Stasera Festa dell’Unità di Mezzani, paesino adiacente a Colorno. Da almeno trent’anni (l’Anna era piccola) siamo assidui frequentatori di questa festa dove nei primi due week end di luglio mangiamo i tortelli più buoni che ci sia capitato di mangiare: di ortiche, con un tocco di funghi nel ripieno di ricotta, pasta spessa, giusta “coda” del tortello (la parte di pasta eccedente il solo ripieno) che deve esserci, ma non deve essere eccessiva. Sappiamo che le ortiche vengono raccolte in primavera, sbollentate e poi conservate nei congelatori per poi diventare in luglio ingrediente dei tortelli e ogni anno ci chiediamo chi sia la mitica custode della ricetta e della mano sapiente che li tira e li taglia della perfetta pezzatura. Deve per forza esserci stato almeno un cambio di mano, oppure una trasmissione continua di sapere.
La Festa negli anni si è trasformata, via via impoverendosi di iniziative: da qualche anno non c’è più la libreria, non ci sono più il gioco dei tappi dove si vincevano piante e i piccoli stand con i dolci di tutti i colori, dimensioni, tipi. Sono rimasti i tortelli, le rane, gli spiedini, l’insalata veramente mista (anche quella da trent’anni uguale) quindi con carote, peperoni, insalata e cipolle, il fritto misto e le patatine, i vini locali e ogni sera la musica, liscio, anni 90 o musica di band locali.
Stasera si esibiva la Mezzabanda, cioè la Banda di Mezzani formata da anziani e giovanissimi allievi della scuola di musica locale con i loro maestri (il direttore d’orchestra, Marco Pierobon, è in realtá un suonatore di tromba piuttosto quotato che ha sposato una violinista locale e qui ha messo su famiglia). Purtroppo il pubblico era poco perchè aveva piovuto tutto il pomeriggio, ma erano dei dilettanti molto entusiasti ed impegnati. Ho avuto una sensazione strana, lì seduta sulle sedie di plastica dopo cena ad ascoltarli come se fosse lo scampolo di un mondo antico, che a quelli della mia età era familiare ma che è oggi quasi perduto, un divertimento semplice, popolare, autentico, gente che cucina per altra gente (i profitti in beneficienza) e gente che suona per la propria gente, divertendosi. In una sera d’estate.