Maledetti! Speriamo che l’azienda fallisca!”.

È ufficiale, la pubblicità fa male.

TENERI E BUFFI BAMBINI

 L’altra sera riceviamo questa foto dall’Anna


Con questo commento:”Faccia concentrata ad aprire un cioccolatino dopo aver mangiato peperone, cetriolo e 16 cappelletti!!”.

Divertiti, abbiamo immediatamente videochiamato. La videochiamata si è aperta sull’Olivia che appena ci ha visto ha allunngato le manine, ognuna occupata con la carta di un cioccolatino (nel frattempo ne aveva mangiati due) che con aria sconsolata ci ha comunicato “..putt” (kaputt in tedesco). 

martedì 7 febbraio 2023

110 METRI SOPRA IL CIELO?

 Questa storia non è mia. La ricevo da una giovane amica. Ci ho lavorato su pochissimo per anonimizzarla e renderla più omogenea ai toni usuali del blog, ma è la storia vera di due ragazzi trentenni e di come nel male (la disorganizzazione e la sempiterna difficoltà a fare ogni cosa) e nel bene (la solidarietà spontanea tra le persone e la fortunosa capacità di arrangiarsi) funziona l’Italia.

I poveri Tata e Tatone (se qualcuno eventualmente se lo chiedesse, anche se non credo esista quel qualcuno: no, non è il loro vero nome) avevano deciso di ristrutturare, usufruendo del conveniente bonus c.d. 110, il loro nido d’amore nel lontano 2021, e seppure i lavori fossero iniziati nel settembre dello stesso anno, i mesi successivi non avevano portato a uno stato d’avanzamento lavori sufficientemente avanzato per poter intraprendere le pratiche di cessione del credito, che dunque ha subito gravi ritardi. Nel frattempo era cambiata la normativa, le banche finivano i soldi destinatalla causa alla velocità della luceil bonus 110 si chiamava ancora 110 ma le banche lo rimborsavano al 96 e non al 110. Una tragicommedia all’italiana, come sempre, in cui obiettivi incerti e dilettantismo imperante sono i veri motori della storia.


La Direttrice della banca, che chiameremo Cuore Gentile e che insieme al caso è la vera protagonista,  decide comunque gentilmente di mantenere aperta e in sospeso la pratica di cessione precedentemente aperta e poi abbandonata da Tata e Tatone (comunque, pur non essendo più 110 ma 96, certamente un bell’aiuto). Cuore Gentile tifa per la giovane coppia di sposini e vuole davvero credere che presto raggiungeranno il tanto agognato traguardo della fine lavori

Nel frattempo il destino ci mette il suo zampino positivo e la scadenza per la cessione del credito viene prorogata di tre mesi, quindi marzo 23. Questa nuova scadenza permette di arrivare con meno pressione alla fine dei lavori e all’ottenimento di tutti i documenti necessari. 

Chiusura lavori cantiere Tata e Tatone: 27 dicembre 2022. Nel frattempo la coppia ha subito un lutto familiare inesorabile e doloroso, ma almeno  qui finalmente c’è uno spiraglio.

I tecnici lavorano ai documenti e finalmente a fine gennaio ’23 su consiglio del Buon Commercialista, Tatone fissa un appuntamento con Cuore Gentile per il pomeriggio del 2 febbraio per caricare tutto l’occorrente sul portale cessione crediti Banca”Il 30 gennaio il Buon Commercialista chiede un solo documento integrativo al termo-tecnico che il giorno successivo diligentemente e prontamente viene approntato e fornito.

Il pomeriggio del 31 gennaio siamo finalmente alle battute finali: Tatone e il Buon Commercialista si incontrano per fare il punto della situazione e verificare di aver prodotto tutto quanto richiesto dalla check-list della banca

Tutto bene, tutto perfetto, una storia a lieto fine? Ehi, siamo in Italia, suvvia.

Alle 16.20 dello stesso pomeriggio Cuore Gentile della Banca chiama Tatone che non risponde e quindi lo richiama insistentemente finchè Tatone risponde. La doccia fredda: Cuor Gentile, 10 minuti prima, orario a cui la banca avrebbe dovuto già essere chiusa e lei avrebbe dovuto essere a prendere il figlio scuola, ha ricevuto una comunicazione urgentissima dai piani alti della Banca: i documenti devono essere caricati entro le ore 24 del giorno stesso, pena la chiusura della pratica e la perdita della possibilità di avviarne una nuova

Seguono lunghi sguardi di incredulo terrore tra Tatone e il Buon Commercialista. Tatone corre trafelato in banca con la chiavetta USB contenente il malloppone.

(Gli sembrava di sentire in sottofondo le celebri note della pubblicità dell’amaro Montenegro, “l’antico vaso andava portato in salvo”)

Come è ovvio (altrimenti, ammettiamolo, il livello di stress non avrebbe potuto raggiungere il suo parossismo) la chiavetta USB su cui sono salvati i documenti non può essere letta dai pc della banca e la situazione non è incredibilmente risolvibile nemmeno con un trasferimento documenti WeTransfer. 

Per Tatone non rimane altro che fiondarsi in ufficio a stampare il malloppo e riportarlo a Cuore Gentile in formato cartaceo … ma qui come in ogni ben congegnata commedia appare il colpo di scena positivo dopo tutti quelli negativi! Il PC di Tatone è sulla sua macchina parcheggiata appena fuori dalla banca! Lo sbadato quanto fortunato e talvolta previdente sposino oggi (e solo oggi!) si è portato il PC personale ad un sopralluogo Codogno “perché oggi mi andava di portarlo” e dunque il PC era ancora lì ad accompagnarlo.

E dunque  alle 17.30 e dopo l’invio di almeno 20 mail alla banca contenenti il malloppone fatidico, i documenti sono finalmente giunti al PC di Cuore Gentile.  Per le due ore seguenti Cuore Gentile stampa e scannerizza il materiale senza mai alzare la testa da stampante e PC perché sí, indovinate un po’,  la piattaforma accetta inspiegabilmente solo documenti stampati e ri-scannerizzati. Tatone assiste grato e stressato. Finalmente, alle 19 passate, il tanto agognato messaggio “caricamento completato” fa esultare i nostri eroistremati ma felici.

È necessario sottolineare che il caso ha voluto che Cuore Gentile, proprio quel giorno, fosse ancora in ufficio alle 16 passate quando è arrivata la comunicazione urgente dai piani alti della banca e che fosse proprio lei a leggerla; una coincidenza fortunata ha permesso che quel giorno il marito di Cuore Gentile fosse a casa in smart working e che dunque potesse occuparsi del bimbo piccolo al posto suo.

Ma Tata dov’era in quelle ore di incredibile delirio? Tata era bella pacifica e ignara di tutto in palestra a fare la sua prima lezione di FLEXY, mentre gli Eroi lavoravano anche per lei. Ma ora è pronta a distribuire baci, abbracci ed immensa gratitudine a tutti,