Mi è stato (amichevolmente) contestato il fatto che il voto segreto dei parlamentari è “garanzia di libertà individuale ed è giusto che ci sia, piaccia o no” e la cosa mi ha un po’ sorpreso, perché non avevo mai pensato di contestare il voto segreto dei parlamentari, ma solo l’uso strumentale e di bassissimo livello morale e culturale che ha caratterizzato questo specifico voto segreto. Per dirla con Pasquino (ieri su Formiche.net)
Il voto segreto di ieri al Senato, sia oppure no concesso dal Regolamento, mi è parso del tutto improprio. Decidere se passare o no all’analisi di un disegno di legge non riguarda la coscienza di nessuno. Non è una tagliola. È un trucco. È una frode perpetrata ai danni degli elettori. I senatori contrari al passaggio all’esame del testo dovevano opporsi al voto segreto e “palesare” le loro opinioni e preferenze. Era anche il modo migliore per migliorare, o addirittura bocciare, in seguito il ddl Zan con emendamenti e visioni alternative. Una brutta paginetta dalla quale bisognerebbe imparare che una importante qualità della democrazia, da perseguire con costanza e tenacia, è la trasparenza. E una altrettanto importante qualità dei rappresentanti è l’assunzione piena in maniera trasparente della responsabilità dei propri voti e la rivendicazione palese e inequivocabile. Chi cerca e trova i modi per sfuggire dalle proprie responsabilità di rappresentanza elettorale e politica non deve essere lodato, ma fortemente biasimato.
per dirla con parole mie “segaioli” e furbastri.
Pensando però al tema proposto continuo con Pasquino nello stesso articolo
Tuttavia, sono convinto che il voto segreto abbia un senso e debba essere mantenuto, ma per una sola ristrettissima casistica: quando oggetto del voto è una persona. Né il Presidente della Repubblica né i parlamentari indagati debbono avere la possibilità di sapere chi ha votato per o contro di loro. Da un lato, non bisogna consentire ai parlamentari di acquisire con il loro voto i favori dell’eligendo a una carica o di chi vuole evitare un processo. Dall’altro, è imperativo che il parlamentare si senta tutelato dal segreto e non tema rappresaglie ad opera di chi non ha eletto o di chi ha mandato a processo.
Nè mi convince Merlo oggi sulla Posta di Repubblica
Perchè tenderei a ricordare che non è questione di “obbedire al segretario” quanto di rappresentare chi ti ha eletto in quella carica sulla base di come il tuo partito opera e non sulla base delle tue sconosciute, rispettabilissime, ma a-chi-importa opinioni.
Vorrei invece valorizzare le parole di un promettente personaggio politico
Io non voglio entrare nel merito dell'ammissibilità o meno di questo mezzo di votazione nella Camera. Però mi ripugna che si faccia richiamo, niente meno che nel testo costituzionale, a questo sistema particolare di votazione del quale si possono dire due cose: da un lato tende ad incoraggiare i deputati meno vigorosi nell'affermazione delle loro idee e dall'altro tende a sottrarre i deputati alla necessaria assunzione di responsabilità di fronte al corpo elettorale, per quanto hanno sostenuto e deciso nell'esercizio del loro mandato
(Discorso di Aldo Moro a sostegno del suo emendamento che tolse il voto segreto dalla Costituzione, Assemblea Costituente, 14 ottobre 1947)
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