Ieri il DDL Zan contro la omotransfobia è stato stracciato dal Parlamento con voto segreto, piccole manovre di palazzo e franchi tiratori certamente non guidati da scrupoli di coscienza.
Devo fare due premesse, una più semplice e una decisamente più complessa.
La prima, semplice, è che non lo approvavo completamente, allineandomi con le critiche di una parte del movimento femminista che da anni cerca di costruire, valorizzare e proteggere un’identità femminile mai compiutamente esplorata, al di là dei condizionamenti del tempo (è quella stessa parte che si batte contro l’utero in affitto). Ma ero e sono del parere che la legge, imperfetta, doveva essere approvata e poi eventualmente vista nella concretezza del giorno per giorno. Se si aspetta di fare leggi perfette non si farà mai nessuna legge (e la Cirinnà insegna).
La seconda premessa si ricollega in qualche modo a quest’ultima affermazione. Da quando ho avuto l’occasione di incrociare e capire le due idee/categorie e perfino il privilegio di studiarle nel loro svolgimento storico, la mia scelta decisa è sempre stata il riformismo, i piccoli passi, lo sforzo di migliorare avendo ben presente tutti i vincoli presenti. Sono molto orgogliosa di avere consapevolmente condotto la mia vita professionale in questo modo e ricordo alcuni buoni risultati raggiunti con questo metodo (e altrettante sconfitte, devo ammetterlo). Il massimalismo (o tutto o niente, il disprezzo dei piccoli passi, l’adesione alle idee e non ai vissuti) ha fatto molti danni.
Al tempo stesso, riconoscevo in me un impeto massimalista nel volere raggiungere a tutti costi un obiettivo che vedevo chiaro, a costo di fare terra bruciata intorno e magari anche raggiungere l’obiettivo, ma da sola, con l’ostilità che lo “faceva fuori”. Quindi vigilavo su questo in me stessa.
Cosa c’entra il DDL Zan? Beh, ieri sera, assistendo al percorso piccolo, astuto e penoso (mi sono venute in mente immagini più o meno di seghe adolescenziali nella cameretta di bravi ragazzi cattolici cui erano proibiti pensieri ed atti impuri)e vedendo le desolanti immagini del parlamento ieri sera, la mia reazione è stata “Bene, meglio, così i nostri ragazzi, difficilmente ingaggiabili su temi politici, ma molto sensibili e preparati sul tema in questione, impareranno che il nostro paese è così e i nostri politici non sono tutti uguali”. Un outburst di massimalismo. Poi mi sono sentita in colpa, stretta nella ragnatela dei molti ragionamenti costruiti sul caso e sí, il risultato è doloroso per le persone interessate e no, non credo Letta dovesse trattare ancora perchè la legge viene da mesi e mesi di trattative ed era già stata approvata dalla Camera e non c’era trattativa possibile e sí credo che la legge sia caduta su giochetti politici che nulla avevano a che fare con la legge stessa e sí abbiamo perso e alcuni diritti non sono stati riconosciuti…. Non dovrei, non dovrei, ma continuo a pensare che la destra, Renzi, una parte dei 5 stelle, forse anche qualche senatore PD, hanno fatto una colossale figura di merda e spero ci sia qualche ragazzo, qualche ragazza, la nostra meglio gioventù, che li guardi, li giudichi e si prenda la prossima volta la briga di andare a votare contro l’Italia dei segaioli.Ancora illusa, dopo 63 anni.