Charlie Chaplin, nel Grande dittatore, prese in giro Adolf Hitler. Era il 1940. Ancora non si sapeva dei campi di sterminio, ma Hitler aveva già scatenato la guerra, era già l’incarnazione mondiale del sopruso e della violenza. Eppure Chaplin lo trovava comico. E aveva ragione. Se rivediamo un comizio di Hitler, di fonte alla folla oceanica in delirio, proviamo due sentimenti contrastanti: l’orrore, pensando a cosa è stato il nazismo, e l’ilarità, vedendo un ometto invasato che strilla come un ossesso.
In tutte le forme di prepotenza e di sopraffazione, in tutti i bulli, i dittatori, i golpisti, i fanatici, c’è una componente incancellabile di comicità involontaria. Pochi giorni fa un anziano barone tedesco, con una giacca verde inverosimile, è stato arrestato assieme a un gruppo neonazi perché voleva assaltare il Parlamento. Vedendo le sue fotografie, il sospetto è che l’abbiano arrestato anche per la sua giacca.
Il tizio con l’elmo cornuto che con i suoi compari diede l’assalto al Campidoglio, a Washington, ha commesso un delitto gravissimo in una democrazia. Ma mezzo mondo ha pensato, vedendolo con quell’elmo: guarda che cialtrone.
La nomenklatura sovietica schierata sulla Piazza Rossa, un filare di vecchi maschi con la faccia pietrificata dal potere, come se si stessero già allenando per diventare mummie, aveva una evidente componente comica. Sembravano usciti da una sceneggiatura dei Monty Python. Eppure sotto di loro passava l’arsenale nucleare. Purtroppo lasciato in eredità a Putin.
Nel cinquantesimo del tentato golpe di Junio Valerio Borghese, quello della Decima Mas (ma molto prima di Ballando con le stelle) ci si spaventa pensando a quanto è fragile la democrazia. Ma quando si sente che la Rai doveva essere occupata dalla Guardia Forestale, come è possibile non ridere? Che compito aveva, la Forestale alla Rai? Disboscare il gruppo dirigente? Rendere obbligatori i documentari sulle betulle?
E Mussolini? Se pensiamo che è entrato in guerra con Hitler e ha fatto le leggi razziali, ci fa orrore. Ma la sua maschera mascelluta e pettoruta, specie quando portava il fez, è comicità in purezza. L’indimenticabile Giorgio Faletti, quando faceva la guardia notturna Vito Catozzo, per farsi grosso metteva le mani sui fianchi esattamente come il Duce, porco il mondo che ci ho sotto i piedi.
Perfino gli haters, quelli che organizzano i linciaggi on line, ci fanno rabbia, la rabbia che si prova di fronte alla disumanità della calunnia e del linciaggio di branco. Ma quando leggiamo i loro messaggi, quasi sempre fanno ridere, perché fanno ridere le frasi sconnesse, l’assenza di ragionamento, fa ridere il cedimento strutturale del comprendonio che è tipico del fanatico, ma anche del cretino. I due termini non sono sinonimi, ma quasi.
Il prepotente, il violento, il dittatore, è la rana che volle farsi bue. Intuisci che prima o poi scoppierà. Fa quasi pena, povera rana.
Mai abbassare la guardia di fronte ai prepotenti. Ma mai dimenticarsi, nemmeno per un attimo, di prenderli per il culo. Sarebbe un’omissione imperdonabile.
- Michele Serra FB Che Tempo che fa, 12 dicembre 2022
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